sabato 30 giugno 2012

PEDONI, CHE PAZIENZA!

Con i quaranta gradi di Scipione o di Caronte, con il freddo o con il gelo, con la pioggia o con il vento, con il cielo a neve o con l'azzurro terso sulle teste, con il buio o con la luce, non ci sono differenze essenziali. Sulla strada si incontrano sempre. Alcuni sono delle vere e proprie rivelazioni; altri definiscono se stessi distinguendosi volutamente; altri ancora sono motivati da oscuri perché. Sulle strisce pedonali si agita una varia umanità attraversatrice. Ci sono quelli per cui le dedicate e sgargianti zebre sono un'iniezione di fiducia, un'ancora di salvataggio, il porto sicuro contro le tempeste, il faro che illumina i loro passi. Ci sono quelli  che si sentono invincibili. Ci sono quelli che si sentono sconfitti. Ci sono quelli che vedono il pirata della strada, l'investitore spregiudicato, l'assassino cinico, lo spezzagambe sfrenato in ogni automobilista, motociclista e persino ciclista. Ci sono quelli che combattono il nemico, al volante o al manubrio, con sguardo gelido e sprezzante. Ci sono quelli che fanno capolino dal ciglio della strada indecisi, tentennanti, esitanti, e stralunati. Ci sono quelli che si arrestano improvvisamente. Ci sono quelli che loro aspettano e tu aspetti. Ci sono quelli appiattiti su se stessi, e appiattiti con se stessi sulle zebre. Ci sono quelli che bacchettano l'aria con il bastone pensando di bacchettare te. Ci sono quelli che loro ti odiano e tu li odii. Ci sono quelli che ti stoppano, alzando la manina, quando sei fermo da due minuti a dieci metri da loro. Ci sono quelli che sulle strisce ci passerebbero il week-end. Ci sono quelli che sguinzagliano la propria fantasia lessicale ricoprendoti di insulti. Ci sono quelli che si materializzano dal suolo. Ci sono quelli che hanno scambiato la strada per una balera. Ci sono quelli dalla lentissima presa di coscienza. Ci sono quelli tristoni che camminano guardandosi i piedi.
I passaggi pedonali non hanno uniformato i pedoni. I passaggi pedonali hanno reso i pedoni creature complicate e incomprensibili. MR, stasera, rientrando a casa, ne ha incontrato una discreta rappresentanza.
Esistono anche quelli sereni, calmi, positivi, ma sono rari quanto il genio e il buon senso, quanto la vera bontà e le uova d'oro di gallina, quanto un fido amico e le ricchezze onestamente conquistate. Di solito attraversano con il semaforo rosso, o in assenza di strisce pedonali, rapidi, sicuri, diretti. Sono quelli che non creano danni o incidenti, non urtano il sistema nervoso dei conducenti di auto, motocicli, e addirittura biciclette, e sanno il fatto loro. MR li preferisce di gran lunga agli altri. MR ne è un egregio esempio.

venerdì 29 giugno 2012

GEA E IL CALDO. LA PASSIONE CONTINUA

Come era prevedibile, Caronte l'infernale piace a Gea ancor più di Scipione l'africano. A dimostrarlo, in primis, le forze a tremila. Un'anta scorrevole dell'armadio su tre, aperta in un nano secondo, è ormai robetta che appartiene al passato. Oggi, con quaranta gradi, la casa che sta per esplodere, i condizionatori che stanno per implodere, Gea registra tempi da record nell'apertura di tre ante su tre. Inutile ogni tentativo da parte di MR di richiuderle. Guardaroba, scatoloni, ripostiglio bene in vista, ventiquattro ore al giorno, umana e bestia si muovono studiandosi reciprocamente. L'una, preoccupata dalle impensabili conseguenze del caldo sull'altra, la segue ovunque con passo felpato, e fare circospetto, per controllarne eventuali colpi di testa. L'altra, forte e dispotica, la sfida penetrandola con lo sguardo tondo e furbo, e, inavvertitamente, con un salto all'indietro a quattro zampe sul muro che le conferisce uno scatto veloce, e uno slancio travolgente e generoso, si sottrae felice alla sua attenzione. Il verso della bestia gaudente non è più da felino ma da pennuto; non è più da gatto ma da gallina. Le ciotole colme di qualsiasi genere alimentare, dalla mortadella al cocomero, dalla pappa al pomodoro alle cozze, dall'insalata di farro al mais, vengono svuotate istantaneamente. La gatlina chiocciando e schiamazzando, reclama, per dissetarsi, tè alla pesca. Dell'acqua non sa che farsene, salvo ribaltare il contenitore pieno e crearsi un laghetto-pozzanghera nel quale trascinare Tremor boccheggiante che apprezza il pensiero e ci si rotola dentro. Tremor viene altresì trascinato sotto il letto, dentro i cassettoni, e sfidato a duello; pensiero, questo, che invece non apprezza e che gli provoca un rumoroso affanno. Della bestia felina femmina MR e Tremor stanno perdendo traccia. Nella casa che sta per esplodere, con i condizionatori d'aria che stanno per implodere, si aggira una spavalda e festosa creatura a metà tra una gallina e un gatto, una velocista e una recordista, una molestatrice compiacente e una provocatrice minacciosa. MR e Tremor sono esterrefatti.

mercoledì 27 giugno 2012

NON APRIRE QUESTA FINESTRA, MAI!

Nei bagni pubblici del ferry-boat norvegese, che l'estate di un anno fa scarrozzò MR attraverso i fiordi, vigevano disposizioni che ordinavano di non vomitare, non pescare, non lavarsi i piedi nel water, di non accovacciarsi e non urinare sulla ciambella.
Nella piscina che frequenta MR le regole impongono di non correre e non urlare sul piano vasca per tuffarsi, indossando un paio di pinne, portando con sé bottiglie di vetro. In più, di NON APRIRE QUESTA FINESTRA, MAI!

MR non riesce a cogliere completamente il senso dei messaggi che a volte la letteratura dei regolamenti trasmette. Viene da pensare che, o gli autori delle stesure di così singolari e agghiaccianti norme siano pazzi, o che abbiano tratto l'ispirazione da qualche essere folle e avventuroso che ha effettuato qualcuno - se non tutti - dei passaggi riportati negli avvisi.
Così come si è attenuta scrupolosamente alle regole norvegesi in materia di ritirata, vista anche la sindrome del risucchio nelle fogne della nave, che lo scarico del water le creava, MR si guarderebbe bene dal calzare pinne, correre urlando e agitando una bottiglia di birra intorno al bordo vasca, prima di tuffarsi in piscina; però quella finestra che non si deve aprire mai scatena pericolosamente la sua scimmiesca curiosità.

