sabato 22 giugno 2013

DI SCELTE FORTI E MODERNARIATO

In questi giorni MR è impegnata nella messa in scena dell'opera Macbeth di G. Verdi. È una delle diciotto streghe.
"Vorrei che le streghe rappresentassero la coscienza putrescente di Macbeth! Sarete un mix spaventoso e disgustoso di volgarità, di sporcizia e di grottesca sensualità. Sarete brutte, vi drogherete, avrete rapporti promiscui fra voi. Sarete truccate e vestite come Amy Winehouse. E ballerete. Proviamo subito le danze tribali!"  spiega con entusiasmo il regista alla prima prova di scena. Qualche giorno dopo, la questione si fa angosciante con la prova costumi. In un testa a testa, anzi, più un braccio di ferro, meglio, un dialogo fra sordi, laddove i sordi sono un audace quanto sfrenato costumista e MR:
"Mmmhhh, ecco provi questi!" esclama il sordo porgendo alla sorda una gonna tubino a mezza coscia ed una blusina stile bebè, bianca, trasparente, impreziosita da insolenti volant applicati in lungo dalle spalline alla vita passando per le tette come a volerle dividere in due.
"Aaammmhhh, no, non ci siamo!"  sussurra l'audace, scuotendo la testa, non soddisfatto dello scisma delle tette.
MR asserisce e spera in qualcosa di più sobrio.
"Vediamo un po' questi?"  è la volta di uno short verde fogna in dentelles d'abord e top arancione tramonto con scollo a tuffo.
"Naaaaaa, non è abbastanza trash!" chiosa lo sfrenato, scrutando MR dalla testa ai piedi, puntando alle ovaie.
MR lo guarda torva.
"Questi, questi possono andar bene!" si accanisce alzando il tiro, accorciando drasticamente la lunghezza di una minigonna già di suo quasi inesistente e strizzando il busto di MR in un corsetto verde acido, a dar luce al conseguente pallore del viso, e giacchina animalier.
MR, che si sente come in mutande in mezzo ad un incrocio, al mercato ortofrutticolo, alla sagra della bistecca... fate un po' voi, avvolta da sconforto funereo, cerca di contrastare l'inarrestabile costumista,  argomentando efficacemente e con brio:                                                                                          
"Ma, no, ehm, scusi, sono praticamente in mutande... Io sono timida... Mi faccia provare qualc... ".                               
"Sì, ora ci siamo! Sotto la gonna dovrà indossare queste calze a rete auto reggenti e scarpa azzurro scintilla tacco dodici!"
MR ha lasciato la sartoria diretta in un negozio di intimo, dove ha comprato un paio di calze cinquanta denari e mutandoni della nonna; il tutto super coprente.
Per completezza di informazioni, seguono immagini della mise finale e della danza tribale:






lunedì 17 giugno 2013

PROFILO GRECO

Da due giorni sta facendo il giro della rete. Molti dei contatti di MR lo stanno condividendo su Facebook. È un video; mostra, in fermo immagine, il volto sconosciuto, in lacrime, di una donna; bionda, la testa - dall'inequivocabile profilo greco - reclinata sulla mentoniera del violino; come una mater dolorosa in un devozionale contatto con la propria creatura; come un'amante aggrappata con la sua carne alla carne del suo uomo. Il titolo insidioso, alienante e opprimente: "Dopo 75 anni di vita, si fermano anche l'Orchestra Sinfonica Nazionale e il Coro di Ert. Ultima esibizione in lacrime sulle note dell'inno nazionale greco." MR traccheggia, facendo scorrere velocemente la home page di Facebook. Si sofferma su qualche titolo di giornale. Guarda nelle case ed entra nei pensieri di alcuni dei suoi contatti, avida come Lucifero fra una moltitudine di vergini. Osserva il mondo e quello che succede, tralasciando quell'angolo, l'ennesimo, dimenticato da Dio, quel lembo di terra ricco nonostante tutto. "Sorvola" sul video che le si ripresenta puntuale. Ne rimanda la visione. Millanta a se stessa una proroga per l'indomani, decidendo di non guardarlo. Ride, scherza con i suoi ospiti, con gli stessi si sfida a duello in Angry Birds, mangia nutella. Un'ora fa, cambia idea e apre il link. Fa male, brucia, proprio come previsto. Poi, viene colpita da un commento che dice: "L'arte, il sapere, la cultura, la ricerca, l'umanesimo, il godimento disinteressato e ozioso della bellezza, il piacere della speculazione filosofica, i servizi pubblici che drenano risorse (qualche volta anche troppe per nutrire il clientelismo) ma essenziali per la conservazione della civiltà e l'allontanamento della barbarie: di tutto questo i cittadini onesti dell'Europa vengono espropriati giorno dopo giorno a vantaggio delle lobby della finanza occulta e delle logge criminali. 
Come andrà a finire? Nessuno si illuda sulla possibilità di rivoluzioni nazionali. Allo stato della tecnologia non sono più possibili, è invece possibilissima una guerra totale."

sabato 15 giugno 2013

FLESSIONI

A volte succede di sentire nelle ossa uno straripante e totale controllo del proprio essere; una serena e pacata consapevolezza di poter fare agevolmente qualsiasi cosa; una lieve ma densa sensazione di compiere le scelte  in piena autonomia. A volte capita di percepire il proprio cammino libero da gravose imposizioni; la gestione personale ruggente e vincente; la sudditanza psicologica un' inutile e stupida soggezione; il senso di inadeguatezza una fatale autotirannia che si scorge tramontare verso il più lontano orizzonte. A volte accade che il brivido caldo del selfgovernment sia una piacevole e neanche troppo sudata conquista; l'avvolgente coperta dell'autarchia una bella e irrinunciabile trepidazione.
Purtroppo non è sempre così.
Purtroppo, la sicurezza di testa e di corpo, di animo e di muscoli, di spirito e di nervi, la libera coscienza, spesso sono prodotti soggetti a scadenza.
Perché, poi, ci sono giorni in cui il mondo tutto intorno sembra un posto inospitale al quale non si è preparati.
La libera coscienza di MR, negli ultimi due giorni ha subito la sua naturale flessione grazie a qualche modo inurbano di troppo da parte di chi forse ha fatto uso di ipoclorito di sodio, di acquaragia o di soda caustica al posto del detergente intimo.
Al momento, la coscienza di MR non risulta essere troppo libera.
Però è pulita; l'ha lavata con il detergente intimo. 

lunedì 10 giugno 2013

SETTE GIORNI DI...

