domenica 10 novembre 2013

PERDONATELA

In chat con V.
"Ho mangiato quattordici Ferrero Rocher, ora che mi succede?"
"Come minimo passerai la nottata in bagno..."
"Cioè?"
"Ma come quattordici Ferrero Rocher!?"
"Sì, ne avevo una scatola da sedici. Ieri ne ho mangiati due e stasera, doppmla proca, gli altri quattordici..."
"Doppmla proca... aspetta che cerco un dizionario."
"Ahahaha, scusa, dopo la prova... ne avevo troppa voglia!"
"Bene, allora domani autofustigazione e cinquanta chilometri di corsa..."
"Erano lì e sono andati uno via l'altro, come i duecentocinquanta grammi di noccioline dell'altra sera. Ho letto su internet che uno ha settantacinque calorie."
"Be', siamo verso le mille."
"Sono tante?"
"Per una donna è il fabbisogno giornaliero; per te che, oddio, proprio donna non sei, corri, fai cinquanta flessioni al giorno, nuoti, fai la staffetta, la pertica, il salto in lungo e quello con l'asta, sono poche."
"Allora ho fatto bene a mangiare anche un piatto di spaghetti con le coe e una banana!?"
"Con le coe?"
"Ahahahahh, con le cozze... Oddio sono poiegata uin due dal ridere e mi sta sentendo tutto il vicinato!"
"Poiegata uin... mah! Non ti capisco, sei italiana?"
"Oddio, mentre rido la mucca mi si butta addosso... pensa che ce l'abbia con lei..."
"Scrivi come una filippina!"


Din don.
"Sì, chi è?!"
"Siamo G e M!"
"Buongiorno, G e M!"
"MR, noi volevamo salutarti, stiamo andando via. Abbiamo preso in affitto un altro appartamento."
"... ... ... !?!"
"MR, ti senti bene?"
"Eh? Sì, ve ne andate? Voglio dire, andate via? Ma torna lui? I mean, il maori?"
"MR, non sappiamo niente... ciao, è stato un piacere averti come vicina. Buona vita!"
"Eh? Ah, ok... addio!"


MR è con la mucca e la leonessa sul pianerottolo di casa. Suona alla porta di S e di O la rumena. Il suo sguardo è rivolto verso le calzature di ogni forgia, genere e aroma del maori, depositate come si faceva durante il Mesozoico nell'ingresso (di proprietà comune di MR e del maori), (MR, non guardare, MR non annusare! MR, non sclerare!) Lo sguardo è altresì rivolto verso pennelli, contenitori di vernice, trabattello, scartavetratrice rotante, il tutto sempre adagiato nell'ingresso comune (che pulisce MR) (MR, alza lo sguardo, MR, turati il naso! MR, togliti dalla manica della maglia quel coltello da macellaio!) Si aprono improvvisamente le porte dell'ascensore. Ne escono un toscano, una rumena, un maori ed una yankee.
"MR, ce faci? Cosa fare cu pisici... gattini, amoooreeee, veni la mama..."
"Ciao MR, stavi cercando noi?!"
"Sì, ciao S, ciao O."
Il maori e la yankee rincasano facendosi largo tra il vasto assortimento di scarpe e materiale per pareti (MR, non ti voltare...)
"Ecco, vedete, quei du... (NON TI VOLTARE!)"
"Va tutto bene, MR?"
"MR, sembri pazza!"
"Niente, niente, volevo solo chiedervi se sapete se quei due restano per sempre o se sono qui solo temporaneamente... guardate da voi, vi pare possibile? Il mio ingresso, nella migliore delle ipotesi diventerebbe una scarpiera. Quando ho imbiancato casa io i pennelli e le vernici li avevo in bagno, sul balcone e dentro il letto... mai avrei osato intralciare il passo ai miei vicini."
"Da, da, nu se face questo... amoooreee, mi am fatto fotografii al pisica giallo... aspettare, prendo... mi ti faccio vedea..."
"Non sappiamo nulla, MR, non ci hanno detto se restano o se riaffittano. Ma credo che ora che si è sposato si sarà calmato un po'..."
"Non mi pare, S, non mi pare! E' inutile anche che io dica loro qualsiasi cosa!"
La leonessa raffreddata starnutisce rumorosamente.
"CCCiuà, CCCiuà... ahahahahah, amoooreee, hai freddore... ecco fotografii, guardare bela... ahahahah..."
"E quando gliele hai fatte queste foto?"
"Quando este uscita.. gli è sempre qua, ahahahha... sci ii place florellini, da, profumo... è crescut codino, da, a coada mare, grande!"


Sono passati più di tre mesi dall'ultima volta che MR ha scritto su questo blog e in uno degli ultimi post diceva: "MR da cinque anni ha questo blog. Solo che, di tanto in tanto si eclissa, sciopera, finisce sotto un camion, si sfracella (uh, che inelegante espressione "si sfracella"! Meglio "va ad infrangersi")... va ad infrangersi a trecento all'ora contro qualche cazzo di muro, accantonando la sua amata creatura. Si trascina per intere settimane refrattaria a dimensione e contesto weblog. Si distrae dalla sua passione per la scrittura, preoccupata unicamente di tutto ciò che si va consumando fuori da questo posto e soprattutto dentro la sua vita professionale - ai massimi storici della criticità -, esita fiacca al richiamo del raccontarsi. Pur conoscendo il rischio che mancanza di impegno e incostanza possono arrecare alla sua amata creatura, MR ultimamente ricade spesso nella stessa trappola, nella medesima trama. Esula, si discosta dallo sfrenato desiderio di affacciarsi a questa finestra, su questo mondo un po' parallelo e un po' no..."
In questo lasso di tempo, un po' più lungo del solito, MR ci ha riprovato.
Ma, resa opaca ed insoddisfacente causa irrequietezza, disordine professionale e quindi esistenziale, contenuti dimessi, forma sciatta, l'hanno sviata e distolta. Oggi, però, senza pietà per se stessa e con un po' di ruggine e sfacciataggine, ha avuto l'indecenza di tornare a voi.
Perdonatela.    

giovedì 25 luglio 2013

LETTO INDEMONIATO

MR dorme da sette anni su un letto matrimoniale dal materasso anatomico ad alta traspirabilità e dalla rete a doghe larghe in multistrato di faggio. Comodo e confortevole, fin da subito conquistò le sue attenzioni. Non ci mise molto ad essere travolta dalla scintilla della passione dirompente, che scoccò per il nuovo e accogliente talamo nel momento esatto in cui vi ci si sdraiò sopra. Tante, da allora, sono le soddisfazioni che questo riserva a momenti di letargia, a sonni ecatombali e a dormite assassine. Eletto a proprio giaciglio anche dalla mucca e dalla leonessa, ventiquattro ore al giorno, vede giochi, mazzate, capriole, salti e acrobazie di due bestie allegre e gioiose che spesso si accoccolano felici, per ore, abbarbicate ai fianchi di MR fra slinguettamenti, morsichetti e grattini vari. Per il raggiungimento dell'apoteosi gioca un ruolo determinante la condivisione di colazioni e merende fra bestie e umana, a base di biscotti, tutti insieme appassionatamente nell'alcova. Ma per due notti sono successi fatti strani. Per due notti MR, la mucca e la leonessa hanno avvertito, tutte le volte che si sdraiavano e ad ogni movimento, anche minimo - l'allungamento di una gamba, il girarsi e rigirarsi, il leccarsi il pelo - strani rumori. Provenienti con ogni certezza dal letto, i tre molestati nel sonno, non riuscivano a precisarne la causa. Ora sembrava una sorta di sciabordio tutt'intorno al telaio della rete, poi un movimento sussultorio impazzito delle doghe, ancora un cigolare ritmato e lussurioso che non avrebbe lasciato spazio a dubbi, per un istante i tre si sono sentiti come Linda Blair nel suo letto. Stanotte, convenuto che ci fosse qualcosa di irregolare, di comune accordo, hanno deciso di effettuare un controllo. Alle 3.00 MR ha sollevato il materasso anatomico ad alta traspirabilità poggiandolo ad una parete. Ha controllato le doghe una per una, spostandole, sollevandole, percuotendole con perizia e maestria, come farebbe un percussionista con il proprio strumento; prima al centro, poi sui bordi, con la mano a coppa, battendo il palmo aperto, appoggiando l'orecchio. Ha picchiato sui margini del telaio, spostato i piedi della rete. Niente! Nessun rumore! Ormai persuasa della sua subdola presenza, ha invocato Satana per un esorcismo. Ma essendo sprovvista di croce e acqua santa è scesa a patti con lui: "Esci da questo letto, vade retro! Sono disposta a mangiare i croccantini dei gatti e cose del genere!" La mucca e la leonessa, elettrizzate, davano il loro utile contributo, guardando diritto negli occhi una farneticante MR e infiladosi negli spazi fra una doga e l'altra. Gea è riuscita agilmente a passarvi, Tremor, che ha da perdere ancora qualche chilo ed è in quella fase di mezzo in cui non è più obeso ma non ha raggiunto neanche il peso forma, ci è rimasto incastrato. Dopo aver attuato la meticolosa verifica e il conseguente patto-esorcismo, alle 3.30, la signora anziana del piano di sotto convinta che la casa di MR sia abitata da figuri insani e perversi dediti a strane - per usare un eufemismo - pratiche notturne ha vociato squarciando il silenzio della notte: "Oh, bellini, che vu l'abbozza-e! Bada lìe, che casino e vu 'ffate!? Icché vu tramenate?! Sbuffate e vu parete ibbrindellone!"
MR, colpita per un attimo da paralisi fulminante, si è subito riavuta pensando che la figlia della suddetta signora tutte le sere e tutte le mattine, sfoga selvaggiamente nonché rumorosamente le sue insoddisfazioni sulle saracinesche delle finestre del proprio appartamento (nell'angolo più remoto e nascosto di Machu Picchu dovrebbe andare a sfogarsi!) e rimettendo il materasso sulla rete ha rilanciato con un mormorio fra sé e sé: "Oh che ti 'heti! Icché tu bubi?! E un fare l'uggiosa! Te e la tu figliola!"
Risdraiatisi, i tre, non hanno avvertito più nessun molesto e strano rumore, e colti da sonno incoercibile sono crollati cadaveri.   

lunedì 22 luglio 2013

QUANDO SI DICE "BELLO!"