lunedì 25 giugno 2012

CENA A LUME DI CANDELA E ROMANTICO PANORAMA NOTTURNO

"Bellissimo! Specialmente come parli del nostro incontro. Romantica la descrizione di quando ti ho portato in soffitta a vedere Firenze al crepuscolo. Però non tutto ciò che hai scritto corrisponde a verità: quando alla mensa mi hai chiesto di sedermi vicino a te io non ho risposto 'No, no, e no!' proprio come un  moccioso treenne. Ma poi, scusa, il moccioso che è in me, non avevi detto che di anni ne aveva quattordici? Ad ogni modo... Quindi, se ho ben capito, voi donne correte il serio rischio che noi maschietti, dopo una cena a lume di candela, mentre stiamo osservando un romantico panorama notturno insieme a voi, potremmo improvvisamente toglierci l'impermeabile di Humphrey Bogart, tirare fuori il lecca lecca e la lingua di Menelicche, e invitarvi a giocare a mosca cieca per il resto della serata?" 
L ha letto il post sul moccioso treenne, e ne ha dato un giudizio sereno, positivo, ironico e burlesco. Tuttavia, MR si aspetta un invito-vendetta a cena. D'ora in avanti, il lume di candela potrebbe essere un inquietante elemento da non trascurare, e il romantico panorama notturno un infallibile e diabolico indizio da non sottovalutare. Nel caso  MR li ravvisasse, per essere all'altezza della situazione si munirà preventivamente delle Nuove avventure di Winnie the Pooh in puzzle, il Gioco dell'oca, e Il piccolo mago.

domenica 24 giugno 2012

IN MEZZORA

"... insomma, quando sono uscita dal teatro ho sentito il bisogno di sedermi affranta su una panchina."
"Oddio! Addirittura! Ma va', fammi il favore!"
"Va be', meno male che c'è il mio blog. Lo tartasserò, poverino, scrivendo qualcosa sull'accaduto per rinfrancarmi. Anche se l'ho fatta più lunga di una messa cantata, mi divertirò a metterla sul comico; mica come l'ho raccontata a te... poi vai a leggere così ti divertirai un po'."
"Ma veramente io mi sono già divertito molto. Mentre parlavi mi immaginavo te con quella faccia, i guanti, la corsa, l'affanno, l'agitazione... ahahahahahahaha... "
"Ahahahahahahahahaha... scemo!"
Quando MR accumula stress, ma spesso anche quando non lo accumula, viene messa di fronte alla sua insuperabile capacità nel fare gaffes. Ieri, dopo una settimana da cancellare - a consolazione solo l'ingresso dell'estate con le sue meravigliose torride temperature - MR stava per entrare in scena senza un pezzo fondamentale: i guanti. 
"Oddioooo! Ho dimenticato i guanti in camerino!" 
"Tieni prendi i miei!"
"Ma cosa dici?! Non puoi entrare senza... non posso entrare senza. Tutte ce li hanno, e poi dobbiamo alzare le braccia, si vedrebbe se non li avessi!"
"Sì, è vero, hai ragione."
"Non puoi entrare senza guanti, corri a prenderli!"
"Dite? Ok! Corroooo!"
Incurante dello stringere del tempo, del divieto di passaggio nel percorso più breve, forte del suo stress a giustificare le gaffes in agguato, pazza come un cavallo, MR si è lanciata in una corsa ad ostacoli su cavi di ferro che ha travolto due tecnici che volevano bloccarla, cinquanta colleghi in frack che le intralciavano il passaggio, una parrucchiera e tre sarte. Al termine della sfrenata galoppata si è accasciata su una sedia quasi priva di sensi, con una crisi respiratoria in atto, i guanti stretti in una mano, e nelle orecchie il coro delle zingarelle che usciva implacabile dall'audio del monitor del camerino. MR non è entrata in scena, e, come se non bastasse le sarte,  guardandola stramazzante, mentre gesticolava scompostamente nel vano tentativo di spiegare la dimenticanza, la rimbrottavano facendo su e giù con tre indici puntati. Alla reprimenda delle tre impietose si è aggiunta in un secondo momento, quando le forze stavano definitivamente abbandonando MR, anche la parrucchiera, che, in dieci secondi le ha posto una serie infinita di domande non curandosi dello stato pietoso in cui versava.
Ma MR non si è arresa, la scena non era finita e la aspettava a braccia spalancate. Ha inspirato profondamente, ha raccolto le forze, si è infilata i guanti, ed è scesa. Impassibile è passata davanti al direttore di palcoscenico, si è scusata con i tecnici che aveva travolto, e con uno scatto d'orgoglio è entrata in scena, da sola, ad accoglierla tutti i suoi colleghi che erano lì da venti minuti.
"Andrò a scusarmi e a far presente la cosa all'ispettrice appena finisco!" ha pensato MR mentre cantava, godendoselo agitata, il finale della scena. Ma l'ispettrice era già nel backstage ad aspettarla su segnalazione del direttore di palcoscenico. Alle domande che sono seguite MR ha risposto farfugliando. Che dovesse entrare in scena chiedendolo preventivamente al direttore di palcoscenico non lo sapeva. Che aveva messo insieme un bel mucchietto di figure di merda lo aveva capito benissimo.
Ieri, in mezzora MR ha dimenticato un paio di guanti in camerino, ha corso saltando su due cavi di ferro, ha travolto due tecnici che volevano evitare il suo fulmineo passaggio al quale il pubblico avrebbe potuto assistere, mentre applaudiva i solisti, poiché era imminente l'alzata del sipario, si è sentita male, avrebbe voluto un medico complice e rassicurante invece c'erano tre sarte accanite e una parrucchiera inesorabile, si è riavuta, ha cantato un finale di scena, e si è presa (per fortuna solo quello) il meritato cazziatone.

giovedì 21 giugno 2012

LA SCOPERTA DELL'ARIA CONDIZIONATA

Grazie a Scipione l'africano Gea ha scoperto l'aria condizionata. Al sollevamento delle alette del condizionatore, lo stravagante animale, che sta trascorrendo la prima estate della sua giovane vita, ha sgranato gli occhi tondi da Hello Kitty e ha tentato una coraggiosa scalata del muro. Si è sentita un'eroica rocciatrice, scambiando il sensore intelligente - che rileva gli spostamenti dei presenti nella stanza, mettendo in movimento i deflettori al fine di regolare il consumo energetico - per una succulenta preda. Ha circuito il display, vocalizzando sollecita. E' stata catapultata all'indietro dallo spostamento d'aria. E' piombata a terra sconfitta, e risucchiata dalla forza di gravità. Sempre protagonista, come un animale da rodeo si è concessa i suoi otto secondi di gloria al fine di disarcionare il gelido getto d'aria, caricando, sgroppando, sfogando la sua euforia e scatenando la sua ribellione. Dopo essere tornata per qualche momento al massacro quotidiano di cuccioli di mosca, moscerini, zanzare, e dopo aver manifestato il suo disappunto prendendosela con il mocio, è corsa furente sul balcone. Con una rincorsa che è partita dal vaso del gelsomino appena innaffiato, dove ha affondato dieci centimetri di zampe, è rientrata in casa. Ha slittato sul pavimento, incurante del cencio appena passato da MR, lasciando enormi impronte di terriccio. Si è diretta decisa verso il sensore intelligente ed il display, li ha scrutati seria,  ha miagolato loro contro, ha incrociato Tremor sulla traiettoria del getto d'aria, lo ha morso su un orecchio. Terminato l'attacco acuto di protagonismo sempre ben supportato da sfrenata curiosità, si è scelta un angolo da dove poter studiare il non identificato oggetto. MR ha dovuto constatare ancora una volta che Gea è più furba di Tremor. Lei, pur non avendo ancora compreso di cosa effettivamente si tratti ha immediatamente capito che è più salutare stargli a distanza di sicurezza. Lui, pur conoscendolo da anni, si sdraia per ore sotto una folata di aria glaciale starnutendo, salvo ricorrere al surriscaldato modem del pc sul quale si abbandona anche con i quaranta gradi di Scipione l'africano.

