In chat con V.
"Ho mangiato quattordici Ferrero Rocher, ora che mi succede?"
"Come minimo passerai la nottata in bagno..."
"Cioè?"
"Ma come quattordici Ferrero Rocher!?"
"Sì, ne avevo una scatola da sedici. Ieri ne ho mangiati due e stasera, doppmla proca, gli altri quattordici..."
"Doppmla proca... aspetta che cerco un dizionario."
"Ahahaha, scusa, dopo la prova... ne avevo troppa voglia!"
"Bene, allora domani autofustigazione e cinquanta chilometri di corsa..."
"Erano lì e sono andati uno via l'altro, come i duecentocinquanta grammi di noccioline dell'altra sera. Ho letto su internet che uno ha settantacinque calorie."
"Be', siamo verso le mille."
"Sono tante?"
"Per una donna è il fabbisogno giornaliero; per te che, oddio, proprio donna non sei, corri, fai cinquanta flessioni al giorno, nuoti, fai la staffetta, la pertica, il salto in lungo e quello con l'asta, sono poche."
"Allora ho fatto bene a mangiare anche un piatto di spaghetti con le coe e una banana!?"
"Con le coe?"
"Ahahahahh, con le cozze... Oddio sono poiegata uin due dal ridere e mi sta sentendo tutto il vicinato!"
"Poiegata uin... mah! Non ti capisco, sei italiana?"
"Oddio, mentre rido la mucca mi si butta addosso... pensa che ce l'abbia con lei..."
"Scrivi come una filippina!"
Din don.
"Sì, chi è?!"
"Siamo G e M!"
"Buongiorno, G e M!"
"MR, noi volevamo salutarti, stiamo andando via. Abbiamo preso in affitto un altro appartamento."
"... ... ... !?!"
"MR, ti senti bene?"
"Eh? Sì, ve ne andate? Voglio dire, andate via? Ma torna lui? I mean, il maori?"
"MR, non sappiamo niente... ciao, è stato un piacere averti come vicina. Buona vita!"
"Eh? Ah, ok... addio!"
MR è con la mucca e la leonessa sul pianerottolo di casa. Suona alla porta di S e di O la rumena. Il suo sguardo è rivolto verso le calzature di ogni forgia, genere e aroma del maori, depositate come si faceva durante il Mesozoico nell'ingresso (di proprietà comune di MR e del maori), (MR, non guardare, MR non annusare! MR, non sclerare!) Lo sguardo è altresì rivolto verso pennelli, contenitori di vernice, trabattello, scartavetratrice rotante, il tutto sempre adagiato nell'ingresso comune (che pulisce MR) (MR, alza lo sguardo, MR, turati il naso! MR, togliti dalla manica della maglia quel coltello da macellaio!) Si aprono improvvisamente le porte dell'ascensore. Ne escono un toscano, una rumena, un maori ed una yankee.
"MR, ce faci? Cosa fare cu pisici... gattini, amoooreeee, veni la mama..."
"Ciao MR, stavi cercando noi?!"
"Sì, ciao S, ciao O."
Il maori e la yankee rincasano facendosi largo tra il vasto assortimento di scarpe e materiale per pareti (MR, non ti voltare...)
"Ecco, vedete, quei du... (NON TI VOLTARE!)"
"Va tutto bene, MR?"
"MR, sembri pazza!"
"Niente, niente, volevo solo chiedervi se sapete se quei due restano per sempre o se sono qui solo temporaneamente... guardate da voi, vi pare possibile? Il mio ingresso, nella migliore delle ipotesi diventerebbe una scarpiera. Quando ho imbiancato casa io i pennelli e le vernici li avevo in bagno, sul balcone e dentro il letto... mai avrei osato intralciare il passo ai miei vicini."
"Da, da, nu se face questo... amoooreee, mi am fatto fotografii al pisica giallo... aspettare, prendo... mi ti faccio vedea..."
"Non sappiamo nulla, MR, non ci hanno detto se restano o se riaffittano. Ma credo che ora che si è sposato si sarà calmato un po'..."
"Non mi pare, S, non mi pare! E' inutile anche che io dica loro qualsiasi cosa!"
La leonessa raffreddata starnutisce rumorosamente.
"CCCiuà, CCCiuà... ahahahahah, amoooreee, hai freddore... ecco fotografii, guardare bela... ahahahah..."
"E quando gliele hai fatte queste foto?"
"Quando este uscita.. gli è sempre qua, ahahahha... sci ii place florellini, da, profumo... è crescut codino, da, a coada mare, grande!"