Il weekend appena passato MR lo ha trascorso a Roma dove si è recata in visita ad amici vecchi, nuovi e seminuovi. È partita felice come una Pasqua venerdì mattina con un treno ad alta velocità, a bordo del quale, a fasi alterne, è passata attraverso stati di irrefrenabile euforia, incontenibile impazienza e importuna esuberanza, rendendo partecipi i passeggeri a lei più prossimi; con i quali ha disquisito sulla glacialità della temperatura del treno che pare fosse inversamente proporzionale alla velocità; che ha consultato in merito al collegamento alla rete Wifi Frecciargento, interrogato sul lancio del browser, coinvolto nei conseguenti video Youtube e scampanellii dell' IPad. Con ogni probabilità, quando finalmente MR è giunta alla stazione, dove ad accoglierla c'erano L e un temporale tropicale, la carrozza tutta si è risvegliata da un incubo tirando un sospiro di sollievo. Strafelice, ha pranzato e speso qualche ora del pomeriggio con L che le ha offerto per due notti un letto molto più che inversamente proporzionale alla notevole ampiezza della casa nella quale l'ha ospitata... una confortevole mezza piazza, che, detto così, non persuade ma ha una sua logica stringente. Nel tardo pomeriggio MR, dopo circa dieci anni, ha rivisto SJ, sua amica ed ex compagna di classe al Conservatorio, di Taiwan, che vive a Roma da trentacinque anni e parla come se fosse arrivata in Italia due mesi fa, che non dimentica mai di chiamare MR in occasione delle feste comandate e che, per fare un esempio di quello che è il suo italiano, così la fece perdere nel frizzante intreccio della sua ultima telefonata:
"Plllrrronto! Piccolina, auguli! Che st'affa' ... Ttttu me devi veni' a trova'!"
"Ciao, SJ, auguri, come stai? Come trascorrerai il Natale?"
"In cccioo', piccolina, asssolito, non sanno, stronzo commmme te devo di'... Stai a capi'?"
"Sì, certo, SJ! E il resto? Tutto bene?"
"Te volevo chiama' aaaa casa, poi pensato 'piccolina non stare casa, 'a chiamo cerrlurlarle'... mangiare poco, me raccomanda, dopo ce ssssta aaaa chi, non so perlché, eh? Nun è 
incledibile, strlonzi, semple ugale!"

"Eh, lo so, lo so, SJ... "
"Ora piccolina te devo lascia'... saluta mamma, papà, nipoti, fratello... io non dire, ma mai se non c'è. Ce sta, sempre solito, stronza anche quella, io so, ma piccolina, auguri, Buon Natale! Vie' a Roma! Tanti baci. Cia, cia."
Prima di incontrare G, altro amico nonché ex insegnante di pianoforte di MR e responsabile della funesta scelta di questa di intraprendere le impervie e tortuose vie del canto, le due amiche, ritrovatesi, sono passate attraverso ogni ragguaglio, hanno parlato - spesso non comprendendosi - rimettendosi in pari per tutti gli anni in cui non si erano viste. Di lavoro, delle reciproche famiglie, dei tempi passati.
Di politica:
"Piccolina, Italia politica uno schifo, semple così... anche brodo, che schifo!"
"Brodo? Che c'entra il brodo, SJ?!"
"Brodo, come che c'entra, piccolina... ti piace brodo!? Che schifo! Premio, brodo... piccolina, perché guardare così... Non capisci?!"
"No, SJ, quale brodo, che premio!?"
"Aaaahhh, brodo, premio, come Berlusconi!"
"SJ, vuoi dire Prodi, l'ex Premier! Ok, ok, quando imparerai a parlare l'italiano?!"
Qualche ora dopo MR e SJ sono andate all'appuntamento con G che le stava aspettando in macchina e che le ha portate nell'ultima zona rimasta della Roma più pittoresca, piena di gente, a suo dire, singolare, problematica e poco speculativa, ma allegra e di ottimo umore anche perché dedita al buddismo. G, che non vedeva MR da più di dieci anni, l'ha trovata identica a come l'aveva lasciata, le ha chiesto se ha intenzione di invecchiare o se ha fatto il patto con il diavolo come un'altra sua amica ottantottenne; dopodiché ha portato lei e SJ nella casa che ha comprato poco tempo fa, una sorta di labirinto immerso nel ed emerso dal verde, pieno di gatti e di armonia. Per la cena si sono allontanati dal labirinto di qualche metro. In una trattoria gremita di gente singolare, con i gatti di G sotto ai tavoli, hanno mangiato pesce unendosi ad altre persone.
Il giorno seguente MR si è alzata dalla confortevole mezza piazza di buon ora e insieme a L si è tuffata nella città eterna, nella metropoli tentacolare, nella Roma Imperiale e in quella Repubblicana, camminando per sette ore e rientrando con due cotechini al posto dei piedi.
La serata ha visto la sua conclusione con una cena macrobiotica sempre insieme a SJ e ad altre tre sue amiche. Abbastanza provata dai cotechini, MR con espressione stralunata e ottusa ha cercato di seguire il menù che la proprietaria del locale, spenta in viso ed emaciata ma in piena "armonia con il cosmo", snocciolava a voce. Successivamente al pasto tristone, rincasata, è andata ad informarsi su internet in merito a quella che per molti è un'altra forma di filosofia di vita, per lo Skeptic's dictionary è una follia che sceglie il cibo per le presunte proprietà metafisiche entrando nell'ambito della divinazione, mentre L le ha spiegato che è la dieta di Guantanamo.
Domenica mattina presto MR sfatta ma soddisfatta è salita su un treno ad alta velocità, ha preso posto e ci è svenuta dentro.

giovedì 18 luglio 2013

QUESTIONE DI PELLE

L'attacco fulminante di orticaria, derivante dall'allergia ad un farmaco, che l'altra notte ha colpito MR ha un precedente. Anche tanti anni fa, quando il fidanzato di allora tentò di costringerla a vivere con lui, MR si riempì improvvisamente di bolle, vescicole, macule e papule. Riuscì in tempo a fuggire dalla catastrofica eventualità di una vita a due con un allergene, per sempre sotto lo stesso tetto, deturpata da un'eruzione cutanea che la investì - lasciando libere faccia e lingua - solo dai piedi fino al collo. Faccia e lingua, intatte, le furono d'aiuto per una recriminazione a viso aperto e a parlantina sciolta e violenta contro il responsabile della debordante e straripante istamina. Ma l'antico fidanzato, della cagionevolezza cutanea di MR, è colpevole fino ad un certo punto. Il vero artefice di tanta sensibilità epidermica è papà E. L'ereditarietà del quale verso la figlia (e che la figlia avrebbe preferito) non ha compreso lasciti di abilità, inclinazione, sorte amica, mazzo che dir si voglia nel gioco; né attitudine, perizia, facilità strategica, spontanea astuzia, furboneria nella vita; per non parlare del metabolismo basale che gli permette di sterminare lo sterminabile, commestibilmente parlando, senza ingrassare di un etto. No, MR dal corredo cromosomico, dal genoma di papà E, ha ereditato la fragilità della pelle. La settimana scorsa papà E è stato ricoverato d'urgenza in un istituto di dermatologia romano.
Dopo due giorni di cure intensive, ha trascorso il suo tempo facendo lunghe passeggiate dentro e fuori l'ospedale, con il suo compagno di stanza. Li hanno autorizzati ad arrivare fino al cancello, vietando loro di oltrepassarlo, anche perché l'uno indossava un pigiama di carta e l'altro si accompagnava con l'asta porta flebo, compresa la flebo. Papà E, in ospedale, dentro, ha conosciuto una donna; si tratta di una dottoressa che lo ha preso molto a ben volere e che per questo lui, a sua volta, ha preso molto a ben volere. "È una pendolare che viene da Firenze tutti i giorni... le ho parlato di te, le ho detto che vivi nella sua città e lei era contenta per questo! È proprio forte!" 
Al "È proprio forte?!?" sottolineato da una MR urticata, papà E ha risposto sulla difensiva "Che te cride ca so' ne rattuse!? (Per chi mi hai preso, per un molesto figuro?)
In cinque giorni papà E è stato nutrito come un uccellino. Aveva molta fame e per qualche istante è stato colto dalla tentazione di oltrepassare il cancello per infilare un ristorante, ma il buonsenso e l'indecoroso fastidio dovuto ad un pigiama di carta hanno prevalso. Reidratato a dovere papà E è stato dimesso. Oggi con MR ha avuto una fitta conversazione telefonica dalla quale è stato tratto liberamente questo post.