lunedì 18 giugno 2012

IL MOCCIOSO TREENNE

In ogni uomo è intrappolato un moccioso di tre anni. Negli ultimi tempi MR ha avuto corteggiatori soprattutto over settanta. Non capisce bene perché ma ha azzardato qualche ipotesi: che il senso materno che le si attribuisce - di cui è del tutto ignara - scateni complessi edipici in forma molto retroattiva? Che il senso infermieristico, riconosciutole dall'oroscopo personale, liberi la fantasia degli interessati, che immaginano tracce di sangue sexy sulla divisa, aghi che si infilano sul sedere, perché resti loro presente in caso di ricovero ospedaliero? Che il senso molto lato del suo senso dell'humor - pare che MR abbia una naturale vis comico-buffonesca sulla quale preferisce soprassedere - irretisca i maschi di quella fascia d'età? Ai continui rifiuti da parte di MR del corteggiamento di Peppe, Nieri, Lapo, Vieri, Vanni e compagnia bella, sono seguiti per vendetta: sgarrupamento di pulsante del citofono, lancio di sguardi torvi, sms tipo "Buoni i dolci che mi hai lasciato, peccato che io non mangi i fritti!", telefonate ansimanti, scenate di gelosia tra gli scaffali della Coop. In ogni caso, a dar sfogo ai mocciosi treenni che sistematicamente ed irrimediabilmente vengono a galla dall'inesplorabile universo interiore maschile, non sono solo gli over settanta. L'anno scorso MR durante il viaggio di ritorno dal Giappone ha conosciuto L. Di gran lunga under settanta, ha cominciato da subito a corteggiare MR. Lei correva di una corsa inarrestabile nelle retrovie del palcoscenico, lungo i corridoi del teatro, verso il suo scooter all'uscita dal lavoro; lui la inseguiva. Quando lei finalmente si è fermata, lui l'ha portata su in soffitta, dove sognava di salire da una vita. Le ha mostrato da una finestrella tutta Firenze al crepuscolo, e dalla balaustra tutti i colleghi che brulicavano sul palco come formichine. Le ha fatto mille complimenti, l'ha circuita, l'ha convinta, le ha confessato che la osservava da un secolo, anche se lei aveva occhi unicamente per i suoi corteggiatori over settanta, hanno cominciato a frequentarsi. Qualche giorno fa MR e L si danno appuntamento alla mensa. Lei arriva prima di lui, prende posto accanto ad una collega che sta per andare via e lo aspetta. Lui arriva dopo qualche minuto, pensa che lei abbia preferito mangiare con la sua collega e si siede ad un altro tavolo. "Vieni a sederti vicino a me, ti ho tenuto il posto!" esclama lei dopo averlo raggiunto. "No, resto qui", risponde ombroso lui. "Ma come?! Ti stavo aspettando!" insiste imbarazzata lei. "No, no, e no. Non è vero che mi stavi aspettando, hai già finito di mangiare", si incaponisce lui. "Fai come vuoi!" si arrende lei ravvisando il moccioso treenne che tenta di emergere. Dieci secondi dopo allo stesso tavolo. "Perdonami, piccina, non avevo capito, e me la son presa!" 
"A te non ho niente da perdonare, micio. E' il moccioso di tre anni che mi ha spaventato; pensavo cominciasse a battere i piedi a terra e a sputare panzanella in tutte le direzioni."

venerdì 15 giugno 2012

PTEAMGM

"Forse dovresti acquistare uno di quei telefonini dove poter memorizzare i nomi associati ai numeri (è una delle ultimissime novità), in modo che, se ti arriva un messaggio o una chiamata da persone conosciute - senza che tu debba ricordare il numero a memoria - , le possa identificare. Comodo, no?" 
Il consiglio ironico di Stefanio, lasciato sotto forma di commento al post di MR, sulla telefonia mobile, ha il suo allarmante perché. Tutto è nato da una telefonata di lui e dal rifiuto ingombrante di lei. Non nel senso che lei gli ha chiuso il telefono in faccia. MR aveva un vecchio televisore che una sera è scoppiato, lasciando un'inquietante nuvola  e un incessante puzzo di fumo nella sua camera da letto. Non potendo più essere riparato, MR ha chiamato la Fiorentina Ambiente - rifiuti ingombranti - perché lo venisse a ritirare. Ha concordato una data in cui doveva essere esposto sotto casa a bordo strada; lo ha temporaneamente collocato all'ingresso, per metà dentro e per metà fuori sotto una sedia, dove lo ha lasciato, dimenticandosene completamente, oltre la data concordata; ne ha fissata un'altra; ha postato un memorandum su Facebook che suonava come un mantra (televisore sotto casa, televisore sotto casa, televisore sotto casa, televisore sotto casa... ) che Stefanio ha letto. "Ti chiamo per ricordartelo!"  ha risposto gentile alla formula mistico-meditativa lanciata da MR sul social network-agenda.
Pappa rappaaa, pappa raaa, pappa rappaaaa, pappa ra, pa, pa.
"Pronto?"
"Ciao, sono io!"
"Ehm, mi perdoni, io chi?"
"Stefanio. Televisore sotto casa."
"Aaaaahh! Oddio mio, scusami, è vero. Ma come hai avuto il mio numero di telefono?"
"Me lo hai dato tu, non ricordi?"
"Hhm... sssì, solo che deve essersi cancellato dalla memoria della sim. Sai, a volte succede."
Dopo un quarto d'ora di conversazione.
"Allora scendo a portare il televisore, grazie mille per avermelo ricordato!" 
"Di niente. Rimemorizza il mio numero di telefono (sempre che tu l'abbia mai fatto), ok?"
"Ok, grazie mille, Stefanio." 
Qualche giorno dopo (molto probabilmente è così) per verificare se MR ha memorizzato il numero di telefono Stefanio le ha inviato un sms.
"Ciao, sei libera venerdì sera?"
"Boh! Per?"
"Cena con amici simpatici. Imperdibile. E' gradita la tua presenza. Vieni?"
Un atroce sospetto ha assalito MR. Il messaggio non proveniva dalla persona che pensava, anche se il numero sembrava il suo; cominciava con lo stesso prefisso.
"Mamma mia che arrosti faccio con questo telefono. Scusami, mille volte. Pensavo fossi un'altra persona, che figura. Perdona il mio tono secco, non volevo essere scortese. Grazie dell'invito, mi fa molto piacere. Ti faccio sapere quanto prima!"
"Prego. memorizza il mio numero, però!"
MR tecnologicamente è un'inetta, ha un telefonino anteguerra e sgangherato, una misera manciata di numeri sulla sim, che crede alloggi nella sua testa. Tutte queste cose insieme la fanno spesso sfigurare.
Per questo, seppur reticente,  ha provato a memorizzare il numero di telefono di Stefanio. 
I passaggi che ha eseguito sono stati i seguenti: 347... , SALVA, NOME SCHEDA: Pteamgm.
La vecchia conquista del T9 da parte di MR non ha avuto frontiere ed è straripata ingloriosamente nell'associzione di un numero di telefono ad un nome, dando l'ennesimo senso alla sua reticenza.