Sono passati più di tre mesi dall'ultima volta che MR ha scritto su questo blog e in uno degli ultimi post diceva: "MR da cinque anni ha questo blog. Solo che, di tanto in tanto si eclissa, sciopera, finisce sotto un camion, si sfracella (uh, che inelegante espressione "si sfracella"! Meglio "va ad infrangersi")... va ad infrangersi a trecento all'ora contro qualche cazzo di muro, accantonando la sua amata creatura. Si trascina per intere settimane refrattaria a dimensione e contesto weblog. Si distrae dalla sua passione per la scrittura, preoccupata unicamente di tutto ciò che si va consumando fuori da questo posto e soprattutto dentro la sua vita professionale - ai massimi storici della criticità -, esita fiacca al richiamo del raccontarsi. Pur conoscendo il rischio che mancanza di impegno e incostanza possono arrecare alla sua amata creatura, MR ultimamente ricade spesso nella stessa trappola, nella medesima trama. Esula, si discosta dallo sfrenato desiderio di affacciarsi a questa finestra, su questo mondo un po' parallelo e un po' no..."
In questo lasso di tempo, un po' più lungo del solito, MR ci ha riprovato.
Ma, resa opaca ed insoddisfacente causa irrequietezza, disordine professionale e quindi esistenziale, contenuti dimessi, forma sciatta, l'hanno sviata e distolta. Oggi, però, senza pietà per se stessa e con un po' di ruggine e sfacciataggine, ha avuto l'indecenza di tornare a voi.
Perdonatela.
Oceani Capovolti (ricomincio da 2)
domenica 10 novembre 2013
giovedì 25 luglio 2013
LETTO INDEMONIATO
MR dorme da sette anni su un letto matrimoniale dal materasso anatomico ad alta traspirabilità e dalla rete a doghe larghe in multistrato di faggio. Comodo e confortevole, fin da subito conquistò le sue attenzioni. Non ci mise molto ad essere travolta dalla scintilla della passione dirompente, che scoccò per il nuovo e accogliente talamo nel momento esatto in cui vi ci si sdraiò sopra. Tante, da allora, sono le soddisfazioni che questo riserva a momenti di letargia, a sonni ecatombali e a dormite assassine. Eletto a proprio giaciglio anche dalla mucca e dalla leonessa, ventiquattro ore al giorno, vede giochi, mazzate, capriole, salti e acrobazie di due bestie allegre e gioiose che spesso si accoccolano felici, per ore, abbarbicate ai fianchi di MR fra slinguettamenti, morsichetti e grattini vari. Per il raggiungimento dell'apoteosi gioca un ruolo determinante la condivisione di colazioni e merende fra bestie e umana, a base di biscotti, tutti insieme appassionatamente nell'alcova. Ma per due notti sono successi fatti strani. Per due notti MR, la mucca e la leonessa hanno avvertito, tutte le volte che si sdraiavano e ad ogni movimento, anche minimo - l'allungamento di una gamba, il girarsi e rigirarsi, il leccarsi il pelo - strani rumori. Provenienti con ogni certezza dal letto, i tre molestati nel sonno, non riuscivano a precisarne la causa. Ora sembrava una sorta di sciabordio tutt'intorno al telaio della rete, poi un movimento sussultorio impazzito delle doghe, ancora un cigolare ritmato e lussurioso che non avrebbe lasciato spazio a dubbi, per un istante i tre si sono sentiti come Linda Blair nel suo letto. Stanotte, convenuto che ci fosse qualcosa di irregolare, di comune accordo, hanno deciso di effettuare un controllo. Alle 3.00 MR ha sollevato il materasso anatomico ad alta traspirabilità poggiandolo ad una parete. Ha controllato le doghe una per una, spostandole, sollevandole, percuotendole con perizia e maestria, come farebbe un percussionista con il proprio strumento; prima al centro, poi sui bordi, con la mano a coppa, battendo il palmo aperto, appoggiando l'orecchio. Ha picchiato sui margini del telaio, spostato i piedi della rete. Niente! Nessun rumore! Ormai persuasa della sua subdola presenza, ha invocato Satana per un esorcismo. Ma essendo sprovvista di croce e acqua santa è scesa a patti con lui: "Esci da questo letto, vade retro! Sono disposta a mangiare i croccantini dei gatti e cose del genere!" La mucca e la leonessa, elettrizzate, davano il loro utile contributo, guardando diritto negli occhi una farneticante MR e infiladosi negli spazi fra una doga e l'altra. Gea è riuscita agilmente a passarvi, Tremor, che ha da perdere ancora qualche chilo ed è in quella fase di mezzo in cui non è più obeso ma non ha raggiunto neanche il peso forma, ci è rimasto incastrato. Dopo aver attuato la meticolosa verifica e il conseguente patto-esorcismo, alle 3.30, la signora anziana del piano di sotto convinta che la casa di MR sia abitata da figuri insani e perversi dediti a strane - per usare un eufemismo - pratiche notturne ha vociato squarciando il silenzio della notte: "Oh, bellini, che vu l'abbozza-e! Bada lìe, che casino e vu 'ffate!? Icché vu tramenate?! Sbuffate e vu parete ibbrindellone!"
