giovedì 31 maggio 2012

NIRVANA?

La via per il Nirvana è irta di ostacoli. D'altro canto MR non sente l'impellenza di un'elevazione verso una condizione/non-condizione che la ponga ad un passo dalla perfezione spirituale. Non aspira al raggiungimento di una gioia ineffabile e soprannaturale. A MR una vita libera da odio, livore, e avversione non interessa. Per MR una vita priva di cupidigia e incontaminata non sarebbe seducente. Con MR la mancanza di sogni e illusioni fa a cazzotti.
Come avrebbe potuto non desiderare che la segretaria Costanza, che si è lanciata, ululando, al suo inseguimento lungo la scalinata del super centro di benessere, bellezza e salute, non rovinasse in un ruzzolone su quelle scale, due giorni fa all'ultima visita di controllo con il Professor Fondi?  "MR, chi l'ha autorizzata ad entrare dal Professor Fondi scavalcando le altre clienti?" 
Come avrebbe potuto non maledire le clienti scavalcate che facendo pressione al Professor Fondi, bussando ripetutamente alla porta dello suo studio, lo hanno fatto confondere e agitare mentre drenava l'ultimo residuo di cisti dal naso di MR? "Professore, apra, c'ero prima io!" 
"No, io avevo l'appuntamento prima di tutte, mi faccia entrare!"
"Sto andando a reclamare dalla segretaria Costanza, apra subito, ha capito?"
Come avrebbe potuto non provare profondo malanimo verso il Professor Fondi che agitato e confuso dalle clienti scavalcate ha dato a MR una crema disarrossante, e calmante per anziani e bambini da applicare più volte al giorno dopo l'uso del pannolino? "Ecco, con questa crema è a posto, MR, potrà dire addio per sempre alle sue cisti sul naso!"

Analogamente, bassissimi sono stati i sentimenti di cui si è resa preda ieri quando un buco nero sembrava aver inghiottito il pulsante del citofono. "Cos'ha? Si sente bene?" ha chiesto un coinquilino preoccupato dall'espressione attonita di MR paralizzata davanti al portone d'ingresso. "Sct figl'puttana, t pozza piglià n'accdent all man, a te a mammta, a sordta, i a tutt gli sctrunz dlla famiglia tia!" ha bestemmiato lei tetra, all'indirizzo di un intero lignaggio, infilando un dito nel buco nero. "Glielo hanno sgarrupato, che vandali!" ha cercato di consolarla lui. "Deve essere stato uno dei miei corteggiatori over settanta!" ha spiegato lei cercando con l'aiuto di lui, insieme agitati, di estrarre il dito che non veniva fuori dal buco nero.

E' solo qualche esempio di come MR vede la vita e reagisce alle sorprese e ai trabocchetti di questa. Poi vengono nell'ordine, i sensi di colpa, le frustrazioni, i gorghi di depressione, i vortici di avvilimento, le ansie da prestazione, e l'insonnia. Ma tutto fa vita.
La via per il Nirvana è irta di ostacoli, è lunga da percorrere, e non è contemplata sulle mappe stradali di MR.                                                  

mercoledì 30 maggio 2012

LE TRAGEDIE NON VENGONO MAI DA SOLE

Le tragedie non vengono mai da sole. Dopo aver speso per l'ennesima volta qualche milionata di euro per la parata del 2 giugno, un'altra violenta scossa di terremoto in Emila Romagna. Dopo lo Stato e la politica, morte e disperazione. Un Presidente della Repubblica manicheo, seppur con ambizioni di sobrietà, che rivendica la forza e la serenità della nostra Repubblica, con la parata inneggia a sfide e vittorie, rivaluta l'irrivalutabile, esige l'inesigibile. C'è una comunità appartenente a questa Repubblica che ha bisogni ben più urgenti di una parata militare; ha impellenze indifferibili. Ci sono innumerevoli comunità appartenenti a questa Repubblica che non sono disposte ad accettare supinamente uno spreco inutile di soldi. C'è un paese ed è questa Repubblica che accoglierebbe di buon grado un cambiamento epocale - l'abolizione della ormai poco sentita e insensata parata militare - che sarebbe potuto verificarsi in periodi se non belli quantomeno non troppo esagitati, e cioè in occasione delle passate edizioni. Quella di quest'anno potrebbe essere la giusta circostanza, la assennata opportunità, la consapevole necessità da parte dello Stato di affrontare e mettere in atto il cambiamento. In questo periodo brutto e fortemente esagitato.

lunedì 28 maggio 2012

ALLERGIA: SPRAY NASALI ITALIANI, COLLIRI GIAPPONESI

Da due giorni, a causa dei pollini che impazzano, MR è entrata a pieno titolo nella stagione delle allergie.  I celebri tigli fiorentini guardano i viali, e con i loro fiori profumano lo smog; pollini di tiglio e smog insieme formano una miscela perversa e assassina. Quando a questa si aggiunge ogni singola spora di ogni specie di graminacea, l'equilibrio della secrezione nasale e della lacrimazione degli allergopatici viene seriamente compromesso. MR nella scelta delle cure per affrontare l'intasante universo degli allergeni, ha gusti ben precisi ed esigenze specifiche. Benché la rinite da fieno, che in questo periodo la investe, sia pesantissima le sue preferenze per sedarla risultano piuttosto insignificanti. Un banale cortisonico spray, acquistato nella farmacia sotto casa, riesce ad alleggerire la schiacciante sensazione di soffocamento, e questo è sufficiente. Si è dovuta invece allontanare un po', per trovare rimedi validi per la lacrimazione e l'arrossamento degli occhi, che si rivelassero fruttuosi anche esteticamente, per lo spirito e per l'umore. Li trovò in Giappone, l'anno scorso durante la tournée. Sono i colliri giapponesi, per cui MR va pazza. I colliri giapponesi sono fighissimi, colorati, e racchiusi in vezzose scatoline con suggestive illustrazioni grafiche. Si passa dalle sfumature azzurro oceano - con miliardi di goccioline tra le quali spicca The Drop in una cornice fragorosa di ideogrammi in tinta - al rosso macchia di sangue rappresentato da una pozza di liquido rosso con tanto di propagazione di onde e con la R di Red stampata sopra. Abbondano anche custodie verde fango, viola quaresima, e giallo zabaione, nuance che corrispondono alle colorazioni del prodotto stesso. Il design del contenitore si contraddistingue per le sue linee aggressive e sghembe. Tra gli altri, degno di nota è il kit completo di collirio e occhiali con due imbuti al posto delle lenti che permettono alle gocce di centrare in pieno l'occhio evitando inutili sprechi. I colliri giapponesi si trovano esposti nei variopinti scaffali delle farmacie, simpatici e pazzi mini market, dove si possono trovare anche soia, tè verde, alghe, e qualche confezione terapeutica di pesce essiccato. MR, lo scorso anno, investì in una fornitura pluriennale di collirio giapponese, che le basterà fino alla prossima tournée. Prima di ripartire per l'Italia MR si è riempì gli occhi di colliri vari. Per civetteria perché sbiancano la sclera dell'occhio evidenziando l'iride, e facendo tanto gran topa. Per affrontare il viaggio con gli occhi meno spiritati possibile e con uno sguardo fresco. Prima dell'imbarco, MR cambiò gli yen avanzati dall'investimento in colliri giapponesi in un cambia valute all'aeroporto di Osaka. Due omini gaudenti e incuriositi dal rincoglionimento da stanchezza, e da stress di MR - anche se questa pensava fossero incuriositi dalle sclere sbiancate e dallo sguardo fresco - si divertirono ad interagire con lei, l'uno al di qua e l'altro al di là dello sportello. L'omino al di qua, irretito dagli occhi liquidi, baluginanti, e persi nella malia del vuoto di MR, le suggerì cosa scrivere sul modulo che  non riusciva a decifrare, zompettando a destra e a sinistra e ridacchiando felice. L'omino al di là che guardava MR cercando stabilità nei suoi occhi stanchi e rifulgenti, calati e ultra glam, charmant e misteriosamente viscosi, le restituì, decidendo civilmente di non approfittare del rimbecillimento di questa, fino all'ultimo centesimo di euro.