giovedì 14 giugno 2012

LA CENA

Se per Tremor la cena rappresenta una serale, calma, arricchente e gustosa, opportunità, per Gea è il momento di trasformarsi in un affamato giullare di corte.
Ieri sera, per esempio.
Ore 20.30
Posizionamento delle ciotole, colme di Obesity per l'uno e di mousse, o bocconcini, o sfilaccetti, o patè (MR non ricorda) per l'altra, nei luoghi preposti: ciotola azzurra con gommini neri sul divano dove dimora lui, ciotola rosa con gommini bianchi sul secondo piano del tiragarffi per lei.
Ore 20.35
Lancio del primo urlo belluino di una lunga serie da parte di MR all'indirizzo di Gea. Nonostante si sia provveduto a una definizione dei luoghi dei pasti, separandoli accuratamente, onde evitare malsane e promiscue consumazioni, la pagliaccia di casa, che ha ripulito in cinque minuti la ciotola rosa, lasciando solo qualche rimasuglio per la seconda serata, si esibisce in un triplo, sazio, e gaudente salto carpiato in direzione divano, atterrando diritta sulla ciotola azzurra.
Ore 20.40
Tremor guarda stralunato i suoi croccantini Obesity sparsi su tutto il divano e Gea che li raccatta, si prende la sua bella manciata di secondi per decidere sul da farsi, finalmente si siede pesantemente sulla ciotola azzurra e quanto resta dei croccantini.
Ore 20.45
Secondo tentativo da parte di Gea di appropriarsi indebitamente della cena di Tremor; secondo urlo belluino di MR; colpo di coda distratto ma feroce di Tremor sul muso di Gea.
Ore 20.50
Terzo urlo belluino di MR verso una belva femmina che scappa dal divano con tre croccantini in bocca, continuando nella corsa a masticare rumorosamente. Tremor tenta un attacco alla ciotola rosa e al suo rimasuglio, ma la pesante mole non gli permette di arrivare fino al secondo piano del tiragraffi. Tutto precipita a terra inesorabilmente.
Ore 20.55
Gea eccitata dal caotico teatrino continua a saltare e a correre felice e impazzita, scava all'impazzata nelle lettiere, espletando alla svelta e rendendo l'aria irrespirabile, si infila tra le gambe di MR, abbraccia Tremor; Tremor bonifica il pavimento dai rimasugli e da qualche croccantino uscito dalla bocca di Gea nella sfrenata corsa; MR, sconfitta, urla belluinamente fino alle 21.00.

martedì 12 giugno 2012

TELEFONIA MOBILE

C'è un momento in cui l'indecisione di MR rischia di assumere contorni drammatici.
Si tratta del momento che le impone di sostituire il vecchio telefonino con uno, se non nuovo, quantomeno funzionante.
Momento sempre in ritardo sulla tabella di marcia.
Momento che con regolare cadenza si ripresenta come un mostro.
Un momento-mostro che toglie, un pezzetto per volta, la giusta distanza tra lei e il mondo tecno-telefonico che solo i suoi telefonini anteguerra sono riusciti e riescono a mettere.
Distanza che MR si ostina a non voler colmare. Perché un telefono serve solo per chiamare e ricevere chiamate, al massimo per messaggiare.
L'unica volta che MR ha comprato un telefonino è stata la prima. Si trattava di un Motorola modello cabina telefonica, che la accompagnò per molti anni. Morta la cabina telefonica, ne ha posseduti solo altri quattro, tutti almeno di seconda mano, regalati da amici, parenti e rivenditori che se ne volevano ad ogni costo sbarazzare. Il primo dei quattro era un piccolo aggeggio giallo girasole, che MR non riusciva a tenere in mano tanto era piccolo. Glielo mollò il commesso di un negozio di telefoni, dopo un'attenta e dettagliata illustrazione di tutta la merce in vendita, impietosito dall'incapacità di MR di comprendere l'universo della comunicazione mobile:
"Questo va benissimo per te. Effettua e riceve chiamate, e se proprio vuoi spingerti oltre, ha anche l'opzione sms. Prendilo pure, te lo regalo."
Il secondo lo sottrasse con l'inganno ad un ex fidanzato, che lo aveva abbandonato sul comò.
A MR piaceva tantissimo quel telefono grigio, ignorato e schifato nella sua grigia semplicità, lasciato su quel comò come un pezzo d'antiquariato.
"Che bello, lo posso provare? Oh! Ha la suoneria di "Braccio di ferro"! Mi piaceva tanto Popeye. Il prossimo telefonino che comprerò sarà proprio come questo. Anzi, vado a comprarlo subito, visto che il mio girasole non funziona quasi più. Mi accompagni? Mi aiuti a trovarne uno identico a questo? Insomma, sai che io non me ne inten... "
"Ma no, prendi pure questo, io non lo uso più!"
Il terzo glielo regalò Victoire, sua madre, dopo che Popeye aveva perduto fino all'ultimo pezzo costringendola ad un debosciato e coatto isolamento dal resto del mondo.
Si trovavano in vacanza a Villapiana (CS), e Victoire, esasperata dalla indolenza di MR corse da Peppino, rivenditore autorizzato sotto casa e le comprò l'ultimo dei telefoni, così come indicatole da questa.
"Non spendere più di 30.00-35.00 euro. Sono più che sufficienti. Non spendere di più, hai capito?!"
Il quarto è stato un regalo dell'amica Manuela. Un telefono con sportellino, per MR di ultimissima generazione, con un menù ricchissimo, per Manuela ormai tramontato da anni.
Bianco, con la suoneria di Indiana Jones in formato schiacciato-velocizzato con testo di due parole - pappa rappa -  che suscita l'ilarità generale ogni volta che squilla, è l'attuale telefonino di MR, ormai al capolinea.
Per questo, insieme al fatto che nessuno, che lei sappia, in questi giorni si sta liberando di vecchi telefonini, ieri ha raccolto tutte le sue energie positive, tutto il suo coraggio e tutta la sua buona volontà e si è recata presso un centro di telefonia mobile, per affrontare il difficile momento.
"Buongiorno! Mi dica, in cosa posso esserle utile?"
"Ahm, vorrei acquistare un telefono... sì, insomma, devo accorciare le distanze."
"Prego?"
"No, niente, il vuoto, tra me e tutti questi aggeggi qui dentro c'è il vuoto... io non me ne intendo... "
"Capisco. Come lo vuole?"
"Heh! Non saprei, mi aiuti!"
"Allora... qui abbiamo dei rivoluzionari iPhone; 16, 32, o 64 GB.  Schermi top level. Per esempio questo melafonino 4 pollici?"
"Ehm, no, non credo. Una cosa meno sofisticata?"
"Dunque...  tra gli Smartphone abbiamo anche questa interessante serie. C'è il SUPERIOR, seicento minuti, seicento sms, internet incluso 1GB; altrimenti, c'è anche lo Smart TOP, milleduecento minuti, milleduecento sms, internet incluso sempre 1GB; o ancora lo Smart ELITE dove si arriva anche a duemila min..."
" Duemila sms, internet incluso 1GB. NO, vorrei qualcosa di meno sontuoso. Non importano i minuti di traffico e neanche il numero di sms. Io invio al massimo tre sms al giorno, quanto ai minuti me la sbroglio da me."
"Mh, ho capito lei è una restrittiva. Lei è in austerity. Allora questo Black Berry modello Curve... guardi che bell'oggettino, touch screen, beats audio."
"Senta, una cosina semplice semplice?"
"Bene, ora è chiaro, lei ha una visione strabica e miope della tecnologia telefonica..."
"Ah, vedo che vendete anche dei bei modelli di occhiali!"
MR è uscita dal negozio senza acquisti perché ci deve pensare, perché è un'eterna indecisa, e perché il telefono che vuole è tipo antico e tristone, che chiami e ricevi telefonate e sms e basta,  che continui a farla vivere nella sua restrizione e nella sua austerity, nel suo strabismo e nella sua miopia, che abbia una suoneria pazza e unica che suscita ilarità ogni volta che squilla.