martedì 16 luglio 2013

CRONACA DI UN'ORTICARIA

"Nel prossimo post parlerò della prima esperienza di smalto rosso che ho messo sulle unghie dei piedi. Rosso Chanel (numero 475, il rosso per eccellenza, aggressivo e raffinato al contempo; un must! Red Dragon, mai fuori contesto, utilizzabile in ogni momento della giornata, per qualsiasi occasione, indossando anche il più semplice degli outfit... Anche quello da orfanella, per intenderci! Oppure, ancora meglio, Chanel Rouge Fatal, il rosso più sensuale e perfetto al mondo) nella mia fervida e altezzosa testolina. Ma in realtà  hóngsé 红色 Kiko make up (una brutta copia cinese spacciata per milanese) nelle mie tasche in fase di svuotamento. Ché fra qualche settimana, stipendi in forse, denudata di tutti i miei averi, a fare da pendant alle unghie dei piedi, avrò solo lo scarlatto del manto di Nostro Signore incoronato di spine nel pretorio; mentre il paio con il portafogli lo farà la canna alla sua destra. Insomma, una crista povera in canna!"  si era riproposta MR, volendo approfondire, mossa da impaziente fermento comunicativo, anche l'argomento 'Antiche maledizioni risalenti al tardo Impero Romano, con testi in latino e invocazioni in greco, da tirare contro O la rumena che ha ricominciato a flertrare con la leonessa, nonché contro la tracheite che ha colpito MR in piena estate'. Ecco invece che oggi pone una proroga e vi parlerà dell'orticaria che due notti fa le ha fatto visita. A voler essere precisi, qualche excursus negli argomenti 'tracheite' e 'antiche maledizioni' ci sarà giacché è a causa dell'una che la furiosa vertigine del prurito si è accesa e grazie alle altre - con qualche espediente aggiuntivo - che si è placata. Tutto si è scatenato in seguito all'assunzione di un farmaco che ha provocato una reazione allergica. In buona sostanza, MR due notti fa sembrava una malata esantematica di ritorno, una cartina geografica con tanto di puntini, petecchie, ponfi in bassorilievo di ogni dimensione... Dentro gli interni coscia l'Africa e l'Oceania, sugli arti superiori l'Europa e l'Asia, l'Italia sotto un'ascella; le capitali del mondo; mari, fiumi, laghi, corredati di vegetazione e infiorescenze delle più rare varietà. Il climax geofisico è andato gradualmente ed esponenzialmente prendendo piede (ed evidentemente non solo quello) generando un mordente formicolio, un appiccicoso solletico, passando per uno scorticante grattamento. MR, esausta, fra una maledizione e l'altra, si è messa alla ricerca di qualche rimedio aprendo internet che ha suggerito  docce fredde, creme idratanti, antibiotiche, cortisoniche, olio, e qualsiasi prodotto a base di benzodianzepine. Ha frugato nell'armadietto dei medicinali cercando ogni tipo di crema, farmacologiche e idee beauty, valide e scadute. Dopo varie docce gelate si è cosparsa il corpo di qualsiasi sorta di unguento, compreso l'ansiolitico in gocce, uno sull'altro, terminando con un latte d'asina ed una crema al Pan di stelle dell'esistenza delle quali era stata ignara fino a quel momento. Redatta e disegnata come una mappa che avrebbe fatto la gioia di Tolomeo, unta come una porno diva, avvolta in un panno di cotone, dopo qualche ora ha ripreso regolare possesso del letto, sotto il condizionatore d'aria (altro suggerimento internettiano per far rientrare l'istamina) sbocconcellando ciliegie, come un'antica romana in attesa del sonno ristoratore. Alle otto del mattino, quando quel limbo di corpulenta ferocia cutanea stava per abbandonare MR, e questa cominciava a pensare che tutte quelle sostanze sul corpo non erano poi così male, l'assopimento si è impadronito di lei. A mezzogiorno si è svegliata da un incubo come se nulla fosse successo.

giovedì 11 luglio 2013

INCOSTANTE PRESENZA

MR da cinque anni ha questo blog. Solo che, di tanto in tanto si eclissa, sciopera, finisce sotto un camion, si sfracella (uh, che inelegante espressione "si sfracella"! Meglio "va ad infrangersi")... va ad infrangersi a trecento all'ora contro qualche cazzo di muro, accantonando la sua amata creatura. Si trascina per intere settimane refrattaria a dimensione e contesto weblog. Si distrae dalla sua passione per la scrittura, preoccupata unicamente di tutto ciò che si va consumando fuori da questo posto e soprattutto dentro la sua vita professionale - ai massimi storici della criticità -, esita fiacca al richiamo del raccontarsi. Pur conoscendo il rischio che mancanza di impegno e incostanza possono arrecare alla sua amata creatura, MR ultimamente ricade spesso nella stessa trappola, nella medesima trama. Esula, si discosta dallo sfrenato desiderio di affacciarsi a questa finestra, su questo mondo un po' parallelo e un po' no. Oggi, però, con un improvviso quanto entusiastico slancio - ormai in questo atteggiamento sono riconoscibili tutti i sintomi del disturbo bipolare - vi riporterà brevemente un aggiornamento delle ultime ore. Con la speranza che le distanze fra un post e l'altro, in futuro, possano accorciarsi è felice di comunicarvi che la mucca e la leonessa non hanno più la dissenteria. Inoltre, la prima, come da obbligo del veterinario Hulk, è dimagrita (prova ne è stata che ha ritrovato se stessa e le sue dimensioni feline - ma ormai resta "la mucca" - nelle pareti di una scatola di scarpe dove ci sta giusta giusta) passando dai croccantini Obesity a quelli Intestinal; la seconda, anch'essa sotto cura Intestinal, è più pazza di sempre. Fiera del raggiungimento dell'unico risultato degno di nota, in questo angosciante periodo, MR stamattina ha postato una foto su Facebook delle due bestie. Lo status recitava: "Non c'è che dire: lui è dimagrito e lei è sempre la solita pazza". Al quale status il commento di un amicone è stato: "Perché parli di me e di te e metti foto di gatti?"  
Della prima esperienza di smalto sulle unghie dei piedi, delle maledizioni antiche risalenti al tardo Impero Romano, con testi in latino e invocazioni in greco (MR non ha trovato niente di efficace ed eloquente in altre lingue né tanto meno in rumeno)  contro O la rumena che ha ricominciato a flertrare con la leonessa, della tracheite che ha colpito MR in piena estate e che sta facendo delle suddette maledizioni la sua cifra stilistica, e di molto altro alla prossima volta.

sabato 22 giugno 2013

DI SCELTE FORTI E MODERNARIATO

In questi giorni MR è impegnata nella messa in scena dell'opera Macbeth di G. Verdi. È una delle diciotto streghe.
"Vorrei che le streghe rappresentassero la coscienza putrescente di Macbeth! Sarete un mix spaventoso e disgustoso di volgarità, di sporcizia e di grottesca sensualità. Sarete brutte, vi drogherete, avrete rapporti promiscui fra voi. Sarete truccate e vestite come Amy Winehouse. E ballerete. Proviamo subito le danze tribali!"  spiega con entusiasmo il regista alla prima prova di scena. Qualche giorno dopo, la questione si fa angosciante con la prova costumi. In un testa a testa, anzi, più un braccio di ferro, meglio, un dialogo fra sordi, laddove i sordi sono un audace quanto sfrenato costumista e MR:
"Mmmhhh, ecco provi questi!" esclama il sordo porgendo alla sorda una gonna tubino a mezza coscia ed una blusina stile bebè, bianca, trasparente, impreziosita da insolenti volant applicati in lungo dalle spalline alla vita passando per le tette come a volerle dividere in due.
"Aaammmhhh, no, non ci siamo!"  sussurra l'audace, scuotendo la testa, non soddisfatto dello scisma delle tette.
MR asserisce e spera in qualcosa di più sobrio.
"Vediamo un po' questi?"  è la volta di uno short verde fogna in dentelles d'abord e top arancione tramonto con scollo a tuffo.
"Naaaaaa, non è abbastanza trash!" chiosa lo sfrenato, scrutando MR dalla testa ai piedi, puntando alle ovaie.
MR lo guarda torva.
"Questi, questi possono andar bene!" si accanisce alzando il tiro, accorciando drasticamente la lunghezza di una minigonna già di suo quasi inesistente e strizzando il busto di MR in un corsetto verde acido, a dar luce al conseguente pallore del viso, e giacchina animalier.
MR, che si sente come in mutande in mezzo ad un incrocio, al mercato ortofrutticolo, alla sagra della bistecca... fate un po' voi, avvolta da sconforto funereo, cerca di contrastare l'inarrestabile costumista,  argomentando efficacemente e con brio:                                                                                          
"Ma, no, ehm, scusi, sono praticamente in mutande... Io sono timida... Mi faccia provare qualc... ".                               
"Sì, ora ci siamo! Sotto la gonna dovrà indossare queste calze a rete auto reggenti e scarpa azzurro scintilla tacco dodici!"
MR ha lasciato la sartoria diretta in un negozio di intimo, dove ha comprato un paio di calze cinquanta denari e mutandoni della nonna; il tutto super coprente.
Per completezza di informazioni, seguono immagini della mise finale e della danza tribale:






lunedì 17 giugno 2013

PROFILO GRECO

Da due giorni sta facendo il giro della rete. Molti dei contatti di MR lo stanno condividendo su Facebook. È un video; mostra, in fermo immagine, il volto sconosciuto, in lacrime, di una donna; bionda, la testa - dall'inequivocabile profilo greco - reclinata sulla mentoniera del violino; come una mater dolorosa in un devozionale contatto con la propria creatura; come un'amante aggrappata con la sua carne alla carne del suo uomo. Il titolo insidioso, alienante e opprimente: "Dopo 75 anni di vita, si fermano anche l'Orchestra Sinfonica Nazionale e il Coro di Ert. Ultima esibizione in lacrime sulle note dell'inno nazionale greco." MR traccheggia, facendo scorrere velocemente la home page di Facebook. Si sofferma su qualche titolo di giornale. Guarda nelle case ed entra nei pensieri di alcuni dei suoi contatti, avida come Lucifero fra una moltitudine di vergini. Osserva il mondo e quello che succede, tralasciando quell'angolo, l'ennesimo, dimenticato da Dio, quel lembo di terra ricco nonostante tutto. "Sorvola" sul video che le si ripresenta puntuale. Ne rimanda la visione. Millanta a se stessa una proroga per l'indomani, decidendo di non guardarlo. Ride, scherza con i suoi ospiti, con gli stessi si sfida a duello in Angry Birds, mangia nutella. Un'ora fa, cambia idea e apre il link. Fa male, brucia, proprio come previsto. Poi, viene colpita da un commento che dice: "L'arte, il sapere, la cultura, la ricerca, l'umanesimo, il godimento disinteressato e ozioso della bellezza, il piacere della speculazione filosofica, i servizi pubblici che drenano risorse (qualche volta anche troppe per nutrire il clientelismo) ma essenziali per la conservazione della civiltà e l'allontanamento della barbarie: di tutto questo i cittadini onesti dell'Europa vengono espropriati giorno dopo giorno a vantaggio delle lobby della finanza occulta e delle logge criminali. 
Come andrà a finire? Nessuno si illuda sulla possibilità di rivoluzioni nazionali. Allo stato della tecnologia non sono più possibili, è invece possibilissima una guerra totale."

sabato 15 giugno 2013

FLESSIONI

A volte succede di sentire nelle ossa uno straripante e totale controllo del proprio essere; una serena e pacata consapevolezza di poter fare agevolmente qualsiasi cosa; una lieve ma densa sensazione di compiere le scelte  in piena autonomia. A volte capita di percepire il proprio cammino libero da gravose imposizioni; la gestione personale ruggente e vincente; la sudditanza psicologica un' inutile e stupida soggezione; il senso di inadeguatezza una fatale autotirannia che si scorge tramontare verso il più lontano orizzonte. A volte accade che il brivido caldo del selfgovernment sia una piacevole e neanche troppo sudata conquista; l'avvolgente coperta dell'autarchia una bella e irrinunciabile trepidazione.
Purtroppo non è sempre così.
Purtroppo, la sicurezza di testa e di corpo, di animo e di muscoli, di spirito e di nervi, la libera coscienza, spesso sono prodotti soggetti a scadenza.
Perché, poi, ci sono giorni in cui il mondo tutto intorno sembra un posto inospitale al quale non si è preparati.
La libera coscienza di MR, negli ultimi due giorni ha subito la sua naturale flessione grazie a qualche modo inurbano di troppo da parte di chi forse ha fatto uso di ipoclorito di sodio, di acquaragia o di soda caustica al posto del detergente intimo.
Al momento, la coscienza di MR non risulta essere troppo libera.
Però è pulita; l'ha lavata con il detergente intimo. 

lunedì 10 giugno 2013

SETTE GIORNI DI...

La scorsa settimana MR è passata tutti i giorni dal veterinario Hulk, affinché questo ficcasse un dito in bocca alla leonessa per spingerle giù nella gola la compressa e infilasse un paio di aghi sul sedere della mucca. Perché, ad ognuno la sua maestria e MR relativamente alla somministrazione forzosa di antiemetici, antinfiammatori, e antibiotici contro la diarrea non ha proprio stoffa.
Per una settimana (compreso ieri, domenica), al termine del volontariato, dopo le prove del Macbeth, prima dell'appuntamento con F, paziente come Giobbe, temendo Dio e fuggendo il male, sfoderato il trolley della spesa,  montatici e smontatici su due trasportini per un totale di quattordici volte e di venti chili lordi, MR è riuscita nella titanica impresa di recarsi a piedi dal gigante verde.
Ma per dovere di cronaca, qui di seguito qualche dettaglio sul corollario alla singolare costante che ha caratterizzato la settimana appena trascorsa.  
Lunedì, al termine del volontariato.
MR, accolta dalla Madre Generale o Superiora, dalla psicanalista di orientamento lacaniano, dall'assistente sociale, da Suor S e da alcune delle ragazze, tutte riunite all'ingresso della casa famiglia, annuncia che non si potrà trattenere fino alla solita ora perché deve portare i gatti dal veterinario.
"Sì, certo, mi ricordo di te... ci siamo incrociate circa tre mesi fa!" esclama la psicanalista dopo aver indagato sull'età, le patologie, i perché e i percome della leonessa e della mucca, tutta protesa verso l'allargamento dei propri orizzonti terapeutico-analitici, progettando incursioni nella psiche della fauna.
"E quanto costa curare un gatto? Ah, no, due, ne deve far curare due! Ma non può darli via?" suggerisce schifata la Madre Generale o Superiora, dopo una approfondita esposizione di MR su forma e consistenza di feci e vomito con i quali si sta confrontando da tre settimane.
Da martedì a sabato.
Le prove del Macbeth stanno mettendo a dura prova la lavatrice di MR, che con una frequenza di due lavaggi al giorno a 60° ridona splendore agli indumenti con i quali si rotola, si spalma, striscia, per esigenze scenico-registiche, sul palcoscenico - pulendolo da cima a fondo. Le stesse esigenze scenico-registiche le stanno insegnando a farsi di crack, a scaldarsi la dose e a tirare strisce di cocaina con conseguenze coreografiche in cui, insieme alle altre streghe, canta mentre si dimena con il bacino e assume sul volto l'espressione estatica di Santa Rita da Cascia in adorazione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sabato.
Sul pianerottolo di casa, in attesa dell'ascensore, trolley alla mano, MR si imbatte in O la rumena.
"Dooove andare!? Ce faci!? C'è pisica... gattino, da! Ahahahahahaha, Unde vai? Fare spesa cu gattini... ahahahahahah sunt frumoase sci draga, andare, MR, andare, da."
MR viene colta dalla tentazione di buttarsi nella tromba delle scale ma, viste le ridotte dimensioni - rimarrebbe incastrata - ci ripensa, infila l'ascensore e si lascia alle spalle O la rumena e il tentativo di suicidio.
Domenica.
MR ha appuntamento con F. Arriva con quasi un'ora di ritardo poiché sorpresa e bloccata dalla pioggia, trolley alla mano, mentre si reca da Hulk. F minaccia telefonicamente MR di farle pagare un primo estroso scotto per la pesante attesa. Mette in atto la minaccia indugiando intorno al Battistero di San Giovanni senza lasciarsi trovare. Spezzati gli indugi i due si recano a pranzo in un ristorante dove i camerieri sbagliano nel prendere l'ordine, sbagliano le porzioni, sbagliano dolce; a loro discolpa l'intensa utenza e una patina di rincoglionimento che li ricopre. F e MR per compensazione arrivano con un'ora di anticipo al dibattito-incontro di Paolo Sorrentino a Palazzo Vecchio. La compensazione comporta un inaspettato quanto esaltante vis-à-vis, "dietro le quinte", con il regista che con F condivide la terra d'origine, dunque, una certa napoletanità e la posa per una foto (scattata da MR come pagamento del secondo scotto). Vis-à-vis, ma reiterato, anche con Ezio Mauro che dopo aver incrociato gli sguardi di F e MR a Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria e alla stazione di Santa Maria Novella, sentendosi perseguitato, medita sull'eventualità di contattare la Digos. La napoletanità di cui sopra trova la sua massima espressione quando F e MR, dalle quinte, scavalcano la fila di un paio di centinaia di persone entrando fra i primi nel Salone dei Cinquecento, dove sta per fare il suo ingresso Paolo Sorrentino. F esorta MR a non confondere il concetto di flessibilità - che le spiega scrupolosamente - con  quello di napoletanità; MR dopo una lauta consumazione a base di dolci, gelati e succhi di frutta con F in un bar, approfittando della distrazione del cassiere, viene solleticata dall'idea della fuga senza saldare il conto. F mostra soddisfazione per l'assimilazione del concetto di flessibilità da parte di MR ma questa volta la esorta a non esagerare e va a pagare.
La settimana si conclude con una scarica liquidissima della leonessa che fino a qualche giorno prima sembrava sulla strada della guarigione.

mercoledì 5 giugno 2013

CRONACA DI UNA CURA PER LA DISSENTERIA (COME UN BAGNO NELLE FOGNE DEL SUD DEL MONDO)