MR, colpita per un attimo da paralisi fulminante, si è subito riavuta pensando che la figlia della suddetta signora tutte le sere e tutte le mattine, sfoga selvaggiamente nonché rumorosamente le sue insoddisfazioni sulle saracinesche delle finestre del proprio appartamento (nell'angolo più remoto e nascosto di Machu Picchu dovrebbe andare a sfogarsi!) e rimettendo il materasso sulla rete ha rilanciato con un mormorio fra sé e sé: "Oh che ti 'heti! Icché tu bubi?! E un fare l'uggiosa! Te e la tu figliola!"
Risdraiatisi, i tre, non hanno avvertito più nessun molesto e strano rumore, e colti da sonno incoercibile sono crollati cadaveri.
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lunedì 22 luglio 2013
QUANDO SI DICE "BELLO!"
Il weekend appena passato MR lo ha trascorso a Roma dove si è recata in visita ad amici vecchi, nuovi e seminuovi. È partita felice come una Pasqua venerdì mattina con un treno ad alta velocità, a bordo del quale, a fasi alterne, è passata attraverso stati di irrefrenabile euforia, incontenibile impazienza e importuna esuberanza, rendendo partecipi i passeggeri a lei più prossimi; con i quali ha disquisito sulla glacialità della temperatura del treno che pare fosse inversamente proporzionale alla velocità; che ha consultato in merito al collegamento alla rete Wifi Frecciargento, interrogato sul lancio del browser, coinvolto nei conseguenti video Youtube e scampanellii dell' IPad. Con ogni probabilità, quando finalmente MR è giunta alla stazione, dove ad accoglierla c'erano L e un temporale tropicale, la carrozza tutta si è risvegliata da un incubo tirando un sospiro di sollievo. Strafelice, ha pranzato e speso qualche ora del pomeriggio con L che le ha offerto per due notti un letto molto più che inversamente proporzionale alla notevole ampiezza della casa nella quale l'ha ospitata... una confortevole mezza piazza, che, detto così, non persuade ma ha una sua logica stringente. Nel tardo pomeriggio MR, dopo circa dieci anni, ha rivisto SJ, sua amica ed ex compagna di classe al Conservatorio, di Taiwan, che vive a Roma da trentacinque anni e parla come se fosse arrivata in Italia due mesi fa, che non dimentica mai di chiamare MR in occasione delle feste comandate e che, per fare un esempio di quello che è il suo italiano, così la fece perdere nel frizzante intreccio della sua ultima telefonata:
"Plllrrronto! Piccolina, auguli! Che st'affa' ... Ttttu me devi veni' a trova'!"
"Ciao, SJ, auguri, come stai? Come trascorrerai il Natale?"
"In cccioo', piccolina, asssolito, non sanno, stronzo commmme te devo di'... Stai a capi'?"
"Sì, certo, SJ! E il resto? Tutto bene?"
"Te volevo chiama' aaaa casa, poi pensato 'piccolina non stare casa, 'a chiamo cerrlurlarle'... mangiare poco, me raccomanda, dopo ce ssssta aaaa chi, non so perlché, eh? Nun è incledibile, strlonzi, semple ugale!"
"Eh, lo so, lo so, SJ... "
"Ora piccolina te devo lascia'... saluta mamma, papà, nipoti, fratello... io non dire, ma mai se non c'è. Ce sta, sempre solito, stronza anche quella, io so, ma piccolina, auguri, Buon Natale! Vie' a Roma! Tanti baci. Cia, cia."
"Plllrrronto! Piccolina, auguli! Che st'affa' ... Ttttu me devi veni' a trova'!"
"Ciao, SJ, auguri, come stai? Come trascorrerai il Natale?"
"In cccioo', piccolina, asssolito, non sanno, stronzo commmme te devo di'... Stai a capi'?"
"Sì, certo, SJ! E il resto? Tutto bene?"
"Te volevo chiama' aaaa casa, poi pensato 'piccolina non stare casa, 'a chiamo cerrlurlarle'... mangiare poco, me raccomanda, dopo ce ssssta aaaa chi, non so perlché, eh? Nun è incledibile, strlonzi, semple ugale!"
"Eh, lo so, lo so, SJ... "
"Ora piccolina te devo lascia'... saluta mamma, papà, nipoti, fratello... io non dire, ma mai se non c'è. Ce sta, sempre solito, stronza anche quella, io so, ma piccolina, auguri, Buon Natale! Vie' a Roma! Tanti baci. Cia, cia."
Prima di incontrare G, altro amico nonché ex insegnante di pianoforte di MR e responsabile della funesta scelta di questa di intraprendere le impervie e tortuose vie del canto, le due amiche, ritrovatesi, sono passate attraverso ogni ragguaglio, hanno parlato - spesso non comprendendosi - rimettendosi in pari per tutti gli anni in cui non si erano viste. Di lavoro, delle reciproche famiglie, dei tempi passati.
Di politica:
"Piccolina, Italia politica uno schifo, semple così... anche brodo, che schifo!"
"Brodo? Che c'entra il brodo, SJ?!"
"Brodo, come che c'entra, piccolina... ti piace brodo!? Che schifo! Premio, brodo... piccolina, perché guardare così... Non capisci?!"
"No, SJ, quale brodo, che premio!?"
"No, SJ, quale brodo, che premio!?"
"Aaaahhh, brodo, premio, come Berlusconi!"
"SJ, vuoi dire Prodi, l'ex Premier! Ok, ok, quando imparerai a parlare l'italiano?!"
Qualche ora dopo MR e SJ sono andate all'appuntamento con G che le stava aspettando in macchina e che le ha portate nell'ultima zona rimasta della Roma più pittoresca, piena di gente, a suo dire, singolare, problematica e poco speculativa, ma allegra e di ottimo umore anche perché dedita al buddismo. G, che non vedeva MR da più di dieci anni, l'ha trovata identica a come l'aveva lasciata, le ha chiesto se ha intenzione di invecchiare o se ha fatto il patto con il diavolo come un'altra sua amica ottantottenne; dopodiché ha portato lei e SJ nella casa che ha comprato poco tempo fa, una sorta di labirinto immerso nel ed emerso dal verde, pieno di gatti e di armonia. Per la cena si sono allontanati dal labirinto di qualche metro. In una trattoria gremita di gente singolare, con i gatti di G sotto ai tavoli, hanno mangiato pesce unendosi ad altre persone.
"SJ, vuoi dire Prodi, l'ex Premier! Ok, ok, quando imparerai a parlare l'italiano?!"
Qualche ora dopo MR e SJ sono andate all'appuntamento con G che le stava aspettando in macchina e che le ha portate nell'ultima zona rimasta della Roma più pittoresca, piena di gente, a suo dire, singolare, problematica e poco speculativa, ma allegra e di ottimo umore anche perché dedita al buddismo. G, che non vedeva MR da più di dieci anni, l'ha trovata identica a come l'aveva lasciata, le ha chiesto se ha intenzione di invecchiare o se ha fatto il patto con il diavolo come un'altra sua amica ottantottenne; dopodiché ha portato lei e SJ nella casa che ha comprato poco tempo fa, una sorta di labirinto immerso nel ed emerso dal verde, pieno di gatti e di armonia. Per la cena si sono allontanati dal labirinto di qualche metro. In una trattoria gremita di gente singolare, con i gatti di G sotto ai tavoli, hanno mangiato pesce unendosi ad altre persone.
Il giorno seguente MR si è alzata dalla confortevole mezza piazza di buon ora e insieme a L si è tuffata nella città eterna, nella metropoli tentacolare, nella Roma Imperiale e in quella Repubblicana, camminando per sette ore e rientrando con due cotechini al posto dei piedi.
La serata ha visto la sua conclusione con una cena macrobiotica sempre insieme a SJ e ad altre tre sue amiche. Abbastanza provata dai cotechini, MR con espressione stralunata e ottusa ha cercato di seguire il menù che la proprietaria del locale, spenta in viso ed emaciata ma in piena "armonia con il cosmo", snocciolava a voce. Successivamente al pasto tristone, rincasata, è andata ad informarsi su internet in merito a quella che per molti è un'altra forma di filosofia di vita, per lo Skeptic's dictionary è una follia che sceglie il cibo per le presunte proprietà metafisiche entrando nell'ambito della divinazione, mentre L le ha spiegato che è la dieta di Guantanamo.
Domenica mattina presto MR sfatta ma soddisfatta è salita su un treno ad alta velocità, ha preso posto e ci è svenuta dentro.
La serata ha visto la sua conclusione con una cena macrobiotica sempre insieme a SJ e ad altre tre sue amiche. Abbastanza provata dai cotechini, MR con espressione stralunata e ottusa ha cercato di seguire il menù che la proprietaria del locale, spenta in viso ed emaciata ma in piena "armonia con il cosmo", snocciolava a voce. Successivamente al pasto tristone, rincasata, è andata ad informarsi su internet in merito a quella che per molti è un'altra forma di filosofia di vita, per lo Skeptic's dictionary è una follia che sceglie il cibo per le presunte proprietà metafisiche entrando nell'ambito della divinazione, mentre L le ha spiegato che è la dieta di Guantanamo.
Domenica mattina presto MR sfatta ma soddisfatta è salita su un treno ad alta velocità, ha preso posto e ci è svenuta dentro.
giovedì 18 luglio 2013
QUESTIONE DI PELLE
L'attacco fulminante di orticaria, derivante dall'allergia ad un farmaco, che l'altra notte ha colpito MR ha un precedente. Anche tanti anni fa, quando il fidanzato di allora tentò di costringerla a vivere con lui, MR si riempì improvvisamente di bolle, vescicole, macule e papule. Riuscì in tempo a fuggire dalla catastrofica eventualità di una vita a due con un allergene, per sempre sotto lo stesso tetto, deturpata da un'eruzione cutanea che la investì - lasciando libere faccia e lingua - solo dai piedi fino al collo. Faccia e lingua, intatte, le furono d'aiuto per una recriminazione a viso aperto e a parlantina sciolta e violenta contro il responsabile della debordante e straripante istamina. Ma l'antico fidanzato, della cagionevolezza cutanea di MR, è colpevole fino ad un certo punto. Il vero artefice di tanta sensibilità epidermica è papà E. L'ereditarietà del quale verso la figlia (e che la figlia avrebbe preferito) non ha compreso lasciti di abilità, inclinazione, sorte amica, mazzo che dir si voglia nel gioco; né attitudine, perizia, facilità strategica, spontanea astuzia, furboneria nella vita; per non parlare del metabolismo basale che gli permette di sterminare lo sterminabile, commestibilmente parlando, senza ingrassare di un etto. No, MR dal corredo cromosomico, dal genoma di papà E, ha ereditato la fragilità della pelle. La settimana scorsa papà E è stato ricoverato d'urgenza in un istituto di dermatologia romano.
Dopo due giorni di cure intensive, ha trascorso il suo tempo facendo lunghe passeggiate dentro e fuori l'ospedale, con il suo compagno di stanza. Li hanno autorizzati ad arrivare fino al cancello, vietando loro di oltrepassarlo, anche perché l'uno indossava un pigiama di carta e l'altro si accompagnava con l'asta porta flebo, compresa la flebo. Papà E, in ospedale, dentro, ha conosciuto una donna; si tratta di una dottoressa che lo ha preso molto a ben volere e che per questo lui, a sua volta, ha preso molto a ben volere. "È una pendolare che viene da Firenze tutti i giorni... le ho parlato di te, le ho detto che vivi nella sua città e lei era contenta per questo! È proprio forte!"
Al "È proprio forte?!?" sottolineato da una MR urticata, papà E ha risposto sulla difensiva "Che te cride ca so' ne rattuse!? (Per chi mi hai preso, per un molesto figuro?)
In cinque giorni papà E è stato nutrito come un uccellino. Aveva molta fame e per qualche istante è stato colto dalla tentazione di oltrepassare il cancello per infilare un ristorante, ma il buonsenso e l'indecoroso fastidio dovuto ad un pigiama di carta hanno prevalso. Reidratato a dovere papà E è stato dimesso. Oggi con MR ha avuto una fitta conversazione telefonica dalla quale è stato tratto liberamente questo post.
Dopo due giorni di cure intensive, ha trascorso il suo tempo facendo lunghe passeggiate dentro e fuori l'ospedale, con il suo compagno di stanza. Li hanno autorizzati ad arrivare fino al cancello, vietando loro di oltrepassarlo, anche perché l'uno indossava un pigiama di carta e l'altro si accompagnava con l'asta porta flebo, compresa la flebo. Papà E, in ospedale, dentro, ha conosciuto una donna; si tratta di una dottoressa che lo ha preso molto a ben volere e che per questo lui, a sua volta, ha preso molto a ben volere. "È una pendolare che viene da Firenze tutti i giorni... le ho parlato di te, le ho detto che vivi nella sua città e lei era contenta per questo! È proprio forte!"
Al "È proprio forte?!?" sottolineato da una MR urticata, papà E ha risposto sulla difensiva "Che te cride ca so' ne rattuse!? (Per chi mi hai preso, per un molesto figuro?)
In cinque giorni papà E è stato nutrito come un uccellino. Aveva molta fame e per qualche istante è stato colto dalla tentazione di oltrepassare il cancello per infilare un ristorante, ma il buonsenso e l'indecoroso fastidio dovuto ad un pigiama di carta hanno prevalso. Reidratato a dovere papà E è stato dimesso. Oggi con MR ha avuto una fitta conversazione telefonica dalla quale è stato tratto liberamente questo post.
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martedì 16 luglio 2013
CRONACA DI UN'ORTICARIA
"Nel prossimo post parlerò della prima esperienza di smalto rosso che ho messo sulle unghie dei piedi. Rosso Chanel (numero 475, il rosso per eccellenza, aggressivo e raffinato al contempo; un must! Red Dragon, mai fuori contesto, utilizzabile in ogni momento della giornata, per qualsiasi occasione, indossando anche il più semplice degli outfit... Anche quello da orfanella, per intenderci! Oppure, ancora meglio, Chanel Rouge Fatal, il rosso più sensuale e perfetto al mondo) nella mia fervida e altezzosa testolina. Ma in realtà hóngsé 红色 Kiko make up (una brutta copia cinese spacciata per milanese) nelle mie tasche in fase di svuotamento. Ché fra qualche settimana, stipendi in forse, denudata di tutti i miei averi, a fare da pendant alle unghie dei piedi, avrò solo lo scarlatto del manto di Nostro Signore incoronato di spine nel pretorio; mentre il paio con il portafogli lo farà la canna alla sua destra. Insomma, una crista povera in canna!" si era riproposta MR, volendo approfondire, mossa da impaziente fermento comunicativo, anche l'argomento 'Antiche maledizioni risalenti al tardo Impero Romano, con testi in latino e invocazioni in greco, da tirare contro O la rumena che ha ricominciato a flertrare con la leonessa, nonché contro la tracheite che ha colpito MR in piena estate'. Ecco invece che oggi pone una proroga e vi parlerà dell'orticaria che due notti fa le ha fatto visita. A voler essere precisi, qualche excursus negli argomenti 'tracheite' e 'antiche maledizioni' ci sarà giacché è a causa dell'una che la furiosa vertigine del prurito si è accesa e grazie alle altre - con qualche espediente aggiuntivo - che si è placata. Tutto si è scatenato in seguito all'assunzione di un farmaco che ha provocato una reazione allergica. In buona sostanza, MR due notti fa sembrava una malata esantematica di ritorno, una cartina geografica con tanto di puntini, petecchie, ponfi in bassorilievo di ogni dimensione... Dentro gli interni coscia l'Africa e l'Oceania, sugli arti superiori l'Europa e l'Asia, l'Italia sotto un'ascella; le capitali del mondo; mari, fiumi, laghi, corredati di vegetazione e infiorescenze delle più rare varietà. Il climax geofisico è andato gradualmente ed esponenzialmente prendendo piede (ed evidentemente non solo quello) generando un mordente formicolio, un appiccicoso solletico, passando per uno scorticante grattamento. MR, esausta, fra una maledizione e l'altra, si è messa alla ricerca di qualche rimedio aprendo internet che ha suggerito docce fredde, creme idratanti, antibiotiche, cortisoniche, olio, e qualsiasi prodotto a base di benzodianzepine. Ha frugato nell'armadietto dei medicinali cercando ogni tipo di crema, farmacologiche e idee beauty, valide e scadute. Dopo varie docce gelate si è cosparsa il corpo di qualsiasi sorta di unguento, compreso l'ansiolitico in gocce, uno sull'altro, terminando con un latte d'asina ed una crema al Pan di stelle dell'esistenza delle quali era stata ignara fino a quel momento. Redatta e disegnata come una mappa che avrebbe fatto la gioia di Tolomeo, unta come una porno diva, avvolta in un panno di cotone, dopo qualche ora ha ripreso regolare possesso del letto, sotto il condizionatore d'aria (altro suggerimento internettiano per far rientrare l'istamina) sbocconcellando ciliegie, come un'antica romana in attesa del sonno ristoratore. Alle otto del mattino, quando quel limbo di corpulenta ferocia cutanea stava per abbandonare MR, e questa cominciava a pensare che tutte quelle sostanze sul corpo non erano poi così male, l'assopimento si è impadronito di lei. A mezzogiorno si è svegliata da un incubo come se nulla fosse successo.
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giovedì 11 luglio 2013
INCOSTANTE PRESENZA
MR da cinque anni ha questo blog. Solo che, di tanto in tanto si eclissa, sciopera, finisce sotto un camion, si sfracella (uh, che inelegante espressione "si sfracella"! Meglio "va ad infrangersi")... va ad infrangersi a trecento all'ora contro qualche cazzo di muro, accantonando la sua amata creatura. Si trascina per intere settimane refrattaria a dimensione e contesto weblog. Si distrae dalla sua passione per la scrittura, preoccupata unicamente di tutto ciò che si va consumando fuori da questo posto e soprattutto dentro la sua vita professionale - ai massimi storici della criticità -, esita fiacca al richiamo del raccontarsi. Pur conoscendo il rischio che mancanza di impegno e incostanza possono arrecare alla sua amata creatura, MR ultimamente ricade spesso nella stessa trappola, nella medesima trama. Esula, si discosta dallo sfrenato desiderio di affacciarsi a questa finestra, su questo mondo un po' parallelo e un po' no. Oggi, però, con un improvviso quanto entusiastico slancio - ormai in questo atteggiamento sono riconoscibili tutti i sintomi del disturbo bipolare - vi riporterà brevemente un aggiornamento delle ultime ore. Con la speranza che le distanze fra un post e l'altro, in futuro, possano accorciarsi è felice di comunicarvi che la mucca e la leonessa non hanno più la dissenteria. Inoltre, la prima, come da obbligo del veterinario Hulk, è dimagrita (prova ne è stata che ha ritrovato se stessa e le sue dimensioni feline - ma ormai resta "la mucca" - nelle pareti di una scatola di scarpe dove ci sta giusta giusta) passando dai croccantini Obesity a quelli Intestinal; la seconda, anch'essa sotto cura Intestinal, è più pazza di sempre. Fiera del raggiungimento dell'unico risultato degno di nota, in questo angosciante periodo, MR stamattina ha postato una foto su Facebook delle due bestie. Lo status recitava: "Non c'è che dire: lui è dimagrito e lei è sempre la solita pazza". Al quale status il commento di un amicone è stato: "Perché parli di me e di te e metti foto di gatti?"
Della prima esperienza di smalto sulle unghie dei piedi, delle maledizioni antiche risalenti al tardo Impero Romano, con testi in latino e invocazioni in greco (MR non ha trovato niente di efficace ed eloquente in altre lingue né tanto meno in rumeno) contro O la rumena che ha ricominciato a flertrare con la leonessa, della tracheite che ha colpito MR in piena estate e che sta facendo delle suddette maledizioni la sua cifra stilistica, e di molto altro alla prossima volta.
Della prima esperienza di smalto sulle unghie dei piedi, delle maledizioni antiche risalenti al tardo Impero Romano, con testi in latino e invocazioni in greco (MR non ha trovato niente di efficace ed eloquente in altre lingue né tanto meno in rumeno) contro O la rumena che ha ricominciato a flertrare con la leonessa, della tracheite che ha colpito MR in piena estate e che sta facendo delle suddette maledizioni la sua cifra stilistica, e di molto altro alla prossima volta.
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sabato 22 giugno 2013
DI SCELTE FORTI E MODERNARIATO
In questi giorni MR è impegnata nella messa in scena dell'opera Macbeth di G. Verdi. È una delle diciotto streghe.
"Vorrei che le streghe rappresentassero la coscienza putrescente di Macbeth! Sarete un mix spaventoso e disgustoso di volgarità, di sporcizia e di grottesca sensualità. Sarete brutte, vi drogherete, avrete rapporti promiscui fra voi. Sarete truccate e vestite come Amy Winehouse. E ballerete. Proviamo subito le danze tribali!" spiega con entusiasmo il regista alla prima prova di scena. Qualche giorno dopo, la questione si fa angosciante con la prova costumi. In un testa a testa, anzi, più un braccio di ferro, meglio, un dialogo fra sordi, laddove i sordi sono un audace quanto sfrenato costumista e MR:
"Mmmhhh, ecco provi questi!" esclama il sordo porgendo alla sorda una gonna tubino a mezza coscia ed una blusina stile bebè, bianca, trasparente, impreziosita da insolenti volant applicati in lungo dalle spalline alla vita passando per le tette come a volerle dividere in due.
"Aaammmhhh, no, non ci siamo!" sussurra l'audace, scuotendo la testa, non soddisfatto dello scisma delle tette.
MR asserisce e spera in qualcosa di più sobrio.
"Vediamo un po' questi?" è la volta di uno short verde fogna in dentelles d'abord e top arancione tramonto con scollo a tuffo.
"Naaaaaa, non è abbastanza trash!" chiosa lo sfrenato, scrutando MR dalla testa ai piedi, puntando alle ovaie.
MR lo guarda torva.
"Questi, questi possono andar bene!" si accanisce alzando il tiro, accorciando drasticamente la lunghezza di una minigonna già di suo quasi inesistente e strizzando il busto di MR in un corsetto verde acido, a dar luce al conseguente pallore del viso, e giacchina animalier.
MR, che si sente come in mutande in mezzo ad un incrocio, al mercato ortofrutticolo, alla sagra della bistecca... fate un po' voi, avvolta da sconforto funereo, cerca di contrastare l'inarrestabile costumista, argomentando efficacemente e con brio:
"Ma, no, ehm, scusi, sono praticamente in mutande... Io sono timida... Mi faccia provare qualc... ".
"Sì, ora ci siamo! Sotto la gonna dovrà indossare queste calze a rete auto reggenti e scarpa azzurro scintilla tacco dodici!"
MR ha lasciato la sartoria diretta in un negozio di intimo, dove ha comprato un paio di calze cinquanta denari e mutandoni della nonna; il tutto super coprente.
Per completezza di informazioni, seguono immagini della mise finale e della danza tribale:
"Vorrei che le streghe rappresentassero la coscienza putrescente di Macbeth! Sarete un mix spaventoso e disgustoso di volgarità, di sporcizia e di grottesca sensualità. Sarete brutte, vi drogherete, avrete rapporti promiscui fra voi. Sarete truccate e vestite come Amy Winehouse. E ballerete. Proviamo subito le danze tribali!" spiega con entusiasmo il regista alla prima prova di scena. Qualche giorno dopo, la questione si fa angosciante con la prova costumi. In un testa a testa, anzi, più un braccio di ferro, meglio, un dialogo fra sordi, laddove i sordi sono un audace quanto sfrenato costumista e MR:
"Mmmhhh, ecco provi questi!" esclama il sordo porgendo alla sorda una gonna tubino a mezza coscia ed una blusina stile bebè, bianca, trasparente, impreziosita da insolenti volant applicati in lungo dalle spalline alla vita passando per le tette come a volerle dividere in due.
"Aaammmhhh, no, non ci siamo!" sussurra l'audace, scuotendo la testa, non soddisfatto dello scisma delle tette.
MR asserisce e spera in qualcosa di più sobrio.
"Vediamo un po' questi?" è la volta di uno short verde fogna in dentelles d'abord e top arancione tramonto con scollo a tuffo.
"Naaaaaa, non è abbastanza trash!" chiosa lo sfrenato, scrutando MR dalla testa ai piedi, puntando alle ovaie.
MR lo guarda torva.
"Questi, questi possono andar bene!" si accanisce alzando il tiro, accorciando drasticamente la lunghezza di una minigonna già di suo quasi inesistente e strizzando il busto di MR in un corsetto verde acido, a dar luce al conseguente pallore del viso, e giacchina animalier.
MR, che si sente come in mutande in mezzo ad un incrocio, al mercato ortofrutticolo, alla sagra della bistecca... fate un po' voi, avvolta da sconforto funereo, cerca di contrastare l'inarrestabile costumista, argomentando efficacemente e con brio:
"Ma, no, ehm, scusi, sono praticamente in mutande... Io sono timida... Mi faccia provare qualc... ".
"Sì, ora ci siamo! Sotto la gonna dovrà indossare queste calze a rete auto reggenti e scarpa azzurro scintilla tacco dodici!"
MR ha lasciato la sartoria diretta in un negozio di intimo, dove ha comprato un paio di calze cinquanta denari e mutandoni della nonna; il tutto super coprente.
Per completezza di informazioni, seguono immagini della mise finale e della danza tribale:
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