sabato 26 maggio 2012

SEGRETARIA, DOTTORESSE, PROFESSORE

PREMESSA
Nel super centro di benessere, bellezza e salute, dove a MR hanno asportato le cisti che aveva sul naso, c'è una gerarchia all'apice della quale domina incontrastata la segretaria Costanza, seguita dai diversi dottori e dottoresse, che a loro volta precedono le hostess e le infermiere sexy; alla base c'è il Professor Fondi che è pur sempre il direttore sanitario del centro.

INTRODUZIONE
L'organizzazione del super centro di benessere, bellezza e salute spesso e volentieri latita. E' come il sole che si nasconde dietro le nuvole, è come le uova spinte in fondo al frigo, è come il sangue occulto nelle feci, è come un'eclissi di luna. Tuttavia, proprio come un latitante che viene stanato, come il sole che torna a splendere, come le uova che riemergono - scadute - dal fondo del frigo, come il sangue che viene rilevato nelle feci, come la luna che esce dall'ombra, anche l'organizzazione del super centro di benessere, bellezza e salute a volte riaffiora dalle sabbie mobili.

Ieri MR è andata all'ennesima visita di controllo dal Professor Fondi. Come sempre ad attenderla c'era la segretaria Costanza.
La segretaria Costanza è l'organizzatrice, la coordinatrice, la programmatrice, la moderatrice di tutto il centro. E' bella e altera, ha il broncio di una modella, gli occhi a mandorla penetranti, e il sussiego di un mastino napoletano.
"Buongiorno, signora, mi dica!"
"Buongiorno, sono MR, ho una visita di controllo con il Professor Fondi."
"No, oggi il Professore non c'è. C'è la Dottoressa Rosati. La prego di accomodarsi in fondo al corridoio."
Dopo qualche minuto, la presunta Dottoressa Rosati sbuca da uno studio.
"Buongiorno, lei è?"
"Sono MR."
"Ah, sì, è qui per le creme!"
"Ehm, no. Veramente sono qui per una visita di controllo."
"Ma a me non risulta nessuna MR nell'elenco."
"Sono stata convocata ieri dalla segretaria Costanza per le 13.45 di oggi!"
"E' stata imbucata?"
"CONVOCATA!"
Dopo qualche minuto, la vera Dottoressa Rosati spunta dallo stesso studio.
"Buongiorno, io sono Emma, venga con me, MR!"
Emma, la vera Dottoressa Rosati, è bionda, ha gli occhi azzurri, è dolce e gentile, ha i modi e la bellezza di una principessa, e il passo elegante.
MR, seguendola, prova a camminare come lei, ma senza successo.
Emma visita MR.
"Vediamo. Aspetti, scusi se scanso questa ciocca di capelli, per altro bellissimi. Bello questo taglio, più lungo da un lato. Chi glielo ha fatto?"
"Più lungo da un lato??? Me lo ha fatto Mohammed il marocchino!!!"
Emma suggerisce a MR di continuare la cura e di usare creme idratanti e a protezione 50, e la accompagna dal Professor Fondi che, come un latitante, come il sole, come le uova, come il sangue, come la luna, come l'organizzazione del centro, appare. Un improvviso e inaspettato rendez vous tra la Segretaria Costanza, la presunta Dottoressa Rosati, Emma - la vera Dottoressa Rosati -  il Professor Fondi e MR in fondo al corridoio, crea un po' di confusione.
"Lei è qui per un controllo corpo?" chiede spaesata la presunta Dottoressa Rosati.
"No, sono qui per un controllo viso", risponde nervosa MR.
"Per un controllo ci  vuole mezzora, professor Fondi, ha altre due clienti!" ordina acida la segretaria Costanza.
"Ma no, bastano due minuti, venga, MR!" ribatte fiducioso il Professor Fondi.
"Sì, è una cosa rapida!" conferma Emma, facendo scricchiolare la sicurezza proterva della segretaria Costanza.
"Bene, come volete!" si arrende questa con la vendetta nello sguardo.
"Bene, bene, MR, va molto meglio. La voglio rivedere martedì prossimo per un piccolo drenaggio in questo punto. Sarà una questione di cinque minuti."
"Prendo un appuntamento, allora?"
"No, per carità, altrimenti glielo daranno per il prossimo novembre. Si faccia vedere qui fuori, mi bussi, veda un po' lei."
Dopo la visita di controllo, MR imbocca l'uscita ma viene bloccata dalla segretaria Costanza.
"Allora, MR, è tutto a posto?" indaga truce.
"Sì, devo tornare martedì per un drenaggio, e il professor Fondi ha detto che per CINQUE minuti apparterrà solo a me."
"Sì, ma mi chiami lunedì sera, così le do conferma!"
"Ma non può avvertirmi lei, come fa sempre?"
"No, chiami lei!" ringhia la segretaria Costanza facendo roteare fra le dita un bigliettino da visita con il numero di telefono del centro che ha cerchiato in rosso, prima di porgerlo a MR.