Da una settimana la mucca ha un'acuta gastroenterite. Dopo aver spalato merda e vomito per tre giorni e tre notti; dopo aver trascorso i tempi morti, il tempo libero, e quello ante e post lavorativo a cercare inutilmente di somministrarle medicine per una cura, ricompattante feci liquide e molli, impossibile anche solo da pensare; dopo essere stata ricoperta di sputacchi e di liquami mefitici vari ad ogni tentativo di infilarle in gola compresse, farmaci in pasta, e perfino acqua semplice, MR, con le mani martoriate da morsi e graffi, impregnata di una puzza ché pareva uscita, dopo una nuotata, da una fogna del sud del mondo, decide di portare Tremor dal veterinario. Anzi, da un metro e novantacinque centimetri di veterinario, con un enorme e prominente grembo, ovvero trippa, imballata nella divisa verde, avvolgente al limite del drappeggio; perché Hulk a una misura in più, a una taglia calibrata, a un tessuto elasticizzato, a qualcosa di più comodo non ci pensa proprio. Perché quel grembo enorme e prominente, ovvero quella trippa, se la accarezza, orgoglioso, di continuo come se fosse uno dei tanti pazienti che, entrando nel suo studio, si sentono frignare, piagnucolare, latrare e miagolare, tutti irrimediabilmente incazzati neri. Perché il sospetto che Hulk - il quale ritiene che internet non serva a niente (sicuramente non ad una ricerca sulle malattie del gatto nella quale MR ha confessato di essersi buttata) se non alla visione di film porno - sia un tipo di veterinario davvero disturbato c'è tutto.
Pur tuttavia, la mucca, inizialmente nervosissima, si abbandona inerme alle tastazioni del gigante verde, acquistando fiducia in quelle collaudate carezze che un secondo prima erano passate per la sua diletta pancia.
"Questo gatto è obeso e la colpa è sua! Deve mangiare di meno. Le dà cento? Bene, tolga venti! E non si faccia prendere dal core di mamma, semmai un bel calcio in culo ogni volta che vuole mangiare... vedrà come impara. In caso contrario, tempo un mese, due al massimo, e le crepa. Decida lei se cominciare ad organizzargli fin da ora il funerale. Intanto gli dia queste compresse per sei giorni!"
Dopo la secca e dura diagnosi, da parte di un gigante dal carezzevole fair play al contatto con gli animali ma spietato come un caterpillar MR, viene colta da un delirante, sconclusionato, irrefrenabile senso di colpa, oltre che dalla sindrome dell'inadeguatezza e della valutazione lacrimosa.
Intanto, nei giorni successivi la dissenteria colpisce anche la leonessa.
MR, con ospiti in casa, in una casa trasformatasi nell'antro dei diarroici, maleodorante dalle lettiere ai guanti per le stoviglie appena comprati, anche questi dalla inconfondibile puzza di Spiramicina e Metronidazolo, in modalità donna multitasking, accartoccia la sindrome della vittima inadeguata e lacrimosa e la getta nel bidone "raccolta feci e vomito di gatto". Si divide fra il lavoro, le amiche ospiti, la puzza incalcolabile e la somministrazione di farmaci. Ma l'insuccesso la perseguita, gli sputacchi si moltiplicano, la diarrea dilaga. Ad attenderla al varco, tre giorni fa, Hulk, il gigante verde.
"Non prendono le medicine perché sono bastardi o perché lei non è capace di dargliele?!"
"Ecco i bastardi, ecco le compresse... ci provi lei!"
Insospettabilmente la leonessa afferrata con decisione e manualità professionali ingoia una lauta porzione di compressa.
"Visto?, Semplice! Ora tocca a lui... Ahhh, aaaiahhhh, tzssss, buonooooo! Ha paura, vede? tutti i gatti hanno paura delle medicine!" esclama Hulk, dimenando la sua pancia stretta nella divisa verde, saltellando pesantemente ad ogni morso e graffio della mucca che sputa ad un metro di distanza la medicina. Da tre giorni MR porta le bestie dal veterinario il quale in un momento di resa ha optato per un trattamento e una terapia pungenti ma meno eroici. Iniezioni per tutti, per sei giorni.
"Come stanno? Si comincia a vedere qualche stronzetto nella lettiera?"

lunedì 3 giugno 2013

WEEK-END

A, I, L e MR hanno frequentato insieme la scuola superiore. All'incirca un mese fa, in una chat collettiva  su FB, le tre ex compagne di classe, ignare della aleggiante presenza di MR via etere celeste e spirituale, così si organizzavano:
"Allora partiamo il 31 di maggio e restiamo fino a domenica 2 giugno. Che ne dite? Va bene per tutte?"
"Sì, è perfetto!"
"Va bene anche per me!"
"Allora dobbiamo avvertirla e prendere subito i biglietti in offerta del treno!"
"MR ha posto in casa per ospitarci, che voi sappiate?"
"Dobbiamo anche chiederle come è messa con gli orari di lavoro..."
"Sì, dai,  fantastico... le faremo una bella sorpresa!"
Divertitasi molto, alle spalle delle sue tre amiche-ex compagne di classe, sazia e più pentita di un casalese, dopo aver mangiato dalla chat della conoscenza del bene e del male, denudatasi dell'Avir, MR si è inserita nella conversazione, confessando di averle seguite per filo e per segno.
Niente sorpresa: MR aveva appreso davanti alla chat, avida come Eva davanti alla mela, ogni particolare dei progetti vacanzieri di A, I e L.
"Bimbe! Scusate se mi intrometto, ma forse voi non vi siete accorte che nella conversazione avete compreso inavvertitamente anche me. So tutto, mi sono divertita tantissimo nel seguirvi e sarò felicissima di ospitarvi a casa mia. Per quel che concerne la sistemazione, dovremo dormire insieme. Ho il mio letto matrimoniale ed un divano letto, a due piazze, in soggiorno. Vivo con una mucca e una leoness ehm, con due gatti. Qualche allergica?"
"No, no, io adoro i gatti e sarò felice di conoscere i tuoi!"
"Tranquilla niente allergie!"
"Chiedi ai tuoi gatti, magari, se sono allergici a tre pazze! Dovresti preoccuparti per loro, non certo per noi!"
"Bene, sono contenta che la prendiate così... Una è curiosissima, quindi, ve la ritroverete dentro il letto, l'altro è più garbato. Insomma, saremo una bella squadra, e trascorreremo tre bellissimi giorni!"
Giorno uno.
MR,  la mucca Tremor e la leonessa Gea, accolgono  felici A, I e L.
"Che belli!, Uuuuhhhh, come è grosso lui,  non sembra neanche un gatto! E lei, come è vivace..." si levano in coro le tre ospiti notando che il grasso eccessivo della bestia ormai di specie bovina, si è imposto sulle belle e originarie forme feline e osservando attonite l'incontenibile ed incoercibile pazza allegria di lei.
"Già, lui è obeso e deve dimagrire assolutamente per ordine del veterinario, lei è una folle scatenata... entrambi, da qualche giorno, hanno la dissenteria..." spiega MR un po' preoccupata per la salute delle due bestie e per l'incalzante rarefazione dell'aria a favore di una soddisfacente percentuale di gas a saturare l'ambiente.
Le quattro amiche-ex compagne di classe trascorrono piacevoli ore insieme, pranzando, uscendo, aggiornandosi su ogni cosa, tornando nella casa a gas, cenando e restando in piedi fino a tarda notte per un pigiama-party che crea una piccola e preziosa parentesi rubata alle attenzioni che MR di solito a quell'ora riserva alle due bestie; un momento di pazza e adolescenziale socialità della quale si ricorderà con delizia e un po’ di struggimento. Al tutto, ma con particolare interesse al sopravvenuto crollo per stanchezza, assistono rapiti i due felidi. Una volta a letto, la mucca si adagia, come di consueto, accanto, anzi, addosso a MR; la leonessa punta A ed I. Curiosa e impaziente abbandona la soave grazia, la magnetica eleganza, e l'altezzosa maestosità  per rotolarsi mugugnante, chiocciante (MR spiegherà successivamente alle amiche che Gea è una gatta dal verso della gallina... una gatlina), e pazzamente graffiante, sotto il divano letto; sbuca ai lati dei cuscini; salta sulle due ospiti distese. Terminato il suo, tutto sommato breve e discreto, turno di rompiballe, le abbandona esauste al loro destino notturno e crolla a sua volta su una sedia.
Giorno due.
Le quattro amiche escono dall'infernale antro diarroico e animalesco, e si organizzano per passare fuori l'intera giornata. MR, lavorando al mattino, raggiunge A, I e L all'ora di pranzo in un ristorante, dove si trattengono fino alle 16.30 complice la disponibilità di un indefesso cameriere che presta la sua gentilezza per fotografarle e ubriacarle di chiacchiere, vin santo e amaro artigianale della casa. Lievemente alticce proseguono irriducibili per la loro strada fino a tarda sera. Rincasano, promuovono una serata frizzi e lazzi che MR, cotta, stenta a sostenere. Ad un'ora improbabile, dopo un veloce e piuttosto deprimente confronto fra la sua resistenza e quella delle tre ospiti, MR desiste e si riversa cadavere sul proprio giaciglio seguita dalla mucca e di lì a poco da L. A notte fonda sente strani rumori provenire dalla stanza dove crede dormano A ed I, che invece vegliano preoccupate sullo spettacolo indegno offerto dalla leonessa la quale passa all'attacco.
Giorno tre.
MR e L (e Tremor) si svegliano presto. Restano a letto e parlano di lavoro, sentendosi l'una tremendamente artista e l'altra indissolubilmente esercente; parlano di figli, sentendosi l'una madre di una mucca e di una leonessa e l'altra di due splendide ragazze; parlano di vacanze, di gusti, di trattamenti di bellezza, di parucchiere, di nuoto e di altre migliaia di cose. A, I e Gea dormono ancora un po'. Il loro risveglio è sofferto.
Del resto, il sonno è sopraggiunto, agitato, alle prime ore dell'alba. La leonessa, dando il meglio di sé, ha mostrato le sue abili doti di saltatrice in lungo e in alto. Con slanci travolgenti e generosi dal muro verso il divano letto, con scatti veloci e arrampicate su sedie e mobili, si è esibita allegra e folle di gioia, ponendo il divieto di dormire alle due ospiti perché assistessero ai saggi della sua indole di pagliaccia. Queste, a loro volta, spaventate da un oscuro agire felino, hanno scambiato una commedia per una tragedia. Hanno visto nello sguardo tondo e furbo della leonessa la difesa forte, nervosa e dispotica del suo territorio, decidendo di dormire lasciando accesa la luce. Nel pomeriggio, A, I e L sono ripartite e a MR è rimasto il sapore dolce, tenero e spensierato di un piacevole week-end che ha condiviso con la mucca e la leonessa ancora in piena dissenteria.
P.S. Della quale vi parlerà più dettagliatamente nel prossimo post intitolato COME UN BAGNO NELLE FOGNE DEL SUD DEL MONDO.