domenica 10 giugno 2012

GLI EFFETTI DELLA CAPRIOLA

E' una storica, eterna, e inguaribile timida. Possiede, tuttavia, le anime nascoste della disinvolta, della splendida, e della spigliata. Qualche volta queste vengono fuori prepotentemente, poiché, chissà grazie a quale misterioso motivo, crede di essere degagé dentro. Nondimeno, spesso, è preferibile che restino silenziose, giacché impietosi agguati di gaffes potrebbero lasciare il segno.
MR è iscritta ad un centro fitness dove, oltre alla palestra, frequenta corsi di nuoto.
La scorsa lezione era sulla capriola, virata, o capovolta che dir si voglia.
L'istruttore suggerisce a MR di non provarla subito a bordo vasca ma al centro della piscina, onde evitare mazzate con le gambe sul cemento.
MR, dapprima un po' goffa e imbarazzata, passa subito a volteggiare, effettuando rotazioni di bacino, avvitamenti con la testa tra le braccia, fluttuazioni circolari, mulinando disinvolta e libera a centro vasca dietro le indicazioni e sotto lo sguardo attento dell'istruttore.
"Brava, MR, non pensavo capissi così in fretta come si fa la capriola. La prossima volta si passa a bordo vasca!" esclama soddisfatto.
Piena di sé e di acqua nell'apparato respiratorio, MR decide di premiarsi concedendosi un po' di relax nella sauna e nel bagno turco che sono nell'ala opposta del centro alla quale si accede passando per la reception.
Le sue anime nascoste cominciano a farsi strada verso l'esterno. Escono rumorose, intraprendenti, irrefrenabili.
MR, felice e impaziente, sciolta e sicura, spedita e tronfia, non indossa neanche l'accappatoio, e corre leggera e svelta verso il termario, dove si vede già distesa, ad occhi chiusi, a fantasticare sul suo successo del giorno. Con la sua capriola in mano e l'accappatoio sotto il braccio, infila la chiave nel blocchetto del tornello che non vuole scorrere. MR insiste, gira la chiave, la estrae e la infila nuovamente con ostinazione. Non vede l'avviso stampato ad un palmo dagli occhi, proprio accanto al tornello. Lei vede solo il suo turbinare felice, è assorta in quell'arrotolarsi e srotolarsi disinvolto, è tutt'uno con quelle capriole che le danno sicurezza, slancio vitale, e padronanza di sé  Ha il mento in fuori, il naso rivolto verso l'alto, lo sguardo volitivo e risoluto che non si posa sull'avviso se non quando viene distolta dalla receptionist in un via vai di clienti, accompagnatori, bambini, istruttori, e segretarie:
"Ehi, senti! Ascolta, ce l'ho con te! Non puoi entrare. Tu, in costume da bagno... oggi il termario è chiuso per manutenzione. E' scritto lì, non lo vedi?"

sabato 9 giugno 2012

DOMANDE E RISPOSTE

La blogger Silvia lo ha chiamato premio. MR si è chiesta per chi possa essere un premio rispondere a undici domande così, a freddo. Senza il filtro dell'indugiare, senza lo schermo del differire. Undici domande assetate di informazioni per undici risposte nette, schiette, e decise. MR, creatura sommamente chiusa, riservata, e timida, all'invito di Silvia ha nicchiato un po', poi ha visto che non tutte le domande scavano troppo a fondo nel privato, poi ha pensato che potrebbe rispondere mentendo spudoratamente, poi ha confessato a se stessa  che anche i più ritrosi ad aprirsi si sentono lusingati dal parlar di sé. Poi ha risposto.

1- Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog?
Il piacere e il divertimento nello scrivere, e nell'essere letta, fosse anche da una sola persona, preferibilmente da più persone possibile.
2- La tua paura più grande?
Non c'è una paura più grande. C'è un momento per ogni paura, e quando per una paura arriva il suo momento diventa inevitabilmente quella più grande.
3- Il tuo più grande obbiettivo raggiunto?
(L'aggettivo "GRANDE" comincia ad innervosire MR.) Cantare bene, sempre, anche sotto la doccia e il phon dove MR ottiene da sempre i risultati migliori. Tale obbiettivo è alla perenne ricerca del suo raggiungimento totale, si può, pertanto, considerarlo non raggiunto pienamente a tempo indeterminato.
4- Ti piacciono i tatuaggi?
A MR piacerebbe una farfallina tatuata sull'inguine.
5- Ci parli brevemente, se ne hai, dei tuoi animali domestici?
Tremor e Gea sono i due gatti di MR. Tutti e tre insieme formano una bella squadra. Hanno in comune la sfrenata voglia di mangiare, e di dormire. Gea è entrata nella vita di Tremor e di MR due mesi fa. Fino ad allora Tremor mangiava solo Obesity perché è grasso. Ad oggi Tremor mangia croccantini per gatti in crescita; Gea mangia Obesity, croccantini per gatti in crescita, rognone bollito, cocomero, peperoni, e avanzi di ragù, latte, e insalata; MR mangia qualsiasi cosa, anche peli. Per ora disdegna Obesity e croccantini per gatti in crescita, ma in futuro, chissà! Dormono tutti e tre appena possono, però alle 8, per volere di Gea, tutti in piedi.
6- Se potessi cambiare vita su cosa ti butteresti?
Sul giornalismo d'inchiesta, o anche su quello di cronaca nera. Il suo desiderio più grande sarebbe sicuramente condurre la trasmissione "Chi l'ha visto?"
7- Colore preferito?
Tutte le tonalità di rosso: passione, scarlatto, vermiglio, sangue, porpora. E poi il bianco, e il nero.
8- Un traguardo da raggiungere nel tuo futuro?
Non impazzire, rimanere equilibrata, avere possesso di sé. "La pazzia è come una sferzata di aria gelida che improvvisamente entra dalla finestra", disse qualche tempo fa un amico a MR, gettandola nell'apprensione più cupa.
9- Mare o campagna?
Mare. Anzi, no, campagna. Manca la domanda sull'indecisione.
10- Sito Web preferito?
Oceani Capovolti (ricomincio da 2).
11- Il complimento che vorresti ricevere?
MR è bella, intelligente, e canta bene. Sembrano tre, ma in realtà è un unico complimento.

(Cara Silvia,
grazie del premio. Spero di averti accontentata, ma la prossima volta solo domande su uomini, pratiche sessuali, tecniche di seduzione, biancheria intima preferita, notti brave, festini, e droga.)

giovedì 7 giugno 2012

NOTTE!

Meglio una lettera di licenziamento a te che la cassa integrazione a me.
Contestualmente, i casi di cefalea oftalmica mi sembrano in aumento.
Cosa mi lanci la tua maglia in faccia!
Io sono massa artistica, tu sei tecnico-amministrativo. 
Sei uno stronzo, restituiscimi la mia maglia, è uno dei pochi stracci che mi restano.
La tua cefalea oftalmica è con aura o maculata?
Io sono tecnico-amministrativo, tu sei massa artistica.
La cassa integrazione è un bell'esempio che il nostro teatro dà a livello nazionale.
Noi due abbiamo spese altissime ogni mese, quindi è meglio che tolgano di mezzo qualche esubero.
Pezzente!
Prendi un Difmetre, con la cefalea oftalmica fa miracoli.
E se licenziassero voi due, stronzi?
Sono una orgogliosa proletaria ciociara, piccolo borghese fiorentino!
Con la cassa integrazione abbiamo gettato le basi, ora proseguiremo con altre importanti tappe. Il 2013 sarà migliore del 2012.
Soffro di insonnia; dormo due ore a notte.
La politica fa schifo.
Allora non prendere il Difmetre; contiene caffeina.
Gli esodi sono solo su base volontaria e incentivati.
Alla riunione della BCE Draghi ha deciso di non rialzare i tassi d'interesse.
Non ci sono soldi per gli incentivi all'esodo.
Almeno, in culo al mutuo e alle banche per qualche mese.
Cassa integrazione più compensazione.
Ti capita mai di sentirti esubero?
Che bella prova di Haendel!
Il teatro sta naufragando!
Ci sono esuberi ovunque, nel traffico, nelle corsie della piscina, alla cassa del supermercato.
Non ho voglia di attendere, l'attesa spossa ed è cattiva consigliera.
Siate liberi di esprimere la vostra vocalità, sentite la ruota del ritmo dentro di voi, eliminate tutto ciò che è in esubero.
Ho voglia di dormire!
Siamo i primi in cassa integrazione nel panorama delle Fondazioni lirico-sinfoniche in Italia!
Ho voglia di semplicità!
L'ho sempre detto che gli ultimi saranno i primi.
Come due adolescenti su una panchina.
La cassa integrazione nei teatri si può applicare solo in un periodo morto.
E mica l'hai detto tu!
Allora ad agosto.
Verranno periodi migliori, periodi morti.

MR ieri sera è andata a letto presto, dopo un paio di ore si è svegliata, ha rimuginato, si è alzata, ha tentato di stordirsi con internet perché in casa non aveva né alcolici né sonniferi, è tornata a letto, dopo aver dormito un'altra ora ha ripreso a rimuginare, si è rialzata, ha tentato di stordirsi martoriando questo povero blog, ci è riuscita, e ora torna fiduciosa a dormire.

martedì 5 giugno 2012

LA GIACCA DI PELLE

Nei camerini del teatro, MR e alcune sue colleghe mostrano l'un l'altra gli acquisti che si sono concesse prima della prova.
"Cosa hai comprato, Gertrud?" chiede Lisa
"Ho preso due paia di Hogan, due maglie della Max Mara, una borsa di Gucci, e un costume da bagno Prada" , risponde fiera Gertrud svuotando le buste sotto gli occhi ammirati delle colleghe con un rigagnolo di bava sul lato della bocca.
"Io ho comprato questa canotta per mia sorella e un trolley della Hello Kitty per la mia bambina, guardate che carino!" esclama scoppiettante Leda.
"Io ho acquistato sei libri, e ne avrei comprati altri se non fossero stati troppo pesanti da trasportare a piedi", afferma entusiasta Manuela.
"E tu, MR, cosa hai acquistato?" indaga curiosa Tamara.
"Eh?! Nien.. "
"Che bello quel bracciale che indossi!" la interrompe estatica, ancora Tamara.
"(Il mio bracciale, pacchiano e kitsch, comprato da Fermina la brasiliana, che Gertrud in questo momento starà schifando con tutta se stessa?!) Ehm, sì, ho comprato questo bracciale da Firmina la brasiliana", risponde impacciata MR.
"E' veramente bello! Ricco, sontuoso, ampio, con tutti quei piccoli strass... " insiste Tamara.
"Pensa che appena comprato ne è partito uno, e me lo son fatto subito cambiare" ribatte MR che, essendosi già indecentemente esposta, opta per il decoro e il contegno scegliendo di non mostrare anche il vestitino da orfanella.
"Ma che vuoi che si veda lì, se ne perdi uno... " borbotta Lora contrariata.
"Si vedeva eccome, c'era un buchino al suo posto e non andava bene. Certo, neanche Firmina la brasiliana vedeva niente, e infatti l'ha rimesso in vetrina dopo avermene dato uno con tutti gli strass al loro posto", ribatte MR.
"Mamma mia, MR, come sei pignola. La tua pedanteria mi fa tornare in mente quando andasti con Elaine a comprare la giacca di pelle", la schernisce Leda.