La scorsa settimana MR è passata tutti i giorni dal veterinario Hulk, affinché questo ficcasse un dito in bocca alla leonessa per spingerle giù nella gola la compressa e infilasse un paio di aghi sul sedere della mucca. Perché, ad ognuno la sua maestria e MR relativamente alla somministrazione forzosa di antiemetici, antinfiammatori, e antibiotici contro la diarrea non ha proprio stoffa.
Per una settimana (compreso ieri, domenica), al termine del volontariato, dopo le prove del Macbeth, prima dell'appuntamento con F, paziente come Giobbe, temendo Dio e fuggendo il male, sfoderato il trolley della spesa,  montatici e smontatici su due trasportini per un totale di quattordici volte e di venti chili lordi, MR è riuscita nella titanica impresa di recarsi a piedi dal gigante verde.
Ma per dovere di cronaca, qui di seguito qualche dettaglio sul corollario alla singolare costante che ha caratterizzato la settimana appena trascorsa.  
Lunedì, al termine del volontariato.
MR, accolta dalla Madre Generale o Superiora, dalla psicanalista di orientamento lacaniano, dall'assistente sociale, da Suor S e da alcune delle ragazze, tutte riunite all'ingresso della casa famiglia, annuncia che non si potrà trattenere fino alla solita ora perché deve portare i gatti dal veterinario.
"Sì, certo, mi ricordo di te... ci siamo incrociate circa tre mesi fa!" esclama la psicanalista dopo aver indagato sull'età, le patologie, i perché e i percome della leonessa e della mucca, tutta protesa verso l'allargamento dei propri orizzonti terapeutico-analitici, progettando incursioni nella psiche della fauna.
"E quanto costa curare un gatto? Ah, no, due, ne deve far curare due! Ma non può darli via?" suggerisce schifata la Madre Generale o Superiora, dopo una approfondita esposizione di MR su forma e consistenza di feci e vomito con i quali si sta confrontando da tre settimane.
Da martedì a sabato.
Le prove del Macbeth stanno mettendo a dura prova la lavatrice di MR, che con una frequenza di due lavaggi al giorno a 60° ridona splendore agli indumenti con i quali si rotola, si spalma, striscia, per esigenze scenico-registiche, sul palcoscenico - pulendolo da cima a fondo. Le stesse esigenze scenico-registiche le stanno insegnando a farsi di crack, a scaldarsi la dose e a tirare strisce di cocaina con conseguenze coreografiche in cui, insieme alle altre streghe, canta mentre si dimena con il bacino e assume sul volto l'espressione estatica di Santa Rita da Cascia in adorazione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sabato.
Sul pianerottolo di casa, in attesa dell'ascensore, trolley alla mano, MR si imbatte in O la rumena.
"Dooove andare!? Ce faci!? C'è pisica... gattino, da! Ahahahahahaha, Unde vai? Fare spesa cu gattini... ahahahahahah sunt frumoase sci draga, andare, MR, andare, da."
MR viene colta dalla tentazione di buttarsi nella tromba delle scale ma, viste le ridotte dimensioni - rimarrebbe incastrata - ci ripensa, infila l'ascensore e si lascia alle spalle O la rumena e il tentativo di suicidio.
Domenica.
MR ha appuntamento con F. Arriva con quasi un'ora di ritardo poiché sorpresa e bloccata dalla pioggia, trolley alla mano, mentre si reca da Hulk. F minaccia telefonicamente MR di farle pagare un primo estroso scotto per la pesante attesa. Mette in atto la minaccia indugiando intorno al Battistero di San Giovanni senza lasciarsi trovare. Spezzati gli indugi i due si recano a pranzo in un ristorante dove i camerieri sbagliano nel prendere l'ordine, sbagliano le porzioni, sbagliano dolce; a loro discolpa l'intensa utenza e una patina di rincoglionimento che li ricopre. F e MR per compensazione arrivano con un'ora di anticipo al dibattito-incontro di Paolo Sorrentino a Palazzo Vecchio. La compensazione comporta un inaspettato quanto esaltante vis-à-vis, "dietro le quinte", con il regista che con F condivide la terra d'origine, dunque, una certa napoletanità e la posa per una foto (scattata da MR come pagamento del secondo scotto). Vis-à-vis, ma reiterato, anche con Ezio Mauro che dopo aver incrociato gli sguardi di F e MR a Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria e alla stazione di Santa Maria Novella, sentendosi perseguitato, medita sull'eventualità di contattare la Digos. La napoletanità di cui sopra trova la sua massima espressione quando F e MR, dalle quinte, scavalcano la fila di un paio di centinaia di persone entrando fra i primi nel Salone dei Cinquecento, dove sta per fare il suo ingresso Paolo Sorrentino. F esorta MR a non confondere il concetto di flessibilità - che le spiega scrupolosamente - con  quello di napoletanità; MR dopo una lauta consumazione a base di dolci, gelati e succhi di frutta con F in un bar, approfittando della distrazione del cassiere, viene solleticata dall'idea della fuga senza saldare il conto. F mostra soddisfazione per l'assimilazione del concetto di flessibilità da parte di MR ma questa volta la esorta a non esagerare e va a pagare.
La settimana si conclude con una scarica liquidissima della leonessa che fino a qualche giorno prima sembrava sulla strada della guarigione.

mercoledì 5 giugno 2013

CRONACA DI UNA CURA PER LA DISSENTERIA (COME UN BAGNO NELLE FOGNE DEL SUD DEL MONDO)

Da una settimana la mucca ha un'acuta gastroenterite. Dopo aver spalato merda e vomito per tre giorni e tre notti; dopo aver trascorso i tempi morti, il tempo libero, e quello ante e post lavorativo a cercare inutilmente di somministrarle medicine per una cura, ricompattante feci liquide e molli, impossibile anche solo da pensare; dopo essere stata ricoperta di sputacchi e di liquami mefitici vari ad ogni tentativo di infilarle in gola compresse, farmaci in pasta, e perfino acqua semplice, MR, con le mani martoriate da morsi e graffi, impregnata di una puzza ché pareva uscita, dopo una nuotata, da una fogna del sud del mondo, decide di portare Tremor dal veterinario. Anzi, da un metro e novantacinque centimetri di veterinario, con un enorme e prominente grembo, ovvero trippa, imballata nella divisa verde, avvolgente al limite del drappeggio; perché Hulk a una misura in più, a una taglia calibrata, a un tessuto elasticizzato, a qualcosa di più comodo non ci pensa proprio. Perché quel grembo enorme e prominente, ovvero quella trippa, se la accarezza, orgoglioso, di continuo come se fosse uno dei tanti pazienti che, entrando nel suo studio, si sentono frignare, piagnucolare, latrare e miagolare, tutti irrimediabilmente incazzati neri. Perché il sospetto che Hulk - il quale ritiene che internet non serva a niente (sicuramente non ad una ricerca sulle malattie del gatto nella quale MR ha confessato di essersi buttata) se non alla visione di film porno - sia un tipo di veterinario davvero disturbato c'è tutto.
Pur tuttavia, la mucca, inizialmente nervosissima, si abbandona inerme alle tastazioni del gigante verde, acquistando fiducia in quelle collaudate carezze che un secondo prima erano passate per la sua diletta pancia.
"Questo gatto è obeso e la colpa è sua! Deve mangiare di meno. Le dà cento? Bene, tolga venti! E non si faccia prendere dal core di mamma, semmai un bel calcio in culo ogni volta che vuole mangiare... vedrà come impara. In caso contrario, tempo un mese, due al massimo, e le crepa. Decida lei se cominciare ad organizzargli fin da ora il funerale. Intanto gli dia queste compresse per sei giorni!"
Dopo la secca e dura diagnosi, da parte di un gigante dal carezzevole fair play al contatto con gli animali ma spietato come un caterpillar MR, viene colta da un delirante, sconclusionato, irrefrenabile senso di colpa, oltre che dalla sindrome dell'inadeguatezza e della valutazione lacrimosa.
Intanto, nei giorni successivi la dissenteria colpisce anche la leonessa.
MR, con ospiti in casa, in una casa trasformatasi nell'antro dei diarroici, maleodorante dalle lettiere ai guanti per le stoviglie appena comprati, anche questi dalla inconfondibile puzza di Spiramicina e Metronidazolo, in modalità donna multitasking, accartoccia la sindrome della vittima inadeguata e lacrimosa e la getta nel bidone "raccolta feci e vomito di gatto". Si divide fra il lavoro, le amiche ospiti, la puzza incalcolabile e la somministrazione di farmaci. Ma l'insuccesso la perseguita, gli sputacchi si moltiplicano, la diarrea dilaga. Ad attenderla al varco, tre giorni fa, Hulk, il gigante verde.
"Non prendono le medicine perché sono bastardi o perché lei non è capace di dargliele?!"
"Ecco i bastardi, ecco le compresse... ci provi lei!"
Insospettabilmente la leonessa afferrata con decisione e manualità professionali ingoia una lauta porzione di compressa.
"Visto?, Semplice! Ora tocca a lui... Ahhh, aaaiahhhh, tzssss, buonooooo! Ha paura, vede? tutti i gatti hanno paura delle medicine!" esclama Hulk, dimenando la sua pancia stretta nella divisa verde, saltellando pesantemente ad ogni morso e graffio della mucca che sputa ad un metro di distanza la medicina. Da tre giorni MR porta le bestie dal veterinario il quale in un momento di resa ha optato per un trattamento e una terapia pungenti ma meno eroici. Iniezioni per tutti, per sei giorni.
"Come stanno? Si comincia a vedere qualche stronzetto nella lettiera?"

lunedì 3 giugno 2013

WEEK-END

A, I, L e MR hanno frequentato insieme la scuola superiore. All'incirca un mese fa, in una chat collettiva  su FB, le tre ex compagne di classe, ignare della aleggiante presenza di MR via etere celeste e spirituale, così si organizzavano:
"Allora partiamo il 31 di maggio e restiamo fino a domenica 2 giugno. Che ne dite? Va bene per tutte?"
"Sì, è perfetto!"
"Va bene anche per me!"
"Allora dobbiamo avvertirla e prendere subito i biglietti in offerta del treno!"
"MR ha posto in casa per ospitarci, che voi sappiate?"
"Dobbiamo anche chiederle come è messa con gli orari di lavoro..."
"Sì, dai,  fantastico... le faremo una bella sorpresa!"
Divertitasi molto, alle spalle delle sue tre amiche-ex compagne di classe, sazia e più pentita di un casalese, dopo aver mangiato dalla chat della conoscenza del bene e del male, denudatasi dell'Avir, MR si è inserita nella conversazione, confessando di averle seguite per filo e per segno.
Niente sorpresa: MR aveva appreso davanti alla chat, avida come Eva davanti alla mela, ogni particolare dei progetti vacanzieri di A, I e L.
"Bimbe! Scusate se mi intrometto, ma forse voi non vi siete accorte che nella conversazione avete compreso inavvertitamente anche me. So tutto, mi sono divertita tantissimo nel seguirvi e sarò felicissima di ospitarvi a casa mia. Per quel che concerne la sistemazione, dovremo dormire insieme. Ho il mio letto matrimoniale ed un divano letto, a due piazze, in soggiorno. Vivo con una mucca e una leoness ehm, con due gatti. Qualche allergica?"
"No, no, io adoro i gatti e sarò felice di conoscere i tuoi!"
"Tranquilla niente allergie!"
"Chiedi ai tuoi gatti, magari, se sono allergici a tre pazze! Dovresti preoccuparti per loro, non certo per noi!"
"Bene, sono contenta che la prendiate così... Una è curiosissima, quindi, ve la ritroverete dentro il letto, l'altro è più garbato. Insomma, saremo una bella squadra, e trascorreremo tre bellissimi giorni!"
Giorno uno.
MR,  la mucca Tremor e la leonessa Gea, accolgono  felici A, I e L.
"Che belli!, Uuuuhhhh, come è grosso lui,  non sembra neanche un gatto! E lei, come è vivace..." si levano in coro le tre ospiti notando che il grasso eccessivo della bestia ormai di specie bovina, si è imposto sulle belle e originarie forme feline e osservando attonite l'incontenibile ed incoercibile pazza allegria di lei.
"Già, lui è obeso e deve dimagrire assolutamente per ordine del veterinario, lei è una folle scatenata... entrambi, da qualche giorno, hanno la dissenteria..." spiega MR un po' preoccupata per la salute delle due bestie e per l'incalzante rarefazione dell'aria a favore di una soddisfacente percentuale di gas a saturare l'ambiente.
Le quattro amiche-ex compagne di classe trascorrono piacevoli ore insieme, pranzando, uscendo, aggiornandosi su ogni cosa, tornando nella casa a gas, cenando e restando in piedi fino a tarda notte per un pigiama-party che crea una piccola e preziosa parentesi rubata alle attenzioni che MR di solito a quell'ora riserva alle due bestie; un momento di pazza e adolescenziale socialità della quale si ricorderà con delizia e un po’ di struggimento. Al tutto, ma con particolare interesse al sopravvenuto crollo per stanchezza, assistono rapiti i due felidi. Una volta a letto, la mucca si adagia, come di consueto, accanto, anzi, addosso a MR; la leonessa punta A ed I. Curiosa e impaziente abbandona la soave grazia, la magnetica eleganza, e l'altezzosa maestosità  per rotolarsi mugugnante, chiocciante (MR spiegherà successivamente alle amiche che Gea è una gatta dal verso della gallina... una gatlina), e pazzamente graffiante, sotto il divano letto; sbuca ai lati dei cuscini; salta sulle due ospiti distese. Terminato il suo, tutto sommato breve e discreto, turno di rompiballe, le abbandona esauste al loro destino notturno e crolla a sua volta su una sedia.
Giorno due.
Le quattro amiche escono dall'infernale antro diarroico e animalesco, e si organizzano per passare fuori l'intera giornata. MR, lavorando al mattino, raggiunge A, I e L all'ora di pranzo in un ristorante, dove si trattengono fino alle 16.30 complice la disponibilità di un indefesso cameriere che presta la sua gentilezza per fotografarle e ubriacarle di chiacchiere, vin santo e amaro artigianale della casa. Lievemente alticce proseguono irriducibili per la loro strada fino a tarda sera. Rincasano, promuovono una serata frizzi e lazzi che MR, cotta, stenta a sostenere. Ad un'ora improbabile, dopo un veloce e piuttosto deprimente confronto fra la sua resistenza e quella delle tre ospiti, MR desiste e si riversa cadavere sul proprio giaciglio seguita dalla mucca e di lì a poco da L. A notte fonda sente strani rumori provenire dalla stanza dove crede dormano A ed I, che invece vegliano preoccupate sullo spettacolo indegno offerto dalla leonessa la quale passa all'attacco.
Giorno tre.
MR e L (e Tremor) si svegliano presto. Restano a letto e parlano di lavoro, sentendosi l'una tremendamente artista e l'altra indissolubilmente esercente; parlano di figli, sentendosi l'una madre di una mucca e di una leonessa e l'altra di due splendide ragazze; parlano di vacanze, di gusti, di trattamenti di bellezza, di parucchiere, di nuoto e di altre migliaia di cose. A, I e Gea dormono ancora un po'. Il loro risveglio è sofferto.
Del resto, il sonno è sopraggiunto, agitato, alle prime ore dell'alba. La leonessa, dando il meglio di sé, ha mostrato le sue abili doti di saltatrice in lungo e in alto. Con slanci travolgenti e generosi dal muro verso il divano letto, con scatti veloci e arrampicate su sedie e mobili, si è esibita allegra e folle di gioia, ponendo il divieto di dormire alle due ospiti perché assistessero ai saggi della sua indole di pagliaccia. Queste, a loro volta, spaventate da un oscuro agire felino, hanno scambiato una commedia per una tragedia. Hanno visto nello sguardo tondo e furbo della leonessa la difesa forte, nervosa e dispotica del suo territorio, decidendo di dormire lasciando accesa la luce. Nel pomeriggio, A, I e L sono ripartite e a MR è rimasto il sapore dolce, tenero e spensierato di un piacevole week-end che ha condiviso con la mucca e la leonessa ancora in piena dissenteria.
P.S. Della quale vi parlerà più dettagliatamente nel prossimo post intitolato COME UN BAGNO NELLE FOGNE DEL SUD DEL MONDO.