martedì 28 maggio 2013

INSUFFICIENZE

S è la più giovane delle sei ragazze ospiti nella casa famiglia dove MR si reca ogni lunedì pomeriggio. S ama raccontare barzellette, è bionda, ha gli occhi verdi, il piglio deciso e tagliente, una scattante intelligenza, la velocità di ragionamento di un matematico, e la vivacità spavalda di un felino.
Ieri il felino era molto nervoso.
"Va tutto bene, S?"
"No, non va bene niente! Siamo alla fine dell'anno scolastico ed io non riesco a liberarmi di due gravi insufficienze! Oggi, TI AVVERTO, abbiamo da studiare La digestione, L'apparato respiratorio, Il sistema circolatorio, Il sistema muscolare, Lo scheletro!" snocciola S con impositiva, dispettosa e compiaciuta esigenza di condivisione.
"Ho capito. E quale è, oltre a Scienze, l'altra materia da recuperare?" 
"Arte! La prof mi odia! Mi ha fatto ridisegnare ancora lo Sposalizio della Vergine di Raffaello... ecco, guarda tu stessa, non è bello? A me sembra sia venuto bene, ma a lei non piace... perché mi odia!" ruggisce impetuosa la belva, mostrando a MR una personale rivisitazione dell'opera raffaelliana raffigurante, in luogo di Maria, Giuseppe, il sacerdote, e gli invitati, un groviglio di creature mostruose dedite ad un sinistro  rendez-vous su una spianata verde acido, a fare da sfondo un'astronave al posto del Tempio.
"ALIENANTeehm, carino, molto carino... forse, vanno sistemate due cosette, ma non è male!"
"Grazie, MR. Ora però mettiamoci a studiare Scienze! Sai, quella prof mi innervosisce, è tremenda, fa paura a tutti, è il terrore della scuola!"
"Forse non riesce a farsi comprendere... forse vuole che vi applichiate di più." azzarda MR.
"Senti che caciara fanno su... aspetta che vado a dir loro di smetterla, ché non riesco a concentrarmi!" cerca di evadere S, sempre più elettrizzata, con il pretesto di un'accorata implorazione all'indirizzo delle altre ragazze.
"S, coraggio, io non sento tutta questa caciara... cerchiamo di studiare!"
Suonano alla porta, S schizza come una freccia. 
"Vado io!"
"S, tu non vai da nessuna parte! Basta perdere tempo! Sei ad un passo dalla fine della scuola, interrogazioni e verifiche sono ormai quasi un ricordo, stai per tirare il fatidico sospiro di sollievo, la strada delle vacanze si sta aprendo davanti a te. Ora STUDIAMO!" suggerisce MR perentoria.
S è un'adolescente bella e decisa, non portata per il disegno ma un rapace in matematica, con un'insufficienza in Scienze che oggi recupererà. S ieri era molto nervosa; qualche volta succede. Nonostante i colloqui con lo psicanalista di orientamento lacaniano, nonostante le barzellette, probabilmente per nostalgia della famiglia, sicuramente per il coraggio che la sua giovane vita richiede.          

domenica 26 maggio 2013

RIPRESA?

Circa un anno fa riprese a scrivere su questo blog inserendo direttamente la quarta. Postava ogni due giorni con estrema, inaspettata e propizia facilità. Una marea di lampadine si accendevano nella sua mente; insights, estro e impulso creativo accarezzavano rosei - seppur spesso raccapriccianti - propositi scrittori, aprendo loro ampi varchi; idee ed ispirazione trovavano spontaneamente la propria strada; naturale, facile, ambiziosa; esaltata, agghiacciante, velleitaria. Fino ad un paio di mesi fa, quando improvvisamente il vento è cambiato. Nonostante la voglia di scrivere continuasse ad incendiare il suo animo, nella sua testa nessun fervore prendeva fuoco. Desiderio di raccontare, spunti e stimoli presenti ma sopraffatti da una incontrollabile indolenza.
Bastano pochi giorni. Disertare la scrittura - ma del resto vale un po' per tutto - allontana dal vezzo, dalla pratica, e dalla consuetudine. E' una sorta di punizione da parte della parola scritta che, in questo periodo, MR sta pagando senza sconti. "Perché non scrivi più?" le è stato chiesto non una volta e da più parti.
"Perché ho accantonato il blog  per qualche giorno e nel ripetuto tentativo di tornare a lui niente è emerso con la violenta impellenza e l'agile sorpresa che lo alimentano; perché credo che la forza di volontà se si mette a latitare sia un limite; perché a volte l'ambizione smisurata cozza con il non sopportare se stessi; perché, raggiungendo il minimo storico di autosopportazione, ero occupata a scrivere sulla mia pagina Facebook se capita a tutti di non sopportare se stessi, ed altre amenità; perhé ho dormito sugli allori, un po' secchi ma pur sempre allori, facendomi fottere dall'efficacia della pratica dello scrivere; perché sto ancora dormendo - evidentemente - e, a questo punto, mi ci vuole il Pranayama per risvegliare me e il Kundalini."t

martedì 14 maggio 2013

DI ESUBERI, LICENZIAMENTI E CANCELLAZIONI

Il periodo di tempo trascorso dall'ultimo post ad oggi, ha tenuto MR avvinta ad un poliedrico personale mondo degli eventi. E' andata avanti per intere settimane priva di spazio e prospettiva, refrattaria a dimensione e contesto web. Distratta e preoccupata da tutto ciò che si stava - e che si sta - consumando fuori da questo posto, e dentro il luogo più intimo della sua vita professionale, ha esitato fiacca al richiamo del raccontarsi; in quel fuori al massimo dell'efficienza ha vagabondato paziente e randagia; a quell'efficienza reale, ruggente e priva di virtualità, si è consegnata anima e corpo, accantonando routine quotidiana e questione blog; perché a volte la tensione si allenta virando, perché spesso l'evasione e la distrazione sono i luoghi che occultano qualche sprazzo di leggerezza; perché di leggerezza, da qualche tempo a questa parte, anche se se ne ha tanto bisogno non si può più parlare.
Qualche mese fa, uscendo dal lavoro, MR lo incrociò. "Ora la faccenda è in mano a lui!" disse qualcuno severo nella grigia fattezza di quel freddo giorno. In un inaspettato rendez-vous con un uomo armato di placida baldanza, ai tornelli dell'ingresso, nella mente di MR si aprì tutto uno squarcio di ipotesi, ora funeste ora speranzose; a tratti liberatorie, ineluttabilmente pessimistiche. Adesso si è imboccato il tunnel più lungo, desolatamente buio, magistralmente inquietante. Gli avvoltoi, dopo che la faccenda stava assumendo una certa epicità, stanno dipanando la matassa, volando basso su teste umane. Roba che una sistematina strutturale oggi, regalerà equilibrio, sempre strutturale, domani. Oggi che non si possono spalancare le braccia al mondo perché spaesati, domani quando si sarà troppo esposti alla caduta libera. Oggi  e i giorni che verranno saranno ancora più pesanti di quelli passati. Saranno giorni di rigore da un lato, di affanno dall'altro; di livore, di rabbia, di senso di impotenza da ogni parte. Arrancando, con la fatica dei diritti e sotto il peso degli oneri, MR stamattina si è riaffacciata a questa finestra; avrebbe voluto spalancarla da più arieggiate altitudini ma la cancellazione di realtà preziose, sotto l'aspetto umano-artistico, rendono l'aria irrespirabile. Sul piano inclinato, che sorregge ormai da troppo tempo realtà dal peso insostenibile, l'attesa della scivolata finale, da quel giorno ai tornelli, da quel faccia a faccia con quell'uomo, detto Commissario, al quale è stato assegnato il compito ingrato di tener stretto in mano, fino all'asfissia, il destino di una prestigiosa istituzione musicale, va assottigliandosi repentinamente, fino a ridurre l'animo in stadio d'assedio.
http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=144439

mercoledì 10 aprile 2013

A CHE SERVE?