DIECI ANNI PRIMA
MR ed Elaine si recano al mercato di San Lorenzo di Firenze per acquistare dei capi in pelle.
Entrano in un locale piantonato da un paio di arabi. Altri arabi vanno, vengono, si dissolvono nel nulla.
MR chiede ad uno dei due piantoni di provare una giacca, che gentilissimo gliela porge.
"Le sta benissimo, la prende?" domanda zelante il piantone.
"Non credo vada bene, ci vuole una taglia in meno... " risponde MR, dopo essersi ammirata in uno specchio per cinque minuti buoni, gettando occhiate verso Elaine in cerca di approvazione.
"Una taglia in meno?" chiede confuso il piantone.
"Sì, una taglia in meno. Non vede che mi sta larga?" si agita MR davanti allo specchio.
"Guardo se c'è!" esclama senza arrendersi il piantone.
"E' larga, vero Elaine? Guarda le maniche, e le spalle... ci ballo dentro. Ci faccio quasi l'l'hula hoop. No, non va bene!" cerca di convincere se stessa ed Elaine, camminando per altri cinque minuti su e giù davanti allo specchio, alzando una gamba, piegando l'altra, unendo le braccia tese, MR.
"Provi questa. Ora andrà benissimo!" afferma contento il piantone.
"Mmmmhhh, non so, le maniche sono un po' corte. Guarda anche tu, Elaine. Come mi sta? Mi sta stretta? Mi tira?" chiede petulante MR, specchiandosi e rispecchiandosi all'infinito.
"Va bene, sta benissimo, prende questa!" cerca di convincerla il piantone.
"Mmmhh, riprovo quella di prima, forse mi sta meglio. Che dici Elaine? E' meglio questa o quella? L'altra va bene tranne che per le maniche che mancano di un centimetro e mezzo almeno, o no?" indaga ancora MR saltellando a destra e a sinistra, fronte retro, davanti ad uno specchio sfiancato, a due piantoni arabi sfiniti, e a Elaine stremata.
"Le maniche si possono allungare, portiamo ora in laboratorio, tra mezzora è pronta. Telefono subito. Allaha, mihi, mwansllai, llellelellle achme liuansellii, ah llaha, usmismillach meruahi", la rassicura sempre più solerte il piantone.
Un arabo, che dopo un istante si dissolverà nel nulla, viene a prendere la giacca da sistemare.
Dopo circa un'ora la giacca non è ancora pronta.
I due piantoni in seguito alle sollecitazioni di MR, e di Elaine ormai spazientita, si consultano tra loro. Decidono di richiamare il laboratorio.
"Machlioeh, llelllellle raahc mollieeeh, maahdre monhaaadrlli elleeeellah soooooih aahhllahh moiiiiirrah llellellel... " spiega nervoso il piantone urlando dentro la cornetta.
Dopo un non meglio precisato lasso di tempo arriva un altro arabo in via di dissolvimento e lascia la giacca finalmente sistemata.
Elaine inspira ed espira, ricompone tutti i cocci della sua pazienza, sperando che le maniche vadano bene.
MR indossa la giacca.
"Come va? Mi sta bene? Le maniche sono giuste, ora? Non si potevano allungare ancora? Ah, no, non c'era abbastanza margine. Mi tirano, Elaine? Mah, diciamo che va bene!" farnetica MR facendo ampie circonduzioni con le braccia, zompettando intorno allo specchio e guardandosi per lungo e per largo per almeno dieci minuti.

MR è un po' pignola, un tantino pedante, e un pezzetto cavillosa.

lunedì 4 giugno 2012

PREGIUDIZI

Pizzeria Vesuvio della quale MR tesse sfrenati elogi.
Un compatto quartetto di napoletani, ad attendere i clienti sulla soglia dell'ingresso, ride e scherza salutando con accoglienza allegra e dallo spiccato idioma dialettale.
"Prego, prendete un menù, scegliete un tavolo, e quando avete deciso cosa ordinare venite alla cassa. Vi chiamiamo noi appena è pronta la pizza."
"Visto che carino questo posto? E vedessi come sono veloci. Poi la pizza è buonissima e proprio come la fanno a Napoli, con i bordi alti e appena appena bruciacchiati."
"Sì, mi sembra anche economica."
"Costa pochissimo! E questi panni stesi sopra le nostre teste? Uguale a Napoli, come è caratteristica. Manca solo il mare."
"Be', però c'è l'acquario."
"Già! Sei mai stato a Napoli? E' bellissima, assolutamente da vedere."
"No, non ci sono mai stato, e sinceramente avrei un po' paura di essere scippato. Sai... è pieno di napoletani."
"E' notorio che Napoli sia piena di napoletani, ma che vuol dire?"
"Non ho niente contro di loro, solo che da sempre si sente parlar male dell'ambiente napoletano, e questo può portarti al condizionamento."
"Io ci sono stata anche da sola. Una giornata intera, pensa, da sola in giro per Napoli, perfino sotto la metropolitana, ma non mi è successo nulla. C'è un alto tasso di criminalità, questa purtroppo è una dura realtà. Ma del resto possono scipparti ovunque, anche a Parigi. I pregiudizi sono figli della stupidità, e bisogna assolutamente cercare di non cadere nelle trappole che ci tendono... MAI!"

All'uscita della pizzeria.
"Oddio, i miei occhiali, non li trovo!"
"Guarda bene dentro la borsa, nelle tasche laterali."
"No, non ci sono... sono certa di averli poggiati sulla sedia, vado a prenderli."
"Controlla anche alla cassa."
"Scusi, c'erano un paio di occhiali, qui, proprio qui... "
"No, signora, ho appena sparecchiato, ma non ho trovato nessun paio di occhiali."
"Ne è sicura?"
"Guardi lei stessa. Neanche sotto il tavolo c'è nulla."
"E alla cassa?"
"Vediamo... No, signora, mi dispiace tanto!"


Sempre all'uscita della pizzeria.
"Non c'erano... porca vacca, me li hanno rubati, ne sono sicura... li hanno visti e li hanno presi."
"Ma cosa dici! Riguardiamo bene nella borsa." 
"Non ci sono, visto? Torno a chiedere, tu continua a guardare nella borsa, ma tanto non ci sono."
"Sì, ora riguardo per benino."
"Senta, può controllare se sono caduti al di là della cassa?"
"Sì, guardiamo insieme... mi dispiace, qui non c'è niente. Ascolti, facciamo così, mi lasci il suo numero di telefono, se dovessimo trovarli la chiamiamo."
"Ok, grazie!"

Nuovamente all'uscita della pizzeria.
"Nella borsa non ci sono."
"Neanche in pizzeria. Ma dove diavolo possono essere finiti secondo te? Li hanno presi loro, glielo ho letto in faccia. Hanno avuto anche la sfrontatezza di chiedermi il numero di telefono nel caso venissero fuori. E' chiaro che stavano bleffando. Vedrai che in un rigurgito di coscienza, vista anche la mia insistenza, mi chiameranno e me li renderanno. Sì, povera illusa che sono, quale coscienza hanno? Che gente!"
"Calma, calma... che dici! Pensiamo un po' da dove siamo passati prima di entrare in pizzeria. Dunque, in gelateria tenevo in mano tutto io, e ricordo di averteli resi... in libreria... sì, forse li hai dimenticati alla cassa mentre tiravi fuori la tesserina. Sono certo che li hai lasciati lì."
"Ma no, li avevo con me anche dopo, ti sbagli!"
"Mi sbaglierò, ma ora si va a chiedere."


Alla cassa della libreria.
"Buonasera, siamo passati un paio di ore fa, non è che ha trovato degli occhiali da sole che potrei aver lasciato qui?"
"Sono questi?"


I pregiudizi sono figli della stupidità, e non bisogna mai cedere alle loro basse lusinghe.
MR si cosparge il capo di cenere, e quanto prima si recherà nuovamente alla pizzeria Vesuvio della quale continuerà a tessere sfrenati elogi!

domenica 3 giugno 2012

LA SCELTA DI CLAUDIO

Claudio è un baritono, ha tre figli, una preziosa compagna, e una grande passione per la politica. Tre anni fa cambiò lavoro; da baritono del coro di uno tra i più importanti teatri italiani, diventò assessore al Bilancio, al Patrimonio e alla Casa del Comune di Firenze. Claudio è dotato di grande senso pratico, ha coraggio da vendere, e alle sue spalle esperienza e sensibilità in due campi che niente hanno in comune. La musica e la politica, il teatro d'opera e il sistema amministrativo pubblico, il pathos e il senso della realtà, l'incanto e la pragmatica. Su questa dualità, su queste due realtà stridenti ha aperto una finestra attraverso la quale guardare oltre. Oltre strade già imboccate, oltre orizzonti già azzardati, oltre il rischio. Claudio ha avuto un compito da svolgere e lo ha fatto facendo germogliare in sé una nuova passione in una nuova materia con la quale probabilmente all'inizio ha dovuto misurarsi. Bilancio, Patrimonio e Casa; un germoglio da non lasciare assolutamente appassire. Claudio lo ha assolto il suo compito; con devozione, zelo, e serietà fino in fondo. Un fondo che lo ha messo faccia a faccia con la resa dei conti. Ora le responsabilità devono passare a chi questi conti non li vuol far tornare. "Ho sempre pensato che chi svolge un ruolo politico lo debba fare in una logica di servizio alla cosa pubblica, e non al perseguimento di ambizioni personali", dice nella sua lettera di dimissioni. E aggiunge: "Torno, dunque, al mio precedente lavoro nel Maggio Musicale Fiorentino. Un lavoro che ho ottenuto vincendo un pubblico concorso nel 1996, e lo faccio nella piena coscienza, considerata la situazione di crisi in cui versa il teatro, che questo mio lavoro è a rischio insieme al salario che da questo ricavo e che costituisce l'unica fonte di sostentamento di cui dispongo per me e la mia famiglia. Nei prossimi mesi, infatti, sarò con ogni probabilità un lavoratore sottoposto a cassa integrazione."
Un paio di settimane fa, alla sua festa di compleanno, Claudio disse a tutti gli ex colleghi del coro: "Siete la mia famiglia!"
Anche lavorare in un teatro d'opera è in fondo essere al servizio della cosa pubblica, e se si è indotti a pensare che la politica sia così lontana dal mondo della musica, è perché è stata defraudata della sua bellezza e del suo fascino, sporcandola nella sua essenza. Claudio a questo gioco non ci è stato. Ha dimostrato di essere libero, ha scansato l'immoralità, e presto tornerà in famiglia.

venerdì 1 giugno 2012

EHM, MMMHH!

Stanotte ha sognato una prova di scena di sole donne in una stanza sporca, angusta e in penombra, dove erano tutte immobili; un regista assorto, durante la prova, nella lettura di un enorme libro bianco; un assistente alla regia con gli occhi verdi e vispi che poi si è trasformato in un maestro collaboratore al pianoforte; due Gee e nessun Tremor in casa.
Più tardi è stata svegliata dal pianto straziante di un neonato che, coccolato dolcemente dalla mamma, si è riaddormentato ad un'ora e mezza dall'attacco di ansia che le ha procurato affettandole il cuore.
Stamattina, prima di partecipare alla temuta assemblea dei lavoratori, si è lanciata in uno sfrenato ed esorcizzante shopping che ha registrato l'acquisto di un pacchiano, appariscente e kitsch bracciale di soli strass da Firmina la brasiliana.
"Quanto costa questo?"
"Quindici euro. Tieni, misura... "
"Oddio, non vorrei far saltare qualche strass!"
"Si salta, butto via, vuo dire che non i bono!
"Mmmmhh, già!"
"Te sta molto bene! Alza il braccio, fai vedere... brilla come si fosse vero!"
La folle spesa ha altresì visto l'acquisto di un insulso e anonimo vestitino da orfanella.
Il passo dalla soddisfazione per le compere e per l'abbinamento del pacchiano, appariscente e kitsch con l'insulso e anonimo, allo schiacciante senso di colpa da lavare con il sangue è stato breve. Prima di  espiare, però, è tornata da Fermina la brasiliana poiché al bracciale mancava uno strass.
"Vorrei che me lo cambiassi, guarda, manca uno strass."
"Dove, io non vedo!?"
"Qui, guarda bene!"
"Ah, là dietro?! Mmmmhh, non se vede niente! Tiene, uno novo, questo rimetto in vetrina."
Dopo pranzo ha partecipato alla temuta assemblea dei lavoratori, dove i concetti come "esubero", "cassa integrazione", "licenziamento" le hanno bloccato la digestione ottundendole il cervello.
Ha tormentato le colleghe che le sedevano intorno con domande sfiancanti sul futuro lavorativo.
"MR, è la tua occasione per vincere la paura di parlare in pubblico. Chiedi al sindacalista!" l'ha dirottata Manuela, amica, collega, e rappresentante sindacale, esausta.
Ha aspettato la fine dell'assemblea, e che si svuotasse la sala per triturare l'anima a tre rappresentanti sindacali su quattro con le sue domande sfiancanti e - ha il sospetto - anche senza senso, sul futuro lavorativo.
"Ehm, volevo sapere cosa ne sarà... ehm, ma... il futuro lavorativo... insomma, perché... "
"... ?"
"No, niente, è che sono un po' ansiosa! Grazie, arrivederci."
Ha eseguito, insieme ai colleghi preoccupati, tra altri colleghi preoccupati, nel backstage del palcoscenico, l'interno per la prova generale de "Il mandarino meraviglioso" di Bartok.
E' tornata a casa, ha imperversato su facebook, ha riso istericamente, è crollata stremata e stressata sulla tastiera del pc, addormentandosi e svegliandosi con l'assurda urgenza di scrivere.
MR.