venerdì 11 maggio 2012

CONCERTO AL NUOVO TEATRO DELL'OPERA DI FIRENZE

Il Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze è ancora per metà teatro e per metà cantiere. L'ultima volta che MR ci aveva lavorato risaliva al 31 dicembre 2011. Ci è tornata ieri sera per un concerto e, a parte il foyer, la sala, e il palcoscenico che sono rimasti identici, il resto è tutto cambiato. MR ha cercato di accedere ai camerini ripercorrendo la strada che conosceva, è transitata attraverso porte con maniglioni antipanico e bianchi corridoi, sfociando nella zona per metà cantiere. Un cantiere non è una realtà immobile e immutabile. Un cantiere è in continuo divenire. E' vivo e dinamico. Un cantiere dopo sei mesi non è più lo stesso, e MR non lo ha riconosciuto. Lì si è ritrovata sola, sudata dall'agitazione dentro il vestito da concerto, con i tacchi dodici piantati nei detriti. Sola senza gli ottantanove colleghi del coro e i cento dell'orchestra. Sola senza Zubin Mehta. Tutt'intorno ruspe e materiale edilizio. E' notorio che nella zona per metà cantiere del Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze, prima di un concerto non ci sia nessuno, neanche uno del pubblico. Tuttavia qualcuno nel bel mezzo del nulla si è materializzato, ed ha iniziato ad interagire con MR che non vedeva l'ora di imbattersi in qualche forma di vita.
"Dove va? Cosa cerca?" ha chiesto lui
"I camerini", ha risposto lei
"Qui???" ha ribattuto lui
"Sì, qui. Il 31 di dicembre c'erano, proprio qui", ha delirato lei.
Preso da forte compassione e compiaciuto per la gradevole e divertente parentesi apertasi nella desolata zona per metà cantiere, lui materializzato, ha indicato a MR la strada più breve per raggiungere il retro palco.
"Lei qui non potrebbe stare. In tutti i modi, scali quella montagna di pietre e breccia, scendendo dall'altra parte, in fondo, trova l'ingresso per il retro palco. Stia attenta a non farsi male!"
MR, sfatta, è riuscita a raggiungere i camerini dove erano tutti i suoi colleghi, freschi come rose e pronti per il concerto. Nervosa e indispettita con se stessa, ha risposto male a qualcuno di loro, ha dimenticato di firmare l'entrata al lavoro, si è sentita una totale idiota perché nessuno oltre a lei ha sbagliato la strada. MR ha preso posto nella zona per metà teatro, ha inspirato ed espirato profondamente. Si sono abbassate le luci, ha chinato il capo verso lo spartito. Il concerto è iniziato. La musica, magicamente, l'ha riconciliata con se stessa e con il mondo.

4 commenti:

  1. La tua mi sembra una perfetta metafora della realtà dei teatri in Italia. Da troppo tempo ormai girovaghiamo smarriti sui detriti del progressivo sgretolamento dei teatri. Si finge di costruirne uno mentre molti vengono inesorabilmente demoliti. Presto le luci si spegneranno ma non per l'inizio dello spettacolo.

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    1. giuro che non l'ho fatto apposta. è che l'aria è talmente rarefatta che mi è venuto spontaneo. ;)

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  2. Devo confessarti che se io non avessi incontrato i miei colleghi che già sapevano dove andare avrei fatto la stessa strada che hai fatto tu.
    La prossima volta, però, ti consiglio di chiedere informazioni prima di avventurarti nel nulla rischiando di vedere materializzarsi qualche male intenzionato... :o)

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