giovedì 24 maggio 2012

NOMINA SUNT CONSEQUENTIA RERUM, NOMEN OMEN

"I post che scrivi sono divertenti, autoironici, e a volte taglienti."
"Oooh, uuuh, graz.."
"Sì, ma cerca di non chiamare sempre le persone per iniziali."
"Perché, non va bene? Lo faccio per una questione di privacy, e poi dà una certa caratterizzazione al tutto."
"Sì, sembra di leggere un codice fiscale. Scusa, ma usa dei nomi di fantasia, no? D'altra parte..."
"D'altra parte cosa?"
"Nomina sunt consequentia rerum. Nomen omen."
"Dici? Tipo Scania in luogo di L con i suoi tratti somatici uguali a quelli della facciata di un tir, o Il Liceale, o Il Mafioso, o Marcello Mastroianni de' no' antri, o Fata in luogo di MR perché dicono che parlo come la Lollobrigida?"
"Più o meno, ma ho detto nomi di fantasia, non sopprannomi o nomignoli! I nomi palesano e riferiscono le qualità, le caratteristiche, le specificità di cose o di persone. Ogni nome ha un destino intriseco, tramandabile ma i nomi e i loro destini sono anche mutevoli e in continuo rinnovamento. Meglio però usare nomi propri di persona piuttosto che soprannomi."
"Ah, ho capito!"
"Eh! E comunque, neanche la terza persona che usi è proprio il massimo. Se pensi che la usano Berlusconi e il Papa.


G e non è il solo - con lui anche R - ritiene che non usare le iniziali dei nomi, ma, sempre per necessità di privacy, nomi di fantasia riconducibili a fatti, cose, o personaggi e persone, dia alla lettura dei post più scorrevolezza, e un'identità ai nominati.
Propensa ad accogliere il suggerimento, MR, che continuerà comunque a chiamarsi MR, da oggi in avanti userà nomi propri di persona per esteso cominciando da Antonio (Di Pietro) in luogo di G e in luogo di R ci deve pensare.
La terza persona per ora resta invariata.

mercoledì 23 maggio 2012

STAI MATURANDO, OVVERO, OPINIONE DI EX

F è alto, ha gli occhi verdi, un carattere burbero, e un grande cuore. F lavora nel campo dell'edilizia, ama la filosofia, l'estetica, la critica letteraria, la pittura e la vita di campagna.
F fu presentato a MR dall'amica comune S. Prima di incontrarsi si conoscevano solo di vista e si detestavano. Lui, seduto per terra fuori dal bar del quartiere, vedeva passare lei in motorino avvinghiata al suo fidanzato, con gli short, gambe e capelli al vento. "E' una poco di buono" osservava bacchettone.
Lei, mandata dalla mamma a prendere frutta e verdura nel negozio in cui lui in estate lavorava, lo vedeva sfacchinare con i capelli lunghi, ispidi e ingestibili. "E' antipatico e ha dei tronchi orribili in testa" considerava velenosa.
L'amica comune S organizzò l'incontro tra F e MR, con lo scopo di accoppiarli, a loro insaputa.
"No, mio Dio, non lei!" biascicò trucido lui.
"Merda, proprio lui!" farfugliò impietrita lei.
Superato il primo momento, pesante come una lega di piombo e cadmio, F e MR cominciarono a piacersi. Decisero così di rivedersi e di percorrere insieme lo stesso cammino. Camminarono dentro il Metropolitan Museum, il Prado e il Louvre, dove lui trascinò di peso lei, che dopo averlo considerato pazzo perché capace di sostare davanti ad un quadro anche venti minuti, decideva di aspettarlo fuori. Camminarono tenendosi per mano per le capitali del mondo, dove lui le spiegava architetture di chiese, moschee, palazzi, piazze, archi, torri, piramidi, templi, e le illustrava le cucine locali. Lei preferiva all'arte e all'architettura le delucidazioni sulle gastronomie etniche, lui le diceva "Non capisci niente!" 
Viaggiarono molto, lui era per lei il suo mentore, lei era per lui la sua bussola.
Lei un giorno gli chiese di sposarla, lui accettò. Buttarono giù i muri della vecchia casa di campagna a picconate, come Demi Moore e Patrick Swayze.
In quella casa abitarono. Lei suonava il pianoforte e cantava per lui costringendolo a estenuanti guide all'ascolto, fino a quando sfinito cadeva riverso in mezzo a montagne di spartiti musicali.  Lui si chiudeva in bagno a studiare il pensiero di Heidegger, fino a quando lei con la vescica che stava per esploderle non cominciava a battere i pugni sulla porta:
"Hai finito? Non ce la faccio più!"
"Scusa, ma Heidegger è fenomenale. Riuscire a entrare nel suo pensiero è una sfida, e posso farlo solo nella pace del bagno."
F, dopo averla studiata a lungo, reputò che MR fosse strutturalmente forte e fisicamente indistruttibile. Per questo le diceva sempre che non sarebbe invecchiata mai, che avrebbe vissuto fino a cent'anni. Per questo la portò nei campi a coltivare ortaggi, a mietere l'erba, a potare, piantare e innestare gli alberi
"Che bel viso acqua e sapone hai", le diceva da fine esteta lui mentre lei vangava.
"Non potare così brutalmente i miei alberi!" gli ordinava ormai abile e competente lei mentre lui smanettava furiosamente con le cesoie e pensava "Che moglie pallosa che ho!"
Dopo qualche tempo, sarà stato per le cesoie, sarà stato perché è sempre la vita a decidere, F e MR si divisero. Pur tuttavia non si sono lasciati trafiggere dai rancori. Lui per lei è sempre F, lei per lui è un mostro, sono rimasti in buoni rapporti, e ogni tanto si sentono.
"Ciao F, come stai?"
"Ehi, mostro! Bene, tu? Sempre in forma? E chi ti ammazza. Tu camperai cent'anni e non li dimostrerai. Novità?"
"Sì, ho tagliato i capelli!"
"Cooosa?! I tuoi lunghi capelli? Quei capelli?"
"Sì, ti mando una foto, così mi dirai cosa ne pensi. Te la spedisco via mail, mi raccomando rispondimi presto!"
Caro mostro,
non che tu non stia bene con i capelli corti, ma noto dei cambiamenti. Insomma, stai "maturando". Hai un po' l'aria della "signora" borghese, dell'insegnante pensierosa con problemi, un po' rompiballe. Si comincia a vedere che sei entrata nel quarantennio. Forse i capelli lunghi lasciavano qualche legame con la gioventù, con la spensieratezza...
Un abbraccio, F.

domenica 20 maggio 2012

UNA DUE GIORNI DA (NON) DIMENTICARE

Melissa ha 16 anni, frequenta l'istituto professionale per la moda e il turismo. Sabato mattina alle 7.45 scende dall'autobus, proprio di fronte all'ingresso della scuola che frequenta. Lì, insieme a Veronica salta in aria. Tre bombole di gas metano collegate tra loro dentro un cassonetto dei rifiuti esplodono grazie a un timer o telecomandate a poca distanza. Spezzano la vita di Melissa, frantumano il torace di Veronica, ustionano gravemente altre quattro ragazze. Succede a Brindisi che prima inorridisce, per qualche manciata di ore si accascia scorata, poi protesta risollevando il capo. L'Italia è disorientata, i genitori degli adolescenti  sono confusi e spaventati, gli inquirenti cercano tracce e indizi. Sacra Corona Unita, terroristi che azzardano una strategia della tensione post moderna, un Breivik versione pugliese, un fondamentalista islamico di Al-Qaida, l'ultimo tipo di pazzo lucido vestito elegantemente e con quel tanto che basta di competenza per congegnare un ordigno esplosivo eccentrico e mediocre, manierato e modesto. "Dunque?" chiedono gli italiani genitori, gli italiani figli, gli italiani sui social network, gli italiani sintonizzati sui media. Le procure di Brindisi e di Lecce continuano la loro battuta di caccia su direzioni divergenti, mentre l'Italia massiccia, risoluta, e notturna viene rischiarata dalle fiaccole. L'imponderabile sorprende i sensi appannati, mentre l'Italia, un po' più a nord, turbata, distesa nei letti, e albeggiante viene allarmata da una forte scossa sismica. Crolli e morti. Imbarazzo e impaccio. L'Italia osserva attonita, guarda dolente, inciampa nel minimizzare, scivola squallidamente su battute meschine e disperate. "E adesso?" si chiede fragile e atterrita.

sabato 19 maggio 2012

VICINI VICINI

A volte i vicini possono essere pazzissimi. La dirimpettaia di MR si chiama O, è rumena ed è sposata con S che è toscano. O urla quando scherza, quando ride, quando litiga con S, quando conversa con sua figlia. O è coraggiosa, stimolante, e persuasiva, e non parla molto bene l'italiano. O ha molta simpatia per MR  e spesso, urlando, glielo dimostra. "MR, trece prin fereastra, vai... salturi finestra, vaiFare così, da, pune piede aici, da!" la incitava ridacchiando e dando consigli su come saltare da una finestra all'altra, al settimo piano, quando MR rimase chiusa fuori di casa. "MR, andare giocare con bambini palle neve, da, vai joaca!" urlava euforica quando a Firenze nevicò. 
I dirimpettai di balcone di MR sono peruviani. Non è dato sapere di quante unità sia composto il nucleo familiare, ma pare sfiori le dimensioni della cellula. L'appartamento in cui vivono è stato loro affittato da una deputata diessina. Appena installati, trascorsero due giorni a buttar giù a picconate fragorose e rimbombanti due muri di casa. "Cosa sta succedendo? Chi sta facendo i lavori in casa senza comunicarlo?" si levò allarmato il coro di tutti gli inquilini dello stabile.
"Noi podemos fare, la deputata diessina nos dijo que podiamos. Cosa vuoi!? Desaparecer, vai via, andate!" inveì il capo dei We All Togheter. Ultimati i lavori dell'open space iniziarono a cantare, a ballare la Salsa e il Merengue, e a bere birra a fiumi. Un'assemblea di condominio convocata d'urgenza freddò tale surriscaldamento.
M il maori è stato il vicino più pazzo di MR la ciociara fino a due anni fa. Alto e curvo, aveva l'incarnato grigio e malaticcio e una esagerata opinione di sé. Schiavo del web, dell'Hip Hop, dell'Hard Rock, e del testosterone, M sognava veneri sessualmente scatenate che trovava spesso in chat, che incidentalmente gli piombavano in casa, e che regolarmente metteva alla porta dopo salutari acrobazie. Meno baldanzosa e procace delle veneri scatenate, ma ardita paladina dell'addomesticamento del maschio, ancor meglio se straniero, ancor meglio se maori, D la casertana aveva scambiato ruvidezza e diffidenza di M per candore di bambino. Predisponendo tutto con gran cura dei particolari, decise di sperimentare gli effetti di un rapporto stabile fidanzandosi con lui ad insaputa di lui. Per M iniziò un lungo periodo di coabitazione coatta con D.  Isterie e rancori accompagnarono la sua galoppante afflizione. Stritolato e imbottigliato dalla vita di coppia, mise alla porta D che bussò in lacrime alla porta di MR.  
"Cosa succede, D, perché piangi?"
"E chill, M, m'è lassat! Non mi vùole cchiù! Mammamia!"
MR, dopo averla consolata un po', congedò D, ed in seguito aiutò M - devastato dall'opprimente esperienza - a superare la crisi, facendosi insegnare ad usare il pc, lasciandogli il gatto che lui accudiva amorevolmente quando lei era assente, e preparandogli in cambio fantastic polente con sugo di maiale. Ma M doveva colmare il vuoto domestico, e si buttò nell'ascolto dell'Hip Hop, e dell' Hard Rock a pieno volume sfiancando MR e destabilizzando il suo già non troppo saldo equilibrio. Ai continui ed insistenti inviti di MR ad abbassare l'audio, attraverso un vasto panorama di tentativi che la videro all'inizio gentile e dimessa, a metà della trattativa disperata nel prendere a pugni e calci la porta di casa maori, e alla fine gongolante tra due baldi agenti di polizia che intimarono a M di non fare la testa calda, lui rispose: "NO, no, e no!"
MR stanca, disgregata, impotente, nella sua mente ormai non più tanto lucida impugnava già uno spadone letale, determinata a far fuori il maori.
Intanto D era stata riaccolta, e senza pietà per se stessa si mise a consolare l'afflitto.
Ma il destino di certe situazioni a volte è quello di smembrarsi e ridursi a nulla da solo, anche se si pensa che si terrà in piedi in eterno, o che si dovrà far ricorso a chissà quale forza sovrumana per annientarlo. M il maori ha cambiato lavoro, casa e città, e MR pensa che i miracoli a volte succedono.

giovedì 17 maggio 2012

ISIDE E GATTOFILIA

Sono partite alle tre di oggi pomeriggio. Hanno caricato il trasportino in macchina. Hanno seguito le indicazioni del navigatore satellitare. Durante il viaggio, per ammazzare l'emozione, hanno parlato della prova di stamattina annullata, di uomini e di tecniche di seduzione. MR e M sono andate a prendere Iside, una gattina siberiana di tre mesi. M è un'amica e collega di MR, Iside da stasera è entrata a far parte della sua vita. Sono entrate in casa di D, c'erano Luisiana, Silver, Iside e i suoi fratellini. D è un medico gattofilo un po' scontroso e un po' no, e coltiva le orchidee. Ha una casa luminosa con le pareti tappezzate di foto di gatti, e orchidee in ogni angolo. Ha consegnato Iside, che ha una raggiera naturale sulla testa e lunghissime e sottili vibrisse, a M che emozionatissima l'ha adagiata nel trasportino. Le ha intimato di non metterle il collarino perché il pelo della gorgiera di Iside è troppo bello e folto, e deve rimanere libero e fuori controllo. Le ha suggerito tempi e modi per vaccini e antiparassitari. Ha congedado M e MR che hanno salutato la famiglia di Iside, D e le orchidee.
M ora è ufficilamente nel club dei gattofili. Da oggi in poi sarà sotto il  fermo e solido controllo di Iside. A lei sarà totalmente sottomessa. Crederà di possedere un gatto; in realtà sarà il contrario. La reputerà un considerevole ed essenziale membro della famiglia. Anche M condurrà l'eterna crociata per l'inserimento del gatto nello stato di famiglia e per il riconoscimento del suo diritto al voto. M presto apparirà come una creatura bizzarra, schizzoide, e maniacale. In realtà, ad un certo punto della sua vita - stasera - ha solo subito una deviazione dei processi affettivi, proiettandosi tutta verso Iside. Si esprimerà con lei attraverso una ricca e ricercata varietà lessicale. Mommollosa, poppollina, nonnollosa, gibogi, ciocciosa, moscica, ngrrrrr, purrrr, miu, sono solo degli esempi. Benvenuta, M, e buona vita Iside!

martedì 15 maggio 2012

AMICI DI PENNA

All'età di tredici anni MR pubblicò un'inserzione su un giornalino per ragazzi: "Sono MR, ho tredici anni, studio pianoforte, amo gli animali, adoro leggere. Mi piacerebbe corrispondere con ragazzi/e dai tredici ai sedici anni." Dopo qualche giorno cominciò a ricevere montagne di lettere da tutta Italia. MR si sentiva euforica e nella sua scatenata fantasia di adolescente era giunto il momento tanto atteso in cui avrebbe scambiato quintali di carta, di sogni nel cassetto, di segreti, di idee, di pensieri con perfetti sconosciuti che sarebbero potuti diventare suoi amici. Le scrisse B, piemontese che MR, dopo qualche mese, conobbe personalmente durante una vacanza dai suoi zii. B aveva occhiali dalle spesse lenti che gli ingrandivano gli occhi, e il passo ciondolante. Le offrì una mousse al fior di latte con la panna nella cremeria del paese, le raccontò che aveva una sorella, che voleva fare il ragioniere, e le disse che era bella. Quando MR tornò a casa, smise di rispondere alle sue lettere. Per non ferirlo gli inventò che non aveva più tempo da dedicare alla corrispondenza e lo passò all'amica S. Le scrisse G che con la sua scrittura tutta storta le faceva venire il mal di testa. G ripeteva all'infinito che abitava sul Lago di Garda, il lago più grande d'Italia. Quando i mal di testa di MR cominciarono ad aumentare progressivamente, smise di rispondere alle sue lettere. Le scrissero anche F, dalla grafia incomprensibile del quale l'unica cosa che MR capì era che pescava nel Tevere; L che a quattordici anni era corteggiata solo da venticinquenni; P che si era tuffato in un fiume pieno di scarichi industriali procurandosi una rara forma di acne che un famoso dermatologo gli stava curando. A questi e ad altri MR smise di rispondere, senza dare troppe spiegazioni. Continuò la sua corrispondenza solo con A.
A aveva tre anni più di MR, scriveva con il pennino quadrato su carta da lettera intestata, pesante e granulosa. Amava la musica classica e l'opera, adorava leggere, e scriveva poesie. A diceva che sarebbe dovuto nascere cent'anni prima, ed era innamorato dell'amore. Si struggeva per C che dopo una folle e appassionata storia lo lasciò. Si affliggeva per M che dopo un travolgente e ossessionante attaccamento gli spezzò il cuore. Allora si innamorò di MR. Le telefonò. MR si scusò per la sua voce scura e maschile, lui disse che era profonda e sensuale. MR rispose che se ne vergognava perché non era squillante e acuta come quella delle sue amiche, lui disse che con quel timbro avrebbe potuto cantare la Carmen e il Werther. Lei non capì, lui le consigliò di studiare canto. Lei non sapeva che il canto si studiasse, lui le chiese di incontrarla. A MR non fu permesso in alcun modo di incontrare A, perché abitava lontano, perché era uno sconosciuto, perché era troppo grande per lei. A smise di rispondere alle lettere di MR dopo quattro anni di corrispondenza. MR lo cercò per molto tempo, seppe da qualcuno che si era sposato. Qualche mese fa lo ha ritrovato su Facebook. "MR?! Ma sei la mia amica di penna di trent'anni fa? Incredibile!"

domenica 13 maggio 2012

SONO TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO

La mamma di C è un'ex insegnante di lettere in pensione. Ha tre figlie, sei nipoti, e un marito. Un tempo era una donna forte, arguta, e innamorata del greco e del latino. Faceva lunghe passeggiate a piedi, composta nel passo, con lo sguardo leggero e sfuggente. Insieme a lei suo marito. Da qualche anno la mamma di C non è più la stessa. Fa ancora lunghe passeggiate a piedi, ma il passo è pesante, lo sguardo affaticato e pensieroso. Insieme a lei una o due delle tre figlie. Qualche volta, suo marito, su una sedia a rotelle.

La mamma di S ha sempre lavorato in campagna con suo marito. E' alta, bruna, e ha gli occhi profondi e scuri come pozzi, uguali a quelli di sua figlia. La sua prorompente avvenenza non potrebbe passare inosservata. Simpatica ed espansiva, avrebbe tanto desiderato dei nipotini che non sono arrivati. E' innamorata dei figli di un amore folle. Grazie a questo amore, i troppi angoli bui che ha conosciuto nella sua vita, non sono riusciti a fiaccarla. In questo periodo dell'anno riempiva MR di ciliege raccolte dai suoi alberi. Tanti anni fa le regalò una piantina di rosa scarlatta: "Interrala nel tuo giardino e dalle il mio nome."


La mamma di F faceva l'operaia. La sua famiglia di origine era numerosa e molto unita. Aveva un marito  terribilmente sensibile che spesso si intristiva. Un giorno, rientrando a casa, lo trovò impiccato. Cercò riparo nella numerosa famiglia di origine che poco per volta divenne sempre meno numerosa. Toccò con mano paura, sconforto, e disperazione. Divenne magra, assente, quasi incorporea. Nei figli trovò l'energia e il coraggio di non farsi inghiottire dall'avvilimento.

La mamma di G ha lavorato fino a quando non è nato suo figlio. Lo ha cresciuto amorevolmente dedicandogli ogni attenzione. Lo ha seguito sognando e guardando da vicino l'universo musicale - sua scelta di vita - con ammirazione e stupore. Gli ultimi mesi non sono stati facili per lei, ma niente è in grado di farle perdere il contatto con la realtà. La mamma di G ha la mente curiosa, lo spirito attento, e una severità nello sguardo che nasconde sempre un sorriso; rivolto a G prima ancora che a tutti gli altri.

La mamma di A ha trentadue anni, lavora saltuariamente ed ha in tutto tre figlie. Ogni figlia ha un padre diverso, e alla casa famiglia dove erano ospiti temono tutti che possa incontrare altri uomini e concepire altri bambini. A e le sue sorelle volevano tornare a casa perché mancava loro la mamma. Alla casa famiglia hanno lottato perché questo non avvenisse. C'è stata una causa, il giudice ha strappato alla mamma di A la promessa di adottare l'uso di anticoncezionali per avere rapporti sessuali e di cercarsi un buon lavoro. A e le sue sorelle sono tornate a casa.

La mamma di MR ha una figlia stordita che le ha fatto gli auguri per la festa della mamma domenica scorsa.

venerdì 11 maggio 2012

CONCERTO AL NUOVO TEATRO DELL'OPERA DI FIRENZE

Il Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze è ancora per metà teatro e per metà cantiere. L'ultima volta che MR ci aveva lavorato risaliva al 31 dicembre 2011. Ci è tornata ieri sera per un concerto e, a parte il foyer, la sala, e il palcoscenico che sono rimasti identici, il resto è tutto cambiato. MR ha cercato di accedere ai camerini ripercorrendo la strada che conosceva, è transitata attraverso porte con maniglioni antipanico e bianchi corridoi, sfociando nella zona per metà cantiere. Un cantiere non è una realtà immobile e immutabile. Un cantiere è in continuo divenire. E' vivo e dinamico. Un cantiere dopo sei mesi non è più lo stesso, e MR non lo ha riconosciuto. Lì si è ritrovata sola, sudata dall'agitazione dentro il vestito da concerto, con i tacchi dodici piantati nei detriti. Sola senza gli ottantanove colleghi del coro e i cento dell'orchestra. Sola senza Zubin Mehta. Tutt'intorno ruspe e materiale edilizio. E' notorio che nella zona per metà cantiere del Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze, prima di un concerto non ci sia nessuno, neanche uno del pubblico. Tuttavia qualcuno nel bel mezzo del nulla si è materializzato, ed ha iniziato ad interagire con MR che non vedeva l'ora di imbattersi in qualche forma di vita.
"Dove va? Cosa cerca?" ha chiesto lui
"I camerini", ha risposto lei
"Qui???" ha ribattuto lui
"Sì, qui. Il 31 di dicembre c'erano, proprio qui", ha delirato lei.
Preso da forte compassione e compiaciuto per la gradevole e divertente parentesi apertasi nella desolata zona per metà cantiere, lui materializzato, ha indicato a MR la strada più breve per raggiungere il retro palco.
"Lei qui non potrebbe stare. In tutti i modi, scali quella montagna di pietre e breccia, scendendo dall'altra parte, in fondo, trova l'ingresso per il retro palco. Stia attenta a non farsi male!"
MR, sfatta, è riuscita a raggiungere i camerini dove erano tutti i suoi colleghi, freschi come rose e pronti per il concerto. Nervosa e indispettita con se stessa, ha risposto male a qualcuno di loro, ha dimenticato di firmare l'entrata al lavoro, si è sentita una totale idiota perché nessuno oltre a lei ha sbagliato la strada. MR ha preso posto nella zona per metà teatro, ha inspirato ed espirato profondamente. Si sono abbassate le luci, ha chinato il capo verso lo spartito. Il concerto è iniziato. La musica, magicamente, l'ha riconciliata con se stessa e con il mondo.

giovedì 10 maggio 2012

CLICK

La mamma di MR si chiama V, è una donna energica e volitiva, ha ben piantato in testa il principio dell'infallibilità materna, è sempre stata un'amministratrice dal pugno di ferro di casa e famiglia, e di se stessa. La mamma di MR è ferma nelle sue scelte e nelle sue decisioni, ha innate le doti della positività e dell'ottimismo, ha uno slancio amorevole ed una eroica sopportazione verso sua figlia che non le somiglia per niente.

"Pronto, mamma!?"
"Ciao MR, come stai?
"Mah, piove sempre, chissà se continuerò a lavorare, soffro di insonnia."
"Coraggio, MR, non buttarti giù. A tutto c'è rime.. "
"Ma che rimedio e rimedio, va tutto male, è tutto uno schif. "
CLICK
"Pronto?! Mamma, pronto?!"


"Pronto, mamma!?"
"Ehi, MR, come va?!"
"Mah, mi hanno tolto le cisti dal naso, solo che ora al loro posto ho tre voragini... "
"Che esagerazione! Vedrai che con il tempo le voragini si richiuderanno."
"Ma che si richiuderanno. Che palle, ora mancava solo questa."
"Su, MR, coraggio, le cose si risolvono con pazien.. "
"Ma che dici?! Succedono tutte a .. "
CLICK
"Pronto?! Mamma, pronto?!"


"Pronto, mamma!?"
"Ciao, MR, tutto bene?"
"Al solito, tutto un po' così."
"Non cominciare a lamentarti, perché non esci con qualcuno? Perché non ti cerchi un fidanzato?"
"Seee, e chi mi prende? Tanto lo so quale sarà il mio dest... "
CLICK
"Maaaaaaa, prontooo!?"


La mamma di MR ha un'eroica sopportazione verso sua figlia, ma a tutto c'è un limite.

martedì 8 maggio 2012

DI CAPELLI

MR ha sempre avuto chiome folte e ribelli. I fitti ricci che spuntavano sulla sua testa da bambina, le valsero il soprannome di Frasca, le libertine molle che costringeva in una rigogliosa coda di cavallo alle scuole medie, quello di Boccoletto. Malgrado ciò a MR i suoi capelli piacevano molto. Ma tra un cespuglio indomabile oggi, e una criniera indisciplinata domani, le piacevano di più le lisce, docili e ordinate capigliature della zia A e della cugina T. MR ne subiva fortemente il fascino e spesso le due parenti erano costrette a sottoporsi ad estenuanti prove di resistenza sotto i suoi pettini e le sue spazzole. MR acconciava, inanellava,  ravviava come una parrucchiera provetta. Fino a quando, sfiancate, le due parenti insorsero, protestarono e si opposero alle torture inflitte da MR alla quale non restò che rassegnarsi, raccogliere i suoi arnesi del mestiere e, con grande senso di colpa, battere in ritirata. MR, afferrata da un'indicibile nostalgia per le setose e levigate chiome, ripiegò sui propri capelli. Davanti allo specchio armeggiava con forchettone, piastra, e ferro infierendo sul cespuglio che non voleva saperne di diventare liscio. Allora MR si recò dal parrucchiere certa che sarebbe riuscita nel suo intento con il tiraggio a caldo.
"Ogni riccio un capriccio!" esclamò senza mezzi termini la parrucchiera osservando che il cespuglio era rimasto indomato anche dopo il suo intervento.
MR, desolata, accettò definitivamente la natura fortemente tortuosa che aveva sulla testa, imparando sempre più ad apprezzarla anche in virtù dei complimenti che riceveva. Le sue volute anarchiche crescevano in tutte le direzioni, conferendole un aspetto selvaggio e leonino, gitano e insolito, ruvido ed esotico. Per molti erano il logo di MR. Per MR erano un punto di forza. Non le avrebbe tagliate a costo di morire.

Ieri MR è andata dal parrucchiere per tagliare i capelli. Nell'ultimo anno ci è andata cinque volte, per procedere per gradi ed evitare così crisi di alienazione e di identità, cambiandone uno ogni volta, perchè inevitabilmente con i parrucchieri sviluppa rapporti burrascosi. La prima è andata da C, il quale le ha detto che ha i capelli afro, come sua moglie e che non si possono tagliare ma solo spuntare per non creare geometrie inefficaci. La seconda è andata da G il napoletano, che le ha detto che il suo non è un vero riccio e che le ha tolto quattro centimetri qua e quattro là per familiarizzare con una lunghezza sotto il collo. La terza è andata da M il brasiliano, che con i tagli ricci ci sa fare e che le ha scoperto il collo. La quarta è andata da F, che le ha dato finalmente un taglio netto. La quinta è andata da M il marocchino, per tagliare il centimetro ricresciuto. Nessuno di questi in futuro vorrà rivederla, causa forte tensione creatasi nell'interazione tra cliente e operatore: "Da questa parte sono più lunghi", "Ma no, MR, sono uguali, guarda te li misuro con il pettine", "Con il pettine?! Prendi il centimetro e ti dimostro che ho ragione".
"A destra sono più lunghi, tagliali uguali", "Ma no, MR, sono uguali, guarda! E' solo che a destra hai la testa più piatta... sicuramente dormi sul lato destro", "Sì, ma tu raddrizzali."
"Taglia un po', poi vediamo come stanno e se non mi piacciono ricominciamo da capo", "Certo, MR, certo", "Sono tornata perché qui non vanno bene, vedi... sono più lunghi", "Sì, vieni MR, accomodati, vediamo cosa si può fare."
Affaticata e in fuga dai suoi acconciatori, MR è sempre riuscita a superare l'impasse, mostrando fiera al mondo il suo rivoluzionato look.
" Hai fatto bene a tagliarli, MR, ti donano  molto così corti", si è levato unanime il coro di propugnatori del capello corto.
"Era tanto che ti dicevo che avresti dovuto tagliarli. Non mi ascolti mai!" ha sentenziato imperiosa V la mamma di MR, che da sempre caldeggia la causa del capello lungo.
Nell'ultimo anno MR non sa cosa sia successo. Sa per certo che tagliare i capelli non le ha creato turbamento come pensava. Proprio come quando, tanto tempo fa, si accorse dei suoi ricci indomiti.

domenica 6 maggio 2012

VIAGGIARE... CHE FORTUNA!

La scorsa estate MR ha trascorso dieci giorni in Norvegia. E' partita insieme a G, amica e collega di lavoro - con la quale aveva condiviso la tragedia del terremoto del marzo 2011 in Giappone - il giorno dopo la strage di Oslo. MR e G, prima di recarsi all'aeroporto, si erano dette che forse quello non era l'anno fortunato per viaggiare. Hanno deciso, però, di partire ugualmente perché, cariche di entusiasmo, volevano ad ogni costo assistere al fenomeno del sole di mezzanotte, immergersi nel bel mezzo dei fiordi, vedere le renne e gli orsi polari, e salire fino a Capo Nord. Per fare tutto questo MR si è autoinflitta masochisticamente una sorta di condanna al freddo, ed ha indossato per tutto il viaggio coperte, plaid e trapunte. Per fare tutto questo MR e G si sono imbarcate su un battello postale della Hurtigruten insieme ad altri italiani e alla guida P, percorrendo tutta la costa del nord della Norvegia. Sul battello postale hanno goduto delle gioie culinarie scandinave mangiando salmone, alibut, aringa, salmone, gamberi, cozze, salmone, baccalà, salmone, per un apporto fanatico di omega 3 e memoria di ferro per il prossimo decennio.
Il battello postale si è fermato in ogni porto, anche il più piccolo e desolato, ad ogni ora del giorno e della notte, che non scendeva mai. In ogni porto, anche il più piccolo e desolato, il battello postale, raccoglieva e scaricava passeggeri, vacanzieri, pendolari, e merci. In ogni porto, anche il più piccolo e desolato, c'era sempre il sole, anche di notte.
 "Il senso della vostra vita ha la sveglia stanotte alle 2", tuonava fiera la guida P, alla comitiva di italiani di cui facevano parte anche MR e G, la sera prima di andare al letto.
 "Oggi visiteremo una tenda dei Sami. Potrete fotografare anche le loro renne, che allevano, che addomesticano, e che venerano. Sono le stesse che servono arrosto o in brodo. Vi sconsiglio il brodo, sono meglio in umido", suggeriva sonnecchiante la guida P, alle quattro del mattino.
 "Attenzione a non igozzarvi di salmone. Lo so che è buono, ma se ne abusate sarà peggio per voi. A me non succede niente, io posso mangiare di tutto. I miei anticorpi sono come pantegane", ammoniva affamata la guida P, prima della colazione.
 "Si facessero un bidè alla coscienza", esortava stizzita la guida P, dentro il microfono del pullman raccontando di disonesti.
Oltre alla guida P, MR e G hanno fatto tante nuove conoscenze.
 "Così, a vederti, pensavo fossi una ricercatrice. Invece sei una cantante lirica", ha confessato deluso S a MR.
 "Vieni con noi a visitare la città, stanotte", disponeva la famiglia F per G che al contrario di MR non riusciva ad arrestare la sua corsa turistica.
 "Siamo entrati nel meraviglioso Trollfjorden. Lo hai visto o come al solito dormivi?" ha chiesto agghiacciato L a MR.
MR e G sono state contente di partire ugualmente per il loro viaggio, nonostante l'anno, in materia, non promettesse niente di buono. MR e G sono state molto fortunate.
A qualche giorno dal loro rientro,  è scoppiato un incendio nelle cucine del battello postale, che distrutto è affondato.

venerdì 4 maggio 2012

FAI RIDERE

"MR, il lirismo non ti dona. Ti si addicono di più i post spiritosi."
"Tipo?"
"Tipo quello delle cisti sul naso, o quello di quando sei uscita in mutande dalla camera dell'albergo, o quello del regista che ha scelto la foto in cui eri vestita da gallina, insomma quelli un po'... "
"Un po' più briosi, vuoi dire?"
"Sì, più o meno. Sei buffa, fai ridere!"

MR adora essere letta da M che sa cogliere gli aspetti più giulivi e ilari dei suoi post.
Vorrebbe però evitare di assottigliare troppo il confine tra il brioso e il buffonesco, per non scivolare nel ridicolo.

giovedì 3 maggio 2012

UN RISVEGLIO TIPO

Tremor e Gea dormono in stanze separate. Quando si rivedono al mattino non sono esattamente due agnellini. Il primo contatto è contraddistinto da una rapida occhiata di sufficienza, da un saluto di circostanza, e da un'annusatina in zona anale. A rinvigorire gli animi finalmente la colazione. Il post pasto mattutino segna l'inizio di numerose gare che si intrecciano con un'articolata caccia al tesoro ai danni di MR. Teatro delle competizioni il letto, sotto il letto, sopra il letto, intorno al letto, il water. Le discipline agonistiche prevedono corsa ad ostacoli, lotta libera, e arrotamento unghie, prerogative di Tremor, per conoscenza del territorio e per portentosità di mole; salto in alto, e torneo di soffi, appannaggio di Gea, che, agile e forte di una pestilenziale alitosi, stravince. Non che a Tremor spunti un fiore in bocca, tuttavia, ad una attenta analisi olfattiva, la fraganza di merluzzo dell'alito dell'uno nulla può contro lo speziato aroma dell'alito dell'altra. Le emissioni di detti effluvi appartiene all'oscuro e complesso universo degli odori che non risponde a logiche semplici e che è dunque passibile di peggioramento. Fatto che giocherebbe a favore di un'eventuale rivincita di Tremor. La caccia al tesoro è la parte più estenuante per MR, che, dietro indicazioni e indovinelli lanciati dalla squadra delle bestie, recupera spugna dei piatti, rotolo di scotch, bulbo rinsecchito di ciclamino, cero ikea sotto il letto, e tubetto di colla Uh Uh nel water. Il gran finale si svolge intorno alle gambe di MR. Tremor, affettuoso, si struscia e fa mille fusa. Gea, feticista, adora i suoi piedi, ai quali si avvinghia in un tripudio di graffi e in un trionfo di morsi. MR si cambia le mutande che restano impigliate all'alluce, al quale è attaccata Gea come una sanguisuga. L'altra gamba è preda delle strusciate di Tremor. MR perde l'equilibrio e precipita a terra in un sonoro tonfo.

martedì 1 maggio 2012

PERCHE' COSÌ È

MR ha trascorso un'ora al telefono con G.
Hanno parlato del cattivo tempo, della pigrizia di MR, dell'intelligenza di Gea e del lavoro.
G è vicino alla pensione, MR non la intravede neanche. MR si agita molto per il suo lavoro e perché non intravede la pensione. Si preoccupa perché il suo settore lavorativo versa in pessime condizioni. Si turba perché il suo lavoro, il più bello del mondo, ha bisogno di una sana riforma. Si macera perché, per il suo lavoro, domani è un altro giorno, diverso da ieri e non per questo migliore. Si tormenta perché alle molteplici domande che, tra un Händel e un Verdi, si pone non c'è nessuna risposta. Si intristisce perché molti dei suoi più cari colleghi stanno per andare in pensione, come G. Si allarma perché tra un'alzata di sipario e un cambio di scena aleggiano concetti che danno le vertigini, come "cassa integrazione" e "licenziamento". Si angustia perché vorrebbe che il suo lavoro restasse per sempre il piccolo miracolo della sua vita.
MR ha trascorso un'ora al telefono con G.
Il tempo è migliorato, la pigrizia le è passata, e l'intelligentissima Gea le si è avvicinata con la pallina magica in bocca per giocare con lei.