venerdì 19 ottobre 2012

PENSIERI

MR lavora in un teatro d'opera, ovverosia in un ecosistema multimediale di anime ingegnose, creative, bizzarre, imbizzarrite, e sostanzialmente global. L'ecosistema multimediale gode del privilegio di raccontare le sorti secolari, immaginifiche, immaginate e non, di mondi interiori ed esteriori di musicisti, artisti, poeti, personaggi storici o inventati, in sonore - e non solo - espressioni di stati d'animo. Altri privilegi vengono erroneamente e gratuitamente imputati all'ecosistema multimediale - da legislatori che hanno emanato a caso e da governi (uno in particolare) che hanno approvato -, tipo: indennità alito pesante del vicino di posto, indennità brufolo da amianto, permessi retribuiti per lavoro very full time fuori dal teatro, sontuosa e superflua quantità di fannulloni, diritto di aperture di vertenze sindacali per spifferi, goccioline di pioggia (per quel che concerne gli spettacoli all'aperto), nidi di topi e pidocchi, ritardi di voli e rischio di disastri aerei nelle trasferte, con adeguato risarcimento; naturalmente tutto inventato. L'edificio deputato ad ospitare l'ecosistema multimediale è una sorta di dedalo, un intrico di scale, corridoi, sale, uffici, serpentoni colleganti, che fanno da estuario al punto più magico: il palcoscenico. Nell'edificio deputato ad ospitare l'ecosistema multimediale si aggirano uomini e donne che parlano alle ricetrasmittenti, o che indossano cuffie e sembra parlino da soli spostandosi per centinaia di metri in pochi secondi, che spingono, sollevano, compongono habitat naturali (allestimento spazi per concerti) e artificiali (allestimenti scenici); uomini e donne che, camminando, o girando in tondo, o anche seduti nel bel mezzo di un passaggio comune, accordano i propri strumenti prima di iniziare a suonare; uomini e donne addetti alla fonazione - MR è una di questi - che dediti da sempre all'ascesi canora, sono rimasti intrappolati  nel concetto di distacco dal mondo e dalla ordinarietà; uomini e donne in calzamaglie, scaldamuscoli e "scarpette rosse" estranei al concetto di grasso e cellulite; asini, cani, cavalli, piccioni e rondini a seconda delle stagioni astronomiche o teatrali. Dell'ecosistema multimediale fanno parte anche le signore dei capelli, che riescono sempre a domare le chiome ribelli di MR:
(Facciamo uno chignon?
Preferisci uno chignon?
Io direi che è meglio uno chignon!
Qui si può fare solo uno chignon...")
le signorine pennellicolor che con il loro abile occhio riescono a scoprire soluzioni alternative al viso di MR:
(Tu stai bene con le tinte chiare!
Tu sta meglio con le tinte scure!)
le sante sarte con un inventario di misure, taglie, forme da smistare, assai vario. Oltre alle nicchie ecologiche fisse, l'ecosistema multimediale comprende le nicchie ecologiche mobili: i direttori d'orchestra, i cantanti e gli strumentisti solisti, generalmente bionici per struttura.
E ancora i registi aiutati dagli aiuto registi:
(R. Vorrei che vi muoveste in maniera più fluida!
A.R. Muovetevi più fluidamente!
R. Non accalcatevi verso l'uscita in quinta!
A.R. Uscite un po' per volta!
R. Mettete agitazione nei movimenti senza usare troppo le braccia!
A.R. Non sbracciate!)
Ci sono poi i capi, uno per ogni settore; gli amministrativi, gli amministratori, e la capo dei capi che MR immagina seduti alle loro scrivanie con i loro laptop o computer fissi, con le loro ventiquattrore, che decidono, gestiscono, limano, e che ultimamente sono ricorsi a soluzioni ammortizzanti dando un  pizzico di aziendalismo ad una storia che è scarsamente aziendale. Perché il trend economico cammina ed il mercato del lavoro cambia. Perché i "perché" sono troppi, ed ingombranti. Tuttavia il futuro dell'ecosistema multimediale - organico e compatto per specificità -, che comunque di una sana riforma necessita, non dovrebbe simulare quello di un'azienda. Il futuro dell'ecosistema multimediale, così irrimediabilmente complesso e al contempo così efficacemente semplice, non dovrebbe essere, ma sarà paradossalmente, tristemente, e ingiustamente sempre più quello di una terra di frontiera.

6 commenti:

  1. A proposito di pensieri..
    Perché non scrivi una favola sui mici?
    Sono convinto che riusciresti a dare il meglio di te.

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    1. mago, io non ho molta fantasia, e ciò che scrivo è frutto di osservazione di ciò che mi circonda. certo, potrei fare lo stesso con i gatti, visto che ho un bel materiale dentro casa, ma non credo sia semplice. comunque, grazie, ci farò un pensierino.

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  2. Quando quei geniacci dei mono-econo-maniaci avranno trasformato tuta la realtà in un'azienda, forse allora capiranno in che razza di mondo balordo ci avranno cacciato...ci sono attività umane che non si possono quantificare, che rendono guadagni non misurabili in termini materiali, ma nondimeno sono fondamentali per poter continuare a chiamarci uomini...la vostra è una di queste, cara EmRose...

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    1. gilli, quel mondo, intendo i mono-econo-maniaci, è troppo preso da "se stesso" per rendersi conto delle perdite irrecuperabili che ci stanno propinando. io spero per il meglio, ma tutto lascia presagire il peggio. :(

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