mercoledì 10 aprile 2013

A CHE SERVE?

Sono sei, hanno un'età compresa fra i dodici e i diciassette anni, vivono temporaneamente in una casa famiglia.
Sono accomunate da occhi vispi e da uno spavaldo senso di sfida. Trascinano il peso di una maturità troppo precoce che stride fragorosamente con la voglia di una costante presenza materna e paterna che - se mai c'è stata - per ora non c'è e per un po' non ci sarà più.  Sono belle di bellezze diverse. Bionde con sguardo verde trasparente, esotiche con occhi allungati, olivastre con chiome folte e corvine. Si muovono con l'audacia delle donne ribelli dentro corpi acerbi abbigliati alla moda. Sono le ragazze che MR vede ogni lunedì pomeriggio, quando escono da scuola e tornano alla casa famiglia. Insieme fanno i compiti. Fra un esercizio di geometria, una scomposizione in fattori primi, un capitolo di geografia, la parafrasi di un brano dall'Odissea, parlano un po' delle loro giovani vite. Orgogliose e consapevoli che un problema c'è. Insolenti e ironiche sul fatto che si potrà risolvere. Nonostante il limbo nel quale sono state parcheggiate e dal quale dovranno ripartire. Perché qualcuno o qualcosa aveva riservato loro pericolose derive. Perché qualcun altro o qualcos'altro ha deciso di sottrarle alle angustie delle battute d'arresto che si sono messe di traverso sul loro naturale percorso di crescita. Per il momento vivono insieme a tre suore, che improvvisano alla meglio un senso materno goffo ma connaturato, maldestro ma tenero. Spesso sottopongono MR a veri e propri interrogatori di terzo grado, scrutandola, analizzandola, valutandola attentamente con l'incontaminato e spietato metro di giudizio dei giovanissimi. Spesso MR non si sente all'altezza di rispondere a ciò che le viene chiesto. Spesso fa fatica a cavarsi d'impaccio.
Quando lunedì scorso, durante la pausa per la merenda, una delle sei ragazze le ha chiesto "A che serve?" riferendosi al suo lavoro, MR sarebbe voluta fuggire via lontano.

PS Ma è rimasta, tentando, con qualche difficoltà nel farsi capire, di rispondere alla domanda letale.

domenica 7 aprile 2013

SCRITTURA RANDOM

Da un po' di tempo a questa parte MR non è qui.
No, non qui sul blob da dove manca - fortunati voi - solo da qualche giorno; non è qui e neanche solo da un po' di tempo. 
MR, sembra sia dove dovrebbe essere ma in realtà non è così. 
Ricoperta da un velo, non sempre invisibile, di sfinimento mentale ed umorale - causa significativo, ragguardevole, incalcolabile, pregevole periodo di merda - ora cade in sonni ecatombali, ora decide di farsi inghiottire dai viaggi immaginari della lettura, ora si immerge nella visione di film prevalentemente di genere horror-thriller-giallo-noir-paranormale-pazzia, ora affoga le preoccupazioni in rendez-vous con amici e leccornie di ogni ordine e grado, ora scrive.
Illusioni leggere e spensierate a fare da contorno alla amara quotidianità.
Oggi per contorno ha scelto di tornare a voi qui, sul blob.
Malgrado il sonno incoercibile, malgrado la corsa al parco che incombe, malgrado non sappia proprio cosa scrivere.
Scrivere, anche non sapendo bene cosa, però, è salvifico, liberatorio ed efficace.
Elimina, anche solo temporaneamente, anche per un illusorio attimo, da stress, ansie e manie di persecuzione. Nei prossimi post, MR raccoglierà le idee e ritrovata l'ispirazione, non mancherà di trattare dei benefici del sonno assassino, dell'animo avventuriero che la spedisce selvaggiamente da un capo all'altro del mondo via lettura, delle anomalie con le quali folleggia davanti ad uno schermo, della giacobina che è in sé e che non riesce a trattenere davanti alle tavole imbandite.
Oggi, invece, scriverà random.
Tempo fa, MR lesse di un certo Paul Wilson, guru australiano del relax, secondo il quale, nel giro di soli tredici minuti (il tempo necessario per preparare e bere una tazza di tè) si può trovare la serenità. Senza doversi necessariamente astrarre, alienare, o appartare che dir si voglia, dalla vita quotidiana, attraverso un semplice metodo di meditazione, è possibile il raggiungimento di uno stato di benessere fisico e mentale. Rapidamente, efficacemente, neanche in eremitaggio, tutti i giorni, in ogni dove, in qualsiasi momento. Il Sig. Wilson tratta il tutto in un libro intitolato LA QUIETE. Non adatto ad un pubblico dall'anima caparbia - al quale appartiene MR - e con leggere tare relative alla riflessione profonda finalizzata alla ricerca della verità e della calma - che la riguardano molto da vicino - MR decretò che non fosse roba per lei. Lesse tutto ciò nella sala d'attesa di uno studio foniatrico, dove si recò per una visita di controllo, dopo una mattinata senza aver profferito verbo, dopo una navigazione su internet a colpi di immagini e foto di corde vocali di dubbia natura, con noduli, polipi, granulomi, paralisi, edemi, tanto per rassicurare il suo sistema nervoso. Immaginò la dottoressa che doveva visitarla mostruosa, insensibile, scorbutica, nevrotica, stronza.
(No, non ce la faccio ad affrontarla, sarebbe un'impresa al di sopra dell mie possibilità, non me la sento, mi dirà cose bruttissime sulle mie corde vocali, non posso permettermelo, non ora, non oggi. Ho anche parcheggiato male, mi faranno la multa, me ne vado.)
"Sig. MR , buonasera, prego si accomodi!" esordì la foniatra con fare gentile, e sguardo al di sopra degli occhiali.
"(Oddiooo!!!) Buonasera, grazie!"
"Oh! Cantante lirica! Soprano?"
"No, mezzosoprano!" rispose MR traboccante d'orgoglio e d'ansia.
"Ah, no, perché la vedevo tutta dritta e magrina, mi dica tutto!"
"E' un'eterna sfida, ma ci difendiamo anche noi mezzosoprani. Ho la tracheite, catarro, tosse, comincio a soffrire di ansia depressiva, e il dentista mi ha consigliato di mettere il bite per sei mesi perché digrigno i denti. Mi sono ingozzata di aerosol al cortisone, ma non sono guarita, che cosa ho?"
"Capisco." sussurrò placida con lo sguardo al di sopra degli occhiali.
"(Allora se capisce mi dica qualcosa di buono almeno lei!) Che cosa ho?"
"Calma! Il cortisone per aerosol non ci piace, ed inoltre fa venire la candida."
"In bocca?"
"Esatto, in bocca! Soffre di qualche forma allergica?"
"Sì, orticaria da stress, da nichel, da forfora del gatto, da uomini. E poi di rinite allergica e vasomotoria!"
"Capisco! Venga MR sediamoci qui e tranquillizziamoci."
"Qui!? Vicino agli strumenti rivelatori?"
"Apriamo la bocca, tiriamo fuori la lingua, diciamo eeeee!"
"Eeeeeeeeeeeeeeeee!"
"Siamo ancora congestionate, le do una curetta per sfiammare, ed uno spray per la rinite. Tra una settimana saremo guarite!"
"E le mie corde? Come stanno le mie corde?"
"Bene, benone! Sono lunghe e sottili, si adducono e si tendono bene, non vi è alcun tipo di anomalia."
"Allora non ho polipi, noduli, paralisi!" esultò, MR, fiera di aver trovato provvidenzialmente nella foniatra  un'alleata.
"Ma no, cosa dice?"
"Allora siamo salve, stiamo bene, dottoressa?"
"Buona serata! E per due tre giorni non cantiamoci su!" fece affabile con lo sguardo al di sopra degli occhiali.
In un'epoca declinante come quella che stiamo vivendo, tenere alta la guardia dello stress dà sapore alla vita, altro che ricerca della quiete!

Due inverni fa.
"Pronto, parlo con MR? Sono il tecnico dei riscaldamenti del condominio. L'ufficio mi ha riferito che ha chiamato... i suoi termosifoni hanno qualche problema?
"Ah! Buongiorno! Sì! Devono essersi formate delle bolle d'aria all'interno, da due giorni non si scaldano più uniformemente, si sente il gorgoglio dell'acqua, e non essendoci la valvola di sfiato credo occorra l'intervento di una mano esperta. Viene ora? Qui si gela!"
"No, ora no! Ho altre chiamate. Lei ha qualcosa con cui scaldarsi momentaneamente? Non so, una stufa elettrica, un caldobagno, una borsa d'acqua calda, un plaid!?"
"Sì, ho i condizionatori d'aria con la pompa di calore, e il forno elettrico."
"Benone! Credo potrò venire domani. Preferisce mattina o pomeriggio?"
"Nel pomeriggio parto per la trasferta a Piombino. C'è il concerto al Metropolitan, in programma due messe, una di Schubert e l'altra di Puccini, la partenza è fissata per le 16.30... roba da perdere l'autocontrollo!"
"Come?"
"Mattina, preferisco la mattina! A che ora viene?"
"Vengo alle otto."

Sempre due inverni fa.
MR è una creatura sommamente estiva; MR ha un'istintiva e naturale avversione per la brutta stagione ed il suo avanzare; MR per questo si stressa; MR se si stressa commette gaffe di ogni genere; MR in inverno è un'eccellente gaffeur; MR in un giorno di quell'inverno sfornò una gaffe di pregio;
MR chiese, incautamente e pubblicamente, ad una truccatrice del teatro se fosse incinta.
MR si è sentì un'idiota integrale quando la truccatrice del teatro rispose di no.
MR  cercò di convincere se stessa che fu tutta colpa dello stress.

L'anno scorso, in pizzeria con gli amici dopo le vacanze estive.
"Come è andata la caccia quest'estate?"
"Bene, ho conosciuto un gommista."
"Mh, ed era romantico?"
"Sì, pensa che mi ha regalato due copertoni a tasselli larghi e resistenti alle forature."
"Vado al bagno, scusatemi!"
"Minchia! E' andata via la luce!"
"Come hai fatto in bagno senza luce?"
"Ho ricevuto un sms proprio nel bel mezzo del buio, e, illuminandosi, il display ha centrato insieme ad altro il water!"
"Mammamia, questi cellulari, anche se non avessi ricevuto l'sms sarebbe stato illuminante. Neanche un compromesso!"
"Un compromesso è tale o non lo è, che ne pensi MR?"
"Sì, certo, si discute, si concede, si concorda. Capillarmente. Leggerei alcune obbligatorietà come estenuanti; poi c'è un senso, il senso... quello nobile della faccenda."
"MR, parla come t'ha fatto mammeta!"
"E' che sto allenando la mia dialettica. Scrivo, e allora... "
"Scriviii? E che scrivi?"
"Ehm... , no, niente... "

In una delle innumerevoli chat con V:
"Caio! Alloar, cosa manig oiggi?"
"MR, ma che sei chattslessica? Confessa, chi ti scrive i testi del blog?" 

martedì 2 aprile 2013

DIVERSITA'

Nonostante il millantare spudorato delle previsioni meteo che ogni sera davano bello per il giorno seguente, è piovuto quasi sempre. Nonostante sia piovuto quasi sempre, V ed E non si sono fatti trovare impreparati. Specie in quelle parentesi di variabilità, ma non solo, si sono armati di ombrello, impermeabile, forza di carattere e fisica, e - soprattutto con quest'ultima - hanno trascinato di peso la svogliata e poltrona figlia MR fuori dal letto prima e dalla casa dopo. D'altronde, faceva parte degli accordi presi per telefono qualche giorno prima e fa parte del patrimonio genetico di V ed E, totalmente dissimile da quello di MR. Avrebbero trascorso le feste pasquali con la propria figlia a patto che questa non cedesse alle lusinghe del riposo ad oltranza - patti chiari, amicizia lunga, fatti unilateralmente.
"A volte mi chiedo come riesca a vedere me stessa in tutte le cose che fai. Siamo così diverse!" ha lamentato V sovente in questi giorni, ricredendosi sulla trasmissione dei suoi caratteri ereditari alla figlia.
"Chi non ascolta e non segue i consigli dei genitori nella vita si troverà sempre male!"  ha vaticinato E in questi giorni - proseguendo nella ormai quarantennale tradizione - cercando di imporre a MR orari, ritmi, linee guida di marcata fattura personale, e nel tentativo di riesumare in questa il genoma smarrito. 
Pur tuttavia, in tutta questa delusa diversità, MR, V ed  E sono riusciti a trovare un equilibrio e dei fermi punti di incontro, dovuti probabilmente anche ad una manovra di basso profilo morale messa in atto da MR e che non le è costata nessun sacrificio. 
Questa è riuscita a barattare, senza che V ed E se ne accorgessero, l'apprezzamento esagerato per le specialità culinarie ciociare trasferite a Firenze direttamente dal suolo patrio, con qualche pennica post prandiale. Mentre i due genitori, colmi di soddisfazione per aver reso felice una figlia che ormai riconoscono solo attraverso le cose in fondo più sane, tipo divorare una pigna intera (dolce pasquale ciociaro) e roba di questo genere, erano in pieno scartavetramento di palle... sempre post prandiale. Del resto, a MR era dovuto, visto che si era arresa al giro dei centri commerciali, si era consegnata al Volo della Colombina e allo Scoppio del Carro ed aveva obbedito ad almeno uno dei tanti richiami della corsa brucia calorie. Ma a Pasquetta V ed E non hanno retto, e dopo il pranzo sono stati colti dal sacro fuoco dei ricercatori di asparagi lui e di cicorie lei. Sentendosi appartenere ad una specie illuminata, hanno infranto l'equilibrio che era stato raggiunto, hanno preso la propria figlia in preda al capriccio della contestatrice noiosa e incompresa, l'hanno buttata con forza giù dal letto. Questa ha incrociato le braccia e si è seduta su una poltrona con il grugno ingestibile. Loro hanno tentato di impartirle qualche lezione su come gestirlo. MR, con sguardo indignato, ha pensato che qualcosa nella sua manovra di basso profilo morale non aveva funzionato. V ed E hanno temuto che si sarebbe sdraiata a terra preda delle convulsioni. 
Il pomeriggio, abbondantemente assolato, si è concluso con una chilometrica passeggiata in collina. MR ed E si sono messi alla ricerca di asparagi ma non ne hanno trovato neanche uno; in compenso, V ha riempito una busta di cicorie.