Sono sei, hanno un'età compresa fra i dodici e i diciassette anni, vivono temporaneamente in una casa famiglia.
Sono accomunate da occhi vispi e da uno spavaldo senso di sfida. Trascinano il peso di una maturità troppo precoce che stride fragorosamente con la voglia di una costante presenza materna e paterna che - se mai c'è stata - per ora non c'è e per un po' non ci sarà più.  Sono belle di bellezze diverse. Bionde con sguardo verde trasparente, esotiche con occhi allungati, olivastre con chiome folte e corvine. Si muovono con l'audacia delle donne ribelli dentro corpi acerbi abbigliati alla moda. Sono le ragazze che MR vede ogni lunedì pomeriggio, quando escono da scuola e tornano alla casa famiglia. Insieme fanno i compiti. Fra un esercizio di geometria, una scomposizione in fattori primi, un capitolo di geografia, la parafrasi di un brano dall'Odissea, parlano un po' delle loro giovani vite. Orgogliose e consapevoli che un problema c'è. Insolenti e ironiche sul fatto che si potrà risolvere. Nonostante il limbo nel quale sono state parcheggiate e dal quale dovranno ripartire. Perché qualcuno o qualcosa aveva riservato loro pericolose derive. Perché qualcun altro o qualcos'altro ha deciso di sottrarle alle angustie delle battute d'arresto che si sono messe di traverso sul loro naturale percorso di crescita. Per il momento vivono insieme a tre suore, che improvvisano alla meglio un senso materno goffo ma connaturato, maldestro ma tenero. Spesso sottopongono MR a veri e propri interrogatori di terzo grado, scrutandola, analizzandola, valutandola attentamente con l'incontaminato e spietato metro di giudizio dei giovanissimi. Spesso MR non si sente all'altezza di rispondere a ciò che le viene chiesto. Spesso fa fatica a cavarsi d'impaccio.
Quando lunedì scorso, durante la pausa per la merenda, una delle sei ragazze le ha chiesto "A che serve?" riferendosi al suo lavoro, MR sarebbe voluta fuggire via lontano.

PS Ma è rimasta, tentando, con qualche difficoltà nel farsi capire, di rispondere alla domanda letale.

domenica 7 aprile 2013

SCRITTURA RANDOM

Da un po' di tempo a questa parte MR non è qui.
No, non qui sul blob da dove manca - fortunati voi - solo da qualche giorno; non è qui e neanche solo da un po' di tempo. 
MR, sembra sia dove dovrebbe essere ma in realtà non è così. 
Ricoperta da un velo, non sempre invisibile, di sfinimento mentale ed umorale - causa significativo, ragguardevole, incalcolabile, pregevole periodo di merda - ora cade in sonni ecatombali, ora decide di farsi inghiottire dai viaggi immaginari della lettura, ora si immerge nella visione di film prevalentemente di genere horror-thriller-giallo-noir-paranormale-pazzia, ora affoga le preoccupazioni in rendez-vous con amici e leccornie di ogni ordine e grado, ora scrive.
Illusioni leggere e spensierate a fare da contorno alla amara quotidianità.
Oggi per contorno ha scelto di tornare a voi qui, sul blob.
Malgrado il sonno incoercibile, malgrado la corsa al parco che incombe, malgrado non sappia proprio cosa scrivere.
Scrivere, anche non sapendo bene cosa, però, è salvifico, liberatorio ed efficace.
Elimina, anche solo temporaneamente, anche per un illusorio attimo, da stress, ansie e manie di persecuzione. Nei prossimi post, MR raccoglierà le idee e ritrovata l'ispirazione, non mancherà di trattare dei benefici del sonno assassino, dell'animo avventuriero che la spedisce selvaggiamente da un capo all'altro del mondo via lettura, delle anomalie con le quali folleggia davanti ad uno schermo, della giacobina che è in sé e che non riesce a trattenere davanti alle tavole imbandite.
Oggi, invece, scriverà random.
Tempo fa, MR lesse di un certo Paul Wilson, guru australiano del relax, secondo il quale, nel giro di soli tredici minuti (il tempo necessario per preparare e bere una tazza di tè) si può trovare la serenità. Senza doversi necessariamente astrarre, alienare, o appartare che dir si voglia, dalla vita quotidiana, attraverso un semplice metodo di meditazione, è possibile il raggiungimento di uno stato di benessere fisico e mentale. Rapidamente, efficacemente, neanche in eremitaggio, tutti i giorni, in ogni dove, in qualsiasi momento. Il Sig. Wilson tratta il tutto in un libro intitolato LA QUIETE. Non adatto ad un pubblico dall'anima caparbia - al quale appartiene MR - e con leggere tare relative alla riflessione profonda finalizzata alla ricerca della verità e della calma - che la riguardano molto da vicino - MR decretò che non fosse roba per lei. Lesse tutto ciò nella sala d'attesa di uno studio foniatrico, dove si recò per una visita di controllo, dopo una mattinata senza aver profferito verbo, dopo una navigazione su internet a colpi di immagini e foto di corde vocali di dubbia natura, con noduli, polipi, granulomi, paralisi, edemi, tanto per rassicurare il suo sistema nervoso. Immaginò la dottoressa che doveva visitarla mostruosa, insensibile, scorbutica, nevrotica, stronza.
(No, non ce la faccio ad affrontarla, sarebbe un'impresa al di sopra dell mie possibilità, non me la sento, mi dirà cose bruttissime sulle mie corde vocali, non posso permettermelo, non ora, non oggi. Ho anche parcheggiato male, mi faranno la multa, me ne vado.)
"Sig. MR , buonasera, prego si accomodi!" esordì la foniatra con fare gentile, e sguardo al di sopra degli occhiali.
"(Oddiooo!!!) Buonasera, grazie!"
"Oh! Cantante lirica! Soprano?"
"No, mezzosoprano!" rispose MR traboccante d'orgoglio e d'ansia.
"Ah, no, perché la vedevo tutta dritta e magrina, mi dica tutto!"
"E' un'eterna sfida, ma ci difendiamo anche noi mezzosoprani. Ho la tracheite, catarro, tosse, comincio a soffrire di ansia depressiva, e il dentista mi ha consigliato di mettere il bite per sei mesi perché digrigno i denti. Mi sono ingozzata di aerosol al cortisone, ma non sono guarita, che cosa ho?"
"Capisco." sussurrò placida con lo sguardo al di sopra degli occhiali.
"(Allora se capisce mi dica qualcosa di buono almeno lei!) Che cosa ho?"
"Calma! Il cortisone per aerosol non ci piace, ed inoltre fa venire la candida."
"In bocca?"
"Esatto, in bocca! Soffre di qualche forma allergica?"
"Sì, orticaria da stress, da nichel, da forfora del gatto, da uomini. E poi di rinite allergica e vasomotoria!"
"Capisco! Venga MR sediamoci qui e tranquillizziamoci."
"Qui!? Vicino agli strumenti rivelatori?"
"Apriamo la bocca, tiriamo fuori la lingua, diciamo eeeee!"
"Eeeeeeeeeeeeeeeee!"
"Siamo ancora congestionate, le do una curetta per sfiammare, ed uno spray per la rinite. Tra una settimana saremo guarite!"
"E le mie corde? Come stanno le mie corde?"
"Bene, benone! Sono lunghe e sottili, si adducono e si tendono bene, non vi è alcun tipo di anomalia."
"Allora non ho polipi, noduli, paralisi!" esultò, MR, fiera di aver trovato provvidenzialmente nella foniatra  un'alleata.
"Ma no, cosa dice?"
"Allora siamo salve, stiamo bene, dottoressa?"
"Buona serata! E per due tre giorni non cantiamoci su!" fece affabile con lo sguardo al di sopra degli occhiali.
In un'epoca declinante come quella che stiamo vivendo, tenere alta la guardia dello stress dà sapore alla vita, altro che ricerca della quiete!

Due inverni fa.
"Pronto, parlo con MR? Sono il tecnico dei riscaldamenti del condominio. L'ufficio mi ha riferito che ha chiamato... i suoi termosifoni hanno qualche problema?
"Ah! Buongiorno! Sì! Devono essersi formate delle bolle d'aria all'interno, da due giorni non si scaldano più uniformemente, si sente il gorgoglio dell'acqua, e non essendoci la valvola di sfiato credo occorra l'intervento di una mano esperta. Viene ora? Qui si gela!"
"No, ora no! Ho altre chiamate. Lei ha qualcosa con cui scaldarsi momentaneamente? Non so, una stufa elettrica, un caldobagno, una borsa d'acqua calda, un plaid!?"
"Sì, ho i condizionatori d'aria con la pompa di calore, e il forno elettrico."
"Benone! Credo potrò venire domani. Preferisce mattina o pomeriggio?"
"Nel pomeriggio parto per la trasferta a Piombino. C'è il concerto al Metropolitan, in programma due messe, una di Schubert e l'altra di Puccini, la partenza è fissata per le 16.30... roba da perdere l'autocontrollo!"
"Come?"
"Mattina, preferisco la mattina! A che ora viene?"
"Vengo alle otto."

Sempre due inverni fa.
MR è una creatura sommamente estiva; MR ha un'istintiva e naturale avversione per la brutta stagione ed il suo avanzare; MR per questo si stressa; MR se si stressa commette gaffe di ogni genere; MR in inverno è un'eccellente gaffeur; MR in un giorno di quell'inverno sfornò una gaffe di pregio;
MR chiese, incautamente e pubblicamente, ad una truccatrice del teatro se fosse incinta.
MR si è sentì un'idiota integrale quando la truccatrice del teatro rispose di no.
MR  cercò di convincere se stessa che fu tutta colpa dello stress.

L'anno scorso, in pizzeria con gli amici dopo le vacanze estive.
"Come è andata la caccia quest'estate?"
"Bene, ho conosciuto un gommista."
"Mh, ed era romantico?"
"Sì, pensa che mi ha regalato due copertoni a tasselli larghi e resistenti alle forature."
"Vado al bagno, scusatemi!"
"Minchia! E' andata via la luce!"
"Come hai fatto in bagno senza luce?"
"Ho ricevuto un sms proprio nel bel mezzo del buio, e, illuminandosi, il display ha centrato insieme ad altro il water!"
"Mammamia, questi cellulari, anche se non avessi ricevuto l'sms sarebbe stato illuminante. Neanche un compromesso!"
"Un compromesso è tale o non lo è, che ne pensi MR?"
"Sì, certo, si discute, si concede, si concorda. Capillarmente. Leggerei alcune obbligatorietà come estenuanti; poi c'è un senso, il senso... quello nobile della faccenda."
"MR, parla come t'ha fatto mammeta!"
"E' che sto allenando la mia dialettica. Scrivo, e allora... "
"Scriviii? E che scrivi?"
"Ehm... , no, niente... "

In una delle innumerevoli chat con V:
"Caio! Alloar, cosa manig oiggi?"
"MR, ma che sei chattslessica? Confessa, chi ti scrive i testi del blog?" 

martedì 2 aprile 2013

DIVERSITA'

Nonostante il millantare spudorato delle previsioni meteo che ogni sera davano bello per il giorno seguente, è piovuto quasi sempre. Nonostante sia piovuto quasi sempre, V ed E non si sono fatti trovare impreparati. Specie in quelle parentesi di variabilità, ma non solo, si sono armati di ombrello, impermeabile, forza di carattere e fisica, e - soprattutto con quest'ultima - hanno trascinato di peso la svogliata e poltrona figlia MR fuori dal letto prima e dalla casa dopo. D'altronde, faceva parte degli accordi presi per telefono qualche giorno prima e fa parte del patrimonio genetico di V ed E, totalmente dissimile da quello di MR. Avrebbero trascorso le feste pasquali con la propria figlia a patto che questa non cedesse alle lusinghe del riposo ad oltranza - patti chiari, amicizia lunga, fatti unilateralmente.
"A volte mi chiedo come riesca a vedere me stessa in tutte le cose che fai. Siamo così diverse!" ha lamentato V sovente in questi giorni, ricredendosi sulla trasmissione dei suoi caratteri ereditari alla figlia.
"Chi non ascolta e non segue i consigli dei genitori nella vita si troverà sempre male!"  ha vaticinato E in questi giorni - proseguendo nella ormai quarantennale tradizione - cercando di imporre a MR orari, ritmi, linee guida di marcata fattura personale, e nel tentativo di riesumare in questa il genoma smarrito. 
Pur tuttavia, in tutta questa delusa diversità, MR, V ed  E sono riusciti a trovare un equilibrio e dei fermi punti di incontro, dovuti probabilmente anche ad una manovra di basso profilo morale messa in atto da MR e che non le è costata nessun sacrificio. 
Questa è riuscita a barattare, senza che V ed E se ne accorgessero, l'apprezzamento esagerato per le specialità culinarie ciociare trasferite a Firenze direttamente dal suolo patrio, con qualche pennica post prandiale. Mentre i due genitori, colmi di soddisfazione per aver reso felice una figlia che ormai riconoscono solo attraverso le cose in fondo più sane, tipo divorare una pigna intera (dolce pasquale ciociaro) e roba di questo genere, erano in pieno scartavetramento di palle... sempre post prandiale. Del resto, a MR era dovuto, visto che si era arresa al giro dei centri commerciali, si era consegnata al Volo della Colombina e allo Scoppio del Carro ed aveva obbedito ad almeno uno dei tanti richiami della corsa brucia calorie. Ma a Pasquetta V ed E non hanno retto, e dopo il pranzo sono stati colti dal sacro fuoco dei ricercatori di asparagi lui e di cicorie lei. Sentendosi appartenere ad una specie illuminata, hanno infranto l'equilibrio che era stato raggiunto, hanno preso la propria figlia in preda al capriccio della contestatrice noiosa e incompresa, l'hanno buttata con forza giù dal letto. Questa ha incrociato le braccia e si è seduta su una poltrona con il grugno ingestibile. Loro hanno tentato di impartirle qualche lezione su come gestirlo. MR, con sguardo indignato, ha pensato che qualcosa nella sua manovra di basso profilo morale non aveva funzionato. V ed E hanno temuto che si sarebbe sdraiata a terra preda delle convulsioni. 
Il pomeriggio, abbondantemente assolato, si è concluso con una chilometrica passeggiata in collina. MR ed E si sono messi alla ricerca di asparagi ma non ne hanno trovato neanche uno; in compenso, V ha riempito una busta di cicorie.

giovedì 28 marzo 2013

PER QUANTO POSSIBILE, BUONA PASQUA!

Ieri sera, in ascensore, al rientro dal lavoro.
"Salve D, come va?"
"Ciao MR, bene, grazie!"
"Brrrrrr, che freddo fa. Siamo a Pasqua ma sembra Natale... "
"Sì, ma pare che per le feste non pioverà!"
"Wow, benone!"
"Hai progetti per questa Pasqua?"
"No, niente di che. Verranno a trovarmi i miei genitori."
"Fantastico! ... ... No?!!??"
"Ehm?!!? Sì, sì, certo che sì!"
V ed E, genitori di MR, come lo scorso anno, verranno a trovare la propria figlia. Proprio come lo scorso anno, quando questa aveva progettato una Pasqua nel pieno rispetto della propria pigrizia, pensando di  svegliarsi al mattino molto tardi, di fare colazione, di guardare fuori per essere incentivata dal tempo incerto (così prevedette allora il meteo) a tornare più certa che mai a dormire, di improvvisare pranzo e cena, magari sostituendoli con pasti tipo uovo di cioccolata o colomba, di essere fuori dalla portata di folle e calche turistiche che invadono Firenze e nelle quali loro, V ed E, si sentono come se fossero al centro del mondo, di evitare sostanzialmente cambi repentini di ritmi, stravolgimenti delle coordinate della propria quotidianità, cambiamenti del proprio percorso.
E invece, ancor più quest'anno, V ed E, che ritengono non stia bene lasciare MR in balia di se stessa e delle incognite psicologiche che - causa crisi professionale -  in queste ultime settimane la perseguitano, con ambizioni da irriducibili chaperon la accompagneranno vigili per dare un senso più alto alla sua Pasqua.
V, con energia volitiva e brillante dinamismo, amministrerà con pugno di ferro pranzi e cene luculliani, previ vettovagliamenti; sarà impossibile da tenere a freno nelle sue belle e imprevedibili pensate, tipo rigorosa organizzazione di uscite, passeggiate nei parchi, pomeriggi da trascorrere all'Ikea - sottoponendosi a resse disumane e a giri sfibranti per trovare un parcheggio - e nei mercatini rionali, visite dei borghi toscani, delle Badie e delle Certose.
E, buono e mite, più paziente di Giobbe, avallerà solerte e puntuale tutte le iniziative di V; sarà impossibile da tenere a freno nel suo incessante camminare, impervio podista dai lusinghieri tempi di percorrenza, con qualsiasi fenomeno climatico e variazione atmosferica, ovunque e sempre, in Toscana e a Pasqua.
MR, ormai non più abituata all'iperbolico puzzle genitoriale, affronterà i giorni in questione con buona volontà, condiscendente accettazione, facendo come se nulla fosse, e con grande fiducia nelle proprie risorse fisiche e mentali.
V ed E concentreranno il tutto in soli tre giorni, perché lo struggimento per il paese lontano, e il forte richiamo della patria avranno la meglio sul sapore agrodolce dell'esilio, seppur verso la figlia. Perché V sarà sopraffatta dalla bruciante nostalgia per i nipotini ed E, improvvisamente privo del bagliore nello sguardo che gli suscitano boschi, sorgenti d'acqua, sapori genuini, mura ciclopiche della terra ciociara, non potrebbe mai rinunciare alla sagra della frittella.
Un mattino si sveglieranno e, gettando ansiosi un'occhiata all'orologio, decreteranno:
"MR, è stato bellissimo, ti vogliamo bene, arrivederci e grazie!"
Questa, attiverà la metabolizzazione della mappazza ipercalorica e, spossata, infilerà il letto.
Buona Pasqua a voi tutti!

sabato 23 marzo 2013

REAZIONI

Le situazioni molto critiche e difficili possono causare reazioni isteriche, ansiose, depressive, incoerenti, malinconiche, maniacali, ridanciane. Possono essere partorite singolarmente oppure manifestarsi in una catena agghiacciante che decide di comprenderle tutte.
MR, che, inutile nasconderlo, è nel pantano di una fase nerissima, a causa dell'agonia in cui versa il suo lavoro, sta passando attraverso ognuna di loro.
Succede che ci piomba dentro senza neanche accorgersene. Balza come un canguