martedì 30 ottobre 2012

OTTANTA, A NOVANTA GRADI

MR è geneticamente ed estremamente dissociata dal freddo. I concetti di glacialità, polarità, siberianità, le danno un forte senso di assideramento, e affronta i rigori invernali con spirito calvinista. L'inverno per MR è un complesso di fredde e rigide norme, alle quali rassegnatamente, letargicamente, e tropicalmente si adegua.
Entrata a pieno titolo nel mal d'inverno, negli ultimi due giorni ha trascorso diverse ore nella sauna della palestra. Stamattina è stata accolta da due gai omini, uno dei quali è uscito lasciando MR da sola con l'altro.
"Mi raccomando, fai il bravo!" ha vociato verso l'amico, puntando il dito contro MR.
"Io ci proverò, ma le tentazioni ci son tutte!" ha risposto quello che poi si sarebbe rivelato un satiro mandrillo, squadrando MR da cima a fondo.
"Ahahahahahahah..." ha argomentato MR.
"Sai, io a una così, queste cose le posso dire... e ti do anche del tu!"
"In che senso una così, scusi?"
"Io ho ottant'anni, e tu potresti essere mia nipote."
"Be', complimenti, lei è in splendida forma. Ma mi creda, io potrei essere anche solo sua figlia."
"Eh, per quel che mi riguarda potresti essere anche mia moglie... con quei riccioletti, ehehehe, anzi, mi vuoi sposare? Lo hai detto tu stessa che sono in forma... ahahahahahahah, tanta frutta, verdura, latte di soia, movimento, e sauna... ahahahahaha, non è mica da tutti! Allora, mi sposi? Se vuoi puoi pensarci, me lo dici la prossima volta che ci incontriamo. Ora esco... mi raccomando, comportati bene altrimenti ti sculaccio! Ahahahahah..."
MR, dopo una indecentissima proposta di matrimonio a novanta gradi centigradi da un arzillo ottantenne, pensa che la sauna a volte, anche in inverno, possa trasformarsi in una terra inospitale.

lunedì 29 ottobre 2012

BAGNO TURCO MON AMOUR

MR pensava che il bagno turco fosse l'ambiente d'elezione per il relax assoluto di mente, spirito, e corpo. Pensava fosse il posto ideale dove rintanarsi lasciando fuori stress e tensioni quotidiane. Pensava fosse il rifugio in un angolo dal sapore mediorientale dove concedersi magiche coccole. Pensava che per raggiungere tutti questi traguardi fosse necessario rimanere in silenzio. Del resto, a rinvigorire questa sua idea, fuori dal termarium che frequenta è scritto: "Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole."
Ultimamente il bagno turco è sempre molto affollato. MR, sdraiata sulla panca di marmo massiccio, ha visto sfilare nella rovente nebulosa creature dai tratti efebici, ipnotiche fanciulle, silfidi leggiadre scortate da avvenenti adoni, e altra varia umanità.

"Mi piacerebbe trascorrere una vacanza in uno di quei fantastici resort dove ti offrono l'impossibile. Alle Barbados, ad esempio."
"Alle Barbados? Ma basta spostarsi di qualche Km e li trovi anche qui."
"Sì ma qui pensi di trovare ciò che troveresti lì?"
"E cosa mai troveresti lì di diverso da qui!?"
"Già il solo fatto che le spiagge si chiamano beach... Brownes Beach, Miami Beach, Worthing Beach... vuoi mettere! E poi il golf, il surf, la possibilità di incontrare qualche velista australiano."


"Ho un cugino agli arresti domiciliari. Non che sia una cattiva persona, però spacciava droga come un pazzo. Lo hanno sbattuto in galera quattro volte, la prima aveva sedici anni. Sai cosa ha detto a sua madre? Che rifarebbe tutto, che non si è pentito, e che in carcere tutto sommato stava bene."
"E sua madre cosa ha risposto?"
"E' venuta a casa mia e lo ha raccontato in un pianto dirotto a mia madre. Ha detto che se lo scopre il padre, per tutta risposta, gli dà un accettata in testa."

"(Novità! Ho incontrato un uomo, mi piace, abbiamo una storia di sesso sfrenatissimo. Non siamo coinvolti sentimentalmente, è tutto sotto controllo. Niente cuore, solo muscoli e nervi! Te ne parlerò con più calma in un altro momento. Resta in attesa di dettagli!) E ho inviato l'sms a lui anziché alla mia amica."

"Sssssccccc... abbassa la voce! E' il conflitto inconscio ansiogeno che mi procura questo stress. Io uscirei con te, ma per ora va bene così. Vediamoci in palestra, nel bagno turco, in piscina."
"Il conflitto inconscio ansiogeno?"
"Certo, lo vedi questo? E' micosi da nevrosi, uso anche un prodotto apposito che mi ha dato il dermatologo, ma non c'entra niente... è tutta psiche."
"Quando ci rivediamo?"
"Ma che ne so! Ho i bambini che mi danno problemi in questo periodo... uno mi si avvinghia alle gambe quando rientro, e l'altro per dispetto tira il gatto per la coda. L'altra mattina ho visto una signora, tutta elettrica e con il sorriso sulle labbra, con un figliolo attaccato al collo ed uno alla caviglia entrambi urlanti... mi sono chiesta se non avesse sniffato di buonora..."
"Non vorrai cominciare a sniffare!"

MR, ultimamente, nel bagno turco ha subito il fascino delle chiacchiere, si è fatta gli affari degli altri volutamente, ha seguito con accanita attenzione il filo dei discorsi, ha atteso con trepidazione gli sviluppi delle storie delle varie Messaline che sta ancora aspettando di conoscere, ha compatito i disagi che provocano le droghe spacciate e sniffate, pur simulando un discreto e riservato disinteresse, rimanendo in uno sfrontato e rilassato silenzio. 

venerdì 26 ottobre 2012

BLOG? UNA FOLLIA!

"La maggior parte dei blogger non è sana!"
"Ma io e te abbiamo un blog... apparteniamo a quella inquietante maggior parte?"
"Mmmhh, be'... sì! Chi passa molto tempo a scrivere su un blog ha certamente qualche problema."
"Quindi io e te non ci staremmo con la testa!?"
"Rassegnati, MR, ahahahahahahaha"
"Effettivamente mettere tutta quella dedizione e quella esasperata euforia nello scrivere a volte mi preoccupa! Continuare a turbinare come nulla fosse, dopo aver postato, libera dagli ingabbiamenti nei quali spesso la vita ci costringe. Ma si sa, turbinare può nuocere alla psiche."
"Sì, e poi, rimanere ancorati a modelli e canoni comportamentali equilibrati non è facile! Si sta un po' con i piedi in aria."
"Già! Complici i pensieri, e gli stati d'animo che si accavallano. Ma c'è lo schermo che ci protegge. Si sa, gli schermi sono potentissime tutele; sono il filtro della vita."
"Al punto che si possono scrivere anche cose... come dire, un po' osé!"

"Una volta ho scritto un post su una discussione a cui avevo assistito sullo sbiancamento dell'ano, ma poi l'ho cancellato... mi sembrava veramente troppo! Però su un blog si possono assumere anche condotte non sempre inappuntabili delle quali si subisce l'appeal e alle quali la vita impone di rinunciare. Allo stesso tempo puoi millantare di avere un cuore d'oro e pieno di compassione, e sciogliere molte riserve. Due o più parti di te che mantengono una presa salda l'una sull'altra, a consacrazione di un alleggerimento dell'umore quando questo è pesante, e di una distensione dei nervi quando questi sono troppo scoperti. Un modus vivendi salottiero e vizioso con istruzioni per l'uso molto semplici, in fondo. L'emozione e la commozione per lo sgretolamento di equilibri faticosamente raggiunti, messe nero su bianco, per le quali lì fuori ti sotterreresti. E poi i buchi neri, la voglia di fuggire, gli ingombri, le esasperazioni, l'ironia, il sarcasmo."

Era una conversazione iniziata ieri tra MR e la sua collega-amica M, sfociata in una preoccupante sequela di pensieri di MR totalmente scollata dalla realtà.

lunedì 22 ottobre 2012

L'ARTISTA E' NIENTE SENZA IL DONO, E IL DONO E' NIENTE SENZA IL LAVORO. (E'MILE ZOLA)

MR non è tra gli esempi più luminosi di disinvoltura e spigliatezza; non ha mai rispecchiato appieno l'espressione fedele di naturalezza; le è assolutamente estraneo il concetto di scioltezza. MR è timida, detesta esprimersi in pubblico, teme le nuove situazioni, aborrisce il confrontarsi con più di quattro persone tutte insieme, cinque sono già una frotta, sei le scatenano attacchi di sociofobia. Nonostante ciò  anni fa ebbe la strampalata idea di mettersi a cantare e, aggiungendo contraddizione a contraddizione, scelse come lavoro quello di corista in una moltitudine di coristi.
Ma la moltitudine è unione, quindi forza; è anche anonimità e collettività; è collettività anonima. E' un ottimo rifugium peccatorum dove i timidi peccatori, perennemente aspiranti anonimi come MR, sono altamente e collettivamente organizzati. Se, paradossalmente, si fosse anche anticonformisti, si ha, incredibilmente, la possibilità di sfoderare perfino il proprio anonimo anticonformismo.
Vittima di un insondabile disordine esistenziale, circa una dozzina di anni fa, ad onor del vero, fu il fidanzato dell'epoca V - ristabilendo l'ordine - a trovare un lavoro ideale, fatto su misura per MR. Orari flessibili, possibilità di esprimere il suo anticonformismo nel canto, con varia fortuna anche trasferte e trasfertine. Il tutto previo concorso, e a quattrocento km da casa.
"E' bene che tu faccia domanda per questo concorso!" tuonò il fidanzato V brandendo la copia fax del bando.
"(Piuttosto mi impicco!) Concorso per cosa, dove, quando e perché?" rispose la disordinata esistenziale.
"Per il coro del teatro del MMF, a Firenze, tra un mese, per rimettere ordine nella tua esistenza, perché stai manifestando sintomi di perdita d'interesse per la cosa che ami di più al mondo".
"(Minchia! Un concorso in questo disordine! Ci stramazzo dentro... ) E noi? Non ci vedremo più! La cosa mi devasterà, mi spezzerà, mi spedirà all'inferno, sarò una derelitta infelice!"
"Non essere melodrammatica, e butta giù un curriculum".
"(Come farei a cantare se non fossi melodrammatica!?) Sì, certo! Ci mancherebbe solo che non buttassi giù un curriculum... "
"Come?"
"Ok, ok, butterò giù un curriculum!"
Qualche tempo dopo, ad occhi bassi, totalmente indisposta, affranta, a capo chino, ed esistenzialmente più disordinata che mai, MR si presentò al concorso.
"Ha un ottimo materiale, ma deve essere più convinta. Ci riprovi la prossima volta!" sentenziò unanime la commissione.
MR, nonostante non ne sentisse alcun bisogno, qualche giorno dopo l'audizione fortemente urticante e destabilizzante per il suo cagionevole equilibrio psichico,  ricevette un "premio di consolazione". Fu invitata dal teatro a far parte, provvisoriamente, del suo variopinto universo, con una tournée.
"Pronto MR, sono P ispettore del coro del Teatro del MMF. Noi si va tutti a Tokyo, vuoi venire?"
" Ehm, no, cioè, volevo dire, non so... tutti chi? Io non conosco nessuno, sono tim..."
"Saremo in trecento, hai voglia quante conoscenze potrai fare, saranno belle e nuove esperienze per te. Che fai vieni?"
"Ma a Tokyo!? In Giappone?"
"Aspetta che chiedo...  Sì, è in Giappone. Allora vieni?"
"D'accordo, vengo."
MR, dopo la tournée, si innamorò del suo lavoro, firmò contratti come artista del coro aggiunta, e - con l'ausilio del fidanzato V che continuò, ultimandola, la sua crociata contro il  disordine esistenziale - ferma, decisa, grintosa, a testa alta, e più convinta che mai, si ripresentò al concorso.
"Ottimo! Lei da oggi è dei nostri."
sentenziò unanime la commissione.
E la vita di MR diventò una vita d'azione, scenica e non.
Con la sua massa collega, di alcuni "tasselli" della quale ha imparato a conoscere segreti, passioni, pregi, difetti, manie, paure, speranze.
Tutta dentro un unico spazio, che può essere la sala coro o il palcoscenico. Quotidianamente.
Una quotidianità che può indurre a credere nel valore dell'inimicizia e in quello più sano dell'amicizia; una quotidianità a tratti irritante e irritabile, tollerante e insopportabile; una quotidianità che mette gomito a gomito con fratelli e sorelle d'avvenura; una quotidianità, non sempre quotidiana, che ti commuove facendoti quasi scoppiare in singhiozzi quando qualcuno tira fuori il rinfresco della pensione, e allora gli sorridi con le lacrime agli occhi, gli stringi la mano, lo abbracci, lo baci, e sei certo che ti mancherà.
Una quotidianità che fatta eccezione per gli incontri-scontri, le zone d'ombra, le bocciature tipo "MR sei detestabile!", per il resto fa venire la pelle d'oca perché è divertente, stimolante, potente come i suoni che produce... che inonda di luce tutte le zone d'ombra, che ti fa sognare promozioni tipo "MR sei adorabile!", e che ti pone di fronte a mondi paralleli e a pensieri comunicanti.
Anche se in un momento così critico per l'economia e la finanza le zone d'ombra aumentano allungando le loro ombre; anche se non si intravede la luce in fondo al tunnel; anche se spesso non hai voglia di pensarci.

venerdì 19 ottobre 2012

PENSIERI

MR lavora in un teatro d'opera, ovverosia in un ecosistema multimediale di anime ingegnose, creative, bizzarre, imbizzarrite, e sostanzialmente global. L'ecosistema multimediale gode del privilegio di raccontare le sorti secolari, immaginifiche, immaginate e non, di mondi interiori ed esteriori di musicisti, artisti, poeti, personaggi storici o inventati, in sonore - e non solo - espressioni di stati d'animo. Altri privilegi vengono erroneamente e gratuitamente imputati all'ecosistema multimediale - da legislatori che hanno emanato a caso e da governi (uno in particolare) che hanno approvato -, tipo: indennità alito pesante del vicino di posto, indennità brufolo da amianto, permessi retribuiti per lavoro very full time fuori dal teatro, sontuosa e superflua quantità di fannulloni, diritto di aperture di vertenze sindacali per spifferi, goccioline di pioggia (per quel che concerne gli spettacoli all'aperto), nidi di topi e pidocchi, ritardi di voli e rischio di disastri aerei nelle trasferte, con adeguato risarcimento; naturalmente tutto inventato. L'edificio deputato ad ospitare l'ecosistema multimediale è una sorta di dedalo, un intrico di scale, corridoi, sale, uffici, serpentoni colleganti, che fanno da estuario al punto più magico: il palcoscenico. Nell'edificio deputato ad ospitare l'ecosistema multimediale si aggirano uomini e donne che parlano alle ricetrasmittenti, o che indossano cuffie e sembra parlino da soli spostandosi per centinaia di metri in pochi secondi, che spingono, sollevano, compongono habitat naturali (allestimento spazi per concerti) e artificiali (allestimenti scenici); uomini e donne che, camminando, o girando in tondo, o anche seduti nel bel mezzo di un passaggio comune, accordano i propri strumenti prima di iniziare a suonare; uomini e donne addetti alla fonazione - MR è una di questi - che dediti da sempre all'ascesi canora, sono rimasti intrappolati  nel concetto di distacco dal mondo e dalla ordinarietà; uomini e donne in calzamaglie, scaldamuscoli e "scarpette rosse" estranei al concetto di grasso e cellulite; asini, cani, cavalli, piccioni e rondini a seconda delle stagioni astronomiche o teatrali. Dell'ecosistema multimediale fanno parte anche le signore dei capelli, che riescono sempre a domare le chiome ribelli di MR:
(Facciamo uno chignon?
Preferisci uno chignon?
Io direi che è meglio uno chignon!
Qui si può fare solo uno chignon...")
le signorine pennellicolor che con il loro abile occhio riescono a scoprire soluzioni alternative al viso di MR:
(Tu stai bene con le tinte chiare!
Tu sta meglio con le tinte scure!)
le sante sarte con un inventario di misure, taglie, forme da smistare, assai vario. Oltre alle nicchie ecologiche fisse, l'ecosistema multimediale comprende le nicchie ecologiche mobili: i direttori d'orchestra, i cantanti e gli strumentisti solisti, generalmente bionici per struttura.
E ancora i registi aiutati dagli aiuto registi:
(R. Vorrei che vi muoveste in maniera più fluida!
A.R. Muovetevi più fluidamente!
R. Non accalcatevi verso l'uscita in quinta!
A.R. Uscite un po' per volta!
R. Mettete agitazione nei movimenti senza usare troppo le braccia!
A.R. Non sbracciate!)
Ci sono poi i capi, uno per ogni settore; gli amministrativi, gli amministratori, e la capo dei capi che MR immagina seduti alle loro scrivanie con i loro laptop o computer fissi, con le loro ventiquattrore, che decidono, gestiscono, limano, e che ultimamente sono ricorsi a soluzioni ammortizzanti dando un  pizzico di aziendalismo ad una storia che è scarsamente aziendale. Perché il trend economico cammina ed il mercato del lavoro cambia. Perché i "perché" sono troppi, ed ingombranti. Tuttavia il futuro dell'ecosistema multimediale - organico e compatto per specificità -, che comunque di una sana riforma necessita, non dovrebbe simulare quello di un'azienda. Il futuro dell'ecosistema multimediale, così irrimediabilmente complesso e al contempo così efficacemente semplice, non dovrebbe essere, ma sarà paradossalmente, tristemente, e ingiustamente sempre più quello di una terra di frontiera.

giovedì 18 ottobre 2012

QUANDO SI RIMANE CHIUSI FUORI

MR è timida, pensa di essere permalosa, ha il vago sospetto di soffrire di inadeguatezza, ritiene probabile di essere vittima di una leggera forma di paranoia e perdita di identità, si illude spesso che tutto questo non sia vero.
Il pomeriggio di un anno fa, di ritorno dalla visita veterinaria (il paziente era Tremor), pensava al suo status socio-condominiale. Pensava che, da quando il suo ex vicino M il maori era uscito di scena, si sentiva una donna più leggera, disinvolta, e completamente inserita nella scala condominiale. Pensava felice alla positiva opinione che i coinquilini avevano di lei, e si compiaceva di essere riuscita a dare al vicinato un'impressione di persona equilibrata. Ci pensava in ascensore; ci pensava entrando in casa mentre poggiava la borsa comprensiva di chiavi e telefonino sul tavolo; ci pensava mentre andava a recuperare Tremor al quale aveva preferito far fare sette piani a zampe; ci pensava mentre la porta si chiudeva alle sue spalle lasciandola insieme al gatto fuori di casa.
MR entra in panico, ha le palpitazioni, i sudori freddi, le si paralizzano gli arti inferiori, le vanno in  ipercinesia sconnessa e scomposta gli arti superiori. Deve chiedere aiuto a qualcuno, non ha il telefono, M il maori non c'è più. Desolata riacquista l'uso delle gambe, sale e scende le scale  battendo i pugni sulle porte degli appartamenti più prossimi al suo - complice l'ipercinesia sconnessa e scomposta degli arti superiori. Nessuno dei suoi corteggiatori over settanta è in casa, e quelli under settanta non esistono. Le aprono S e la sua compagna O la rumena:
- Aiutatemi, ho combinato un guaio! Io e Tremor siamo rimasti chiusi fuori di casa!
urla MR sbracciando come un vigile.
- Prego!?
chiede S mentre O la rumena ridacchia bonaria e biascica qualcosa nella sua lingua.
- La porta si è chiusa, non sono stata io, chiamiamo i pompieri, anzi no, fatemi uscire dalla vostra finestra, attraverso l'inferriata posso arrivare al mio balcone...
delira MR, violando il domicilio dei due, facendosi largo fra loro e dirigendosi verso la finestra.
- Ferma, MR, cosa fa!? Si spiaccicherà al suolo!
grida S cercando di trattenere MR che è già a cavalcioni sul davanzale.
- Mi lasci, sono solo tre metri da percorrere, l'inferriata è resistente e non soffro di vertigini, mi sono già arrampicata durante una crociera sul muro di scalata, e poi, mal che vada, i salti nel vuoto sono una mia specialità!
continua MR ormai convinta di essere spiderwoman, ed incitata da O che continua a ridacchiare e a dare consigli in lingua rumena su come arrampicarsi sull'inferriata.
- Da, face piano, i fiorellini... ha crescuto, mette piede aicì!
- Torni dentro, la prego, ho chiamato i pompieri, sono arrabbiati con lei per quello che sta facendo... stanno arrivando!
incalza S sconsolato.
Nel frattempo rientra V, uno dei corteggiatori over settantanta di MR (per qualche tempo non proverà più per lei quell'amore escludente del resto del mondo per il quale si è annullato); rientra G, un estimatore dell'eleganza e delle buone maniere di MR (in seguito rivedrà al ribasso la sua stima per lei); rientra la famiglia P entusiasta sostenitrice dei gorgheggi di MR (in seguito non andrà più in visibilio durante il rito quotidiano dei vocalizzi), completa di cane, estimatore nonché potenziale estintore di Tremor. Tutti molto preoccupati per il gran baccano si approssimano all'uscio di S che intanto è riuscito a far desistere MR dal tentativo di suicidio. La quale convintasi che la soluzione migliore sia proprio quella di far intervenire i pompieri, comunque non contenta, dà dimostrazione ai coinquilini della sua abilità motoria e della sua capacità di tenersi in equilibrio scavalcando la ringhiera delle scale e arrampicandosi esternamente a questa a sette piani d'altezza:
- Ecco, vedete? Avrei potuto farcela anche da sola...
esclama MR impermalosita, e ormai priva di ogni senso logico e analitico.
- Da, da!
annuisce ridacchiando O la rumena.
MR recupera un'apparenza di normalità solo all'arrivo dei pompieri che accoglie in strada.
- E' lei MR?
chiede un facente parte del più bel quartetto di salvatori della patria e di MR che questa abbia mai visto, affascinanti e dalle sembianze degli dei nella loro divisa verde con fosforescenze.
- Sì, sono io. Prego, per di qua!
esclama MR, consolandosi di essere soccorsa dal Gotha dei vigli del fuoco. The golden four dell'Olimpo antincendio ed emergenze tirano fuori MR dal pantano del caos emotivo strisciando un foglio di plastica tipo radiografia tra la porta e lo stipite.
MR dalla mattina successiva sta ancora cercando di dimostrare ai suoi vicini che certi atteggiamenti disturbati che la riguardano sono solo transitori e dovuti a disorientamenti e perdite di identità temporanei.

lunedì 15 ottobre 2012

CLEOPATRA

MR oggi ha salutato l'arrivo di Cleopatra pensando bene che avrebbe portato uno sventurato giorno - e chissà se solo uno - di cielo nero, e abbondanti piogge. Tuttavia si è reinventata, fingendo somma indifferenza e sovrano distacco nel ritrovarsi completamente fradicia, schiacciata da ettolitri di acqua.
"Non sono più quella di una volta!" ha mentito fiera a se stessa.
Appena rientrata, dopo una giornata a mollo, si è detta:
"MR, sei esattamente sempre tu. L'estate è finita. Odierai i giorni che verranno perché freddi, umidi e grigi; avrai nel cassetto l'impossibile sogno di un'estate eterna. Quel cassetto che, fra le altre cose e l'impossibile sogno, contiene cosmetici scaduti, una confezione di Tibet snow, acquistata ad Abu Dhabi, ormai incrostata, bugiardini ingialliti, piastrine antizanzare usate, fazzolettini di carta a brandelli, mollettoni senza denti con capelli attaccati, e tre arachidi secche, potresti una volta per tutte ripulirlo. Magari approfittando dell'inverno del tuo scontento. MR, concentrati, non farti distrarre dalle perturbazioni, non preoccuparti eccessivamente dei rigori invernali, non essere insopportabile, non rompere, ripulisci anche il bauletto della moto."


venerdì 12 ottobre 2012

RIPOSO FORZOSO

Da quattro giorni MR è a riposo forzoso, detto anche CIG.
A parte l'afflizione morale alla quale questa sigla induce e trascina, il riposo forzoso si sta caratterizzando per:

- stranezze e fissazioni che ciclicamente ritornano; come i mostri dell'ossessione, e delle possessioni. Un tempo erano il ricamo, l'uncinetto e le maglie lavorate ai ferri; hanno perseguitato MR per reiterati cicli, per poi abbandonarla (definitivamente?), e restituirle la serenità del superamento della dipendenza da filo. Seguirono lo studio e l'ascolto dissennati e feroci di musica e canto lirico. I cicli erano continuativi, e ritardarono l'abbandono che non è mai stato definitivo. Ancora oggi si ripropomgono a fasi alterne. Hanno però lasciato, anche se con una leggera proroga, quello spazio e quella libertà, tanto agognate da una sopraffatta MR, di sentirsi libera e giovane, praticamente adolescente, così trascurate a tempo debito. Questo spiega la sua attuale "freschezza" interiore. Ultimamente si è riaffacciato l'abuso di lettura. Il più regolare e sano dei cicli (ehm), è stato rinvigorito dalla messa in svendita di libri presso una famosa libreria di Firenze. MR ha comprato una dozzina di libri, negli ultimi tre giorni ne ha iniziati cinque e ne ha terminati due; la cosa si sta trasformando in irregolare e insana.

- osservazione divertita delle esasperate espansività di Tremor e Gea che contemplano:
attività ludico-ricreativa nelle lettiere al silicio (dalle sembianze di sale grosso da cucina con scaglie di sali da bagno azzurro oceano), ultima novità della casa;
riposo (non forzoso) tra i dodici libri comprati da MR, sulla tastiera del pc, sullo sterno di MR;
tenace e libero cazzeggio sulle rampe delle scale del condominio, sulla balaustra e sui davanzali delle finestre al settimo piano:
simulazione (poiché entrambi sterilizzati) di rapporti sessuali.

Se si aggiungono allenamenti in piscina e in palestra, qualche imprevisto a tarda ora, e un po' di svago impegnativo, il consuntivo registra un riposo forzoso con allegri sbilanci e entusiasti disavanzi che MR teme rimarranno senza recupero.

mercoledì 10 ottobre 2012

CON UN PO' DI IMPUDICIZIA

Naturalmente MR non smetteva di pensarci; per giorni continuava a dirsi: "Ora lo faccio! " E la spinta del desiderio la portò a decidere spudoratamente per la mattina di un giorno infrasettimanale.
Dopo un garrulo dibattimento mattutino - anzi, mattiniero, praticamente prima dell'alba - con i suoi molteplici sé interiori:
"Dai, MR, non desideri altro da mesi, e dall'ultima volta è passato davvero troppo tempo!" la incitava impaziente il sé interiore 1.
"Se non cogli il momento ora, con quello sguardo peccaminoso da triglia che ti ritrovi, non lo farai più!" commentava eccitato il sé interiore 2.
"Non farti divorare dalla tentazione, fallo e basta! Non vergognarti della tua fantasia vorticosa, non sentirti in colpa se la cosa per te ha un fascino perverso con tutto quello che ne potrebbe conseguire!" ordinava perentorio il sé interiore 3.
"Ma a quest'ora mi lanciate una tale sfida?! Ora non ho tempo, devo dormire, buonanotte!"
"Dormirai dopo, è bellissimo dormire dopo averlo fatto, non dobbiamo certo insegnartelo noi. Muoviti! Ti sta aspettando, non senti il suo richiamo? Non puoi essere così crudele con lui! E poi, tu lo vuoi, lo vuoi e lo vuoi!"
"E se poi mi vien voglia di farlo tutti i giorni perché mi sarà piaciuto troppo? Va bene, va bene, ma per ora una cosa veloce. Meglio ricominciare passo passo... non si sa mai, queste cose hanno una portata non da poco!" pigolò concupiscente e ingorda MR.
Quel giorno decise di lanciarsi nuovamente in un'avventura lussureggiante, di esplorare altri e nuovi orizzonti, di riappropiarsi di un entusiasmo giovane ma alternativo. Imbattersi ancora in lui provocò in MR un turbinio di emozioni trascinanti. Inizialmente temette - come la prima volta - fossero solo incontri occasionali, ma malgrado tutto sentì l'urgenza di liberare i mostri dell'impudicizia che da troppo tempo albergavano indisturbati nel suo intimo. MR ci riprovò, e le càpita ancora sentir montare la vergogna e il senso di colpa dentro se stessa, anche se gode dell'essere preda delle sue pulsioni più recondite, fallendo ogni tentativo di tenerle nascoste. E' spesso in bilico tra una continua e immediata impellenza di conoscerne avidamente segreti e misteri, e la pacata esigenza di curarlo senza oppressioni adottando toni caldi, lievi, sobri. Non di rado finisce con il perdersi nell'universo di lui viaggiando indecisa attraverso le più svariate identità: MR allegra, MR nel lacrimatoio, MR sgangherata, MR ponderata, MR imbottigliata, MR libera, MR schiacciata, MR angosciata. A volte teme il riaffacciarsi improvviso di qualche forma di stanchezza accompagnata a pentimento, che in passato, puntualmente e non isolatamente, arrivò. Ma lui l'ha sempre aspettata paziente, perché sapeva che MR non avrebbe retto all'astinenza e sarebbe tornata. Sono passati quattro anni dal loro primo incontro; quattro anni che hanno regalato a MR la possibilità di tracciare contorni, di stabilire confini entro i quali imparare tanto. Quattro anni di contorni e confini oltre i quali sconfinare in picchi di euforia e vertigini. Quattro anni di occasioni di confronto, di comune sentire, di scambi di opinioni, sentimenti, idee, idiomi. Quattro anni di blog.
(GRAZIE, MAINA, PER AVERMI FATTO RITROVARE LA SPINTA. GRAZIE, BLOG, PER AVERMI FATTO INCONTRARE MAINA!)

sabato 6 ottobre 2012

CENA CON DELITTO

MR è sfortunata nel gioco (e non idonea, sconveniente, e squalificata in amore... ma questa è un'altra storia). La sua sfiga è inversamente proporzionale alla sfrontata fortuna di V ed E, genitori di MR, posseduti da un irriducibile ed invincibile demone del gioco, che nella trasmissione del proprio patrimonio genetico alla figlia hanno dimenticato un po' della loro buona sorte. Infallibilità nel gioco a carte e nella tombola - specialità paterne - riescono ad infondere nello sguardo di E guizzo e bagliore diabolici; i 3 al Super Enalotto e i Gratta e Vinci vincenti anche di dieci euro - competenze materne - conferiscono a V una sinistra freddezza nel momento della compilazione e del grattamento, e la compiaciuta soddisfazione di una ereditiera americana nelle sistematiche e relative vincite; V non tralascia mai i ringraziamenti alla volta di amici e parenti defunti che popolano i suoi sogni. Niente di tutto questo riguarda MR, che tempo fa lavorò anche nella ricevitoria lotto del suo ex fidanzato, e che stampando e distribuendo biglietti del Super Enalotto, e schedine del Totocalcio, assistendo incredula alla confusione mentale delle vittime dell' "oppio dei poveri" sempre pronte a rialzarsi dagli immensi scivoloni sui toto qua e toto là , non fu mai sfiorata dalla tentazione di giocare un numero. Ma la sfiga di MR riguarda anche il gioco degli scacchi, dove sfortuna e inettitudine si fondono diabolicamente, e dove si distingueva per gran culo l'altro suo ex fidanzato che con ghigno antipaticissimo riusciva a vincere anche contro un computer. Eterna seconda nel gioco della campana, pur essendo una discreta lanciatrice di pietre e un'agile saltatrice, veniva regolarmente scavalcata dalla cugina R che con lanci sbilenchi della pietra, e salti sbalestrati e traballanti riusciva sempre a centrare le caselle. Evidentemente solo per una serie di difficili e sfavorevoli circostanze a carico di MR, note anche come sculo.
Il disastroso ritmo che da sempre scandisce il gareggiare nel gioco di MR, però, una sera si interruppe clamorosamente.
C e B invitarono MR ad una Cena con delitto, ovvero alla rappresentazione teatrale di un giallo con cena abbinata. La fantastica ed eccellente Compagnia delle seggiole offrì al folto pubblico l'interpretazione del  radiogiallo "L'avventura della grotta infestata" di Ellery Queen. Tra una portata e l'altra si consumò il delitto, e il compito di scoprire il colpevole, come da consuetudine in queste occasioni, fu affidato agli spettatori-commensali. Su un' apposita scheda dovettero scrivere il nome di chi ritenevano fosse l'assassino e il movente del delitto. La sfida prevedeva un vincitore finale. La fantasia degli astanti si scatenò in un turbinio di tesi, asserzioni, opinioni di grande slancio e simpatia, che gli attori si divertirono a riferire a tutto il pubblico, inscenando un allegro teatrino. Tra i papabili responsabili stravinceva la figlia della vittima - abbandonata dalla madre, risposatasi con il professore, ignaro del precedente matrimonio - che per alcuni avrebbe strozzato il padre da dietro perché a cavallo sulle spalle di lui, e si spiegavano così le impronte dei pollici sulla nuca e non sul collo, e la mancanza di impronte di piedi sul sentiero che portava alla grotta, che pare fosse infestata dai fantasmi, ai quali qualcuno imputò la colpa del reato, che non poteva essere stato commesso che dal boscaiolo, il quale si era lanciato da un albero nella grotta, ammazzando anche il maggiordomo che aveva scattato delle foto compromettenti, saltando, infine, tre o quattro volte sulla macchina fotografica per distruggerla, ed era l'unico a conoscere il tesoro di diamanti (inesistente) nascosto nella grotta. MR annullata da un tale dispiegamento di simpatica energia, e vergognandosi di aver scritto sulla scheda, banalmente e miseramente, "Il tedesco", senza uno straccio di motivazione, solo perché a naso - o più semplicemente a culo, concetto a lei sconosciuto - aveva trovato quel personaggio poco pulito, e soprattutto perché certa che non avrebbe mai vinto, si sentì scavalcata da tutto quel pubblico carico di creatività ed ironia; e si disse con disagio: "Scrivi anche su un blog?!?!"
L'intreccio investigativo si dipanò con l'ultima scena del radiogiallo in cui Ellery Queen annunciò come autore del delitto "il tedesco", proclamando, così, vincitrice assoluta MR. Che, sommersa da lodi, baci e applausi,  raggiunse incredula, barcollando e vacillando per l'emozione, il palcoscenico - sentendolo, per l'ansia, come qualcosa di assolutamente estraneo - dove ricevette in premio una natalizia confezione di vini.

venerdì 5 ottobre 2012

OVER SETTANTA: LA CONGIURA CONTINUA

MR è single, stato che le permette di frequentare più di qualche uomo, già da qualche anno a questa parte. Tutti i lunedì, i mercoledì, e i venerdì mattina MR si vede con il settantenne D, ineffabile omino delle pulizie, il tipo d'uomo che sa detergere e disinfettare a fondo ogni superficie lavabile, che mostra sdegno e risentimento verso tutti i calpestatori dei suoi mirabili e luccicanti pavimenti rivolgendo loro durissime requisitorie, e che trova sempre modi gentili per farci transitare su MR: ora prendendola per mano, ora stringendola in un abbraccio, ora cingendole la vita, ora tentando di scendere più in basso della vita.
Nei week-end MR si vede con il settantaduenne P con il quale condivide la passione per i dolci. In sosta perenne nell'atrio del supermercato in qualità di indefesso parcheggiatore di trolley per la spesa, P attende fremente il sabato pomeriggio per svelare a MR i sogni sconci che la vedono protagonista, dei quali quello in cui, legati nel peccato e brucianti di passione, hanno consumato schiacciata con nutella dietro lo scaffale dei dolci, è il più conveniente per decoro. MR si vede anche con il settantaquattrenne V che con un salto triplo carpiato si fa due rampe di scale e la raggiunge sulla soglia di casa tutte le volte che sua moglie esce. V vorrebbe contrastare il concetto di "soglia di casa" ovvero vorrebbe varcarlo, oltrepassarlo, superarlo, valicarlo, per raccontare a MR quale carica coinguina.. ops, coinquilinale essa abbia, e che non si dovrebbe accontentare dei numeri di telefoni ed indirizzi utili - perché, guarda, MR, è sempre utile averli! - che con tanto affetto lui  le fornisce, come scusa, via soglia di casa.
Ieri pomeriggio, MR ha trovato altro materiale da aggiungere eventualmente alla lista. Recatasi al mattino in un' officina - covo di testosterone per default - per il tagliando allo scooter, alla riconsegna è stata investita da una valanga di complimenti da parte del titolare, che si è fatto portavoce dei compagni d'officina mattutini:
"MR, lei stamattina qui ha fatto una strage... erano tutti ammirati nel vederla."
"Via, meccanico P, lei mi fa arrossire!"
"Eh, no, tutti eravamo d'accordo sulla sua bellezza, sul suo corpo così in forma... Se non fosse stata sposata, avrebbe avuto di che scegliere!"
"Ma guardi, che io faccio tantissima palestra, nuoto, e corsa, e questo aiuta."
"No, lei si mantiene benissimo... "
"Mi mantengo benissimo in che senso, scusi?"
"Complimenti, MR, davvero!"
MR ha ritirato lo scooter, senza sentirsi manichea e stracciarsi le vesti, ma con le endorfine a tremila, anche se scatenate da un drappello di pensionati settantenni che passano le mattine dentro un'officina.

martedì 2 ottobre 2012

SEMPRE DUE ANNI FA

MR oltre a tutto il resto è una creatura sommamente indecisa.
Due anni fa pensò bene di surrogare il mutuo, scegliendo di cambiare banca, e passando dal tasso fisso al vantaggioso variabile che aveva raggiunto i minimi storici. Si occupò della sua pratica la consulente C della banca SAMRPALR. Algida, sfuggente, elegante e lievemente aspra, C aveva appena ricevuto un premio letterario per il libro che aveva scritto, con tanto di lusinghiere critiche che teneva esposte gelosamente e orgogliosamente sulla scrivania. MR era molto eccitata all'idea di avere in comune con C la passione per la scrittura, anche se si limitò a farle mille complimenti, senza rivelarle di avere un blog che tartassava regolarmente con i suoi scritti deliranti.
In quel periodo MR tartassava anche il sito Euribor.it, per sorvegliare la fluttuazione dei tassi, e alla ricerca infinita delle combinazioni di calcolo della rata del mutuo. In quel periodo si recava spesso in banca.

- Buongiorno, consulente C della nuova banca!
- Buongiorno MR! Di nuovo da queste parti?
- Oggi è il gran giorno, si ricorda?
- Il gran giorno?! MR, cosa vuole!? Ho molto lavoro da sbrigare; le avevo detto che l'avrei chiamata io!
- Ma oggi vengono applicati i nuovi tassi d'interesse, ed io devo sapere se sono stati rialzati.
- Ah, sì, ora guardo... è aumentato dello 0,20 percentuale. La richiamo io per definire gli ultimi dettagli. Arrivederci.
- Ma, eh, come! Proprio ora! Allora cambiamo prodotto! Scelgo il mutuo con CAP.
- Coosa!? MR, lei è pazza! Ho già avviato la pratica e preso appuntamento con il notaio! Mi è costato ore di lavoro!
- Sì, consulente C, ma io devo trovare la soluzione più vantaggiosa, ed è quella del mutuo con il CAP con riduzione della rata, tetto massimo, e diminuzione degli anni.
- Senta, MR, lei ha firmato una proposta di mutuo...
- Sì, consulente C, ma tale proposta non impegna né me, né voi alla stipula del contratto, quindi, ricominciamo da capo.
- Bene, MR, ma non le garantisco il rogito entro il mese di dicembre; sa cosa significa, vero? Sa che a gennaio verranno applicati nuovi tassi, vero?
- Sì, consulente C, ma a me conviene più questa soluzione!
- Bene, MR! Ha deciso? E' sicura? Allora firmi la nuova proposta, LA CHIAMERÒ IO per le altre firme. Si tolga dai piedi.
- Arrivederci, consulente C!


MR, essendo oltre a tutto il resto una creatura sommamente indecisa, è solita elucubrare minuziosamente su qualsiasi decisione prenda. Valuta, medita a fondo,  calcola vantaggi e svantaggi, crea e rimuove ostacoli, giungendo puntualmente a soluzioni solo pro tempore. Aveva però, finalmente, deciso per il mutuo con il CAP.
Poi una mattina, complici aspirapolvere, mocio, bucato - perché le pulizie di casa portano consiglio - pensò ad una ulteriore, alternativa, e secondo MR, ancora più vantaggiosa soluzione. Ma al pensiero non seguì l'impulso di tornare in banca; anche se forte della comprensione e della solidarietà che C affermava di dimostrare a chi come se stessa si trovava a combattere con un mutuo, e faceva il tifo per MR, anche  perché avrebbe rimediato un bel "vaffanculo" da una donna come C che non si perdeva in chiacchiere, anche se c'era di mezzo l'amore comune per la scrittura. La frenetica indecisione si arrestò infine con il rogito. Il pomeriggio di qualche settimana dopo fu la coronazione del sogno di una rata più bassa di MR, che, confusa ed emozionata, firmò. Firmò in calce alla relazione, in calce all'atto, in calce alla quietanza, in calce agli abnormi capitali sociali enfaticamente declamati dal notaio, che con un antico fazzoletto di cotone tamponava il sangue che gli colava dal naso. Firmarono anche i direttori delle due banche, uno dei quali a tentoni, munito di occhiali spessissimi e coadiuvato dalla gigantesca lente di ingrandimento verde che la sua segretaria gli teneva sotto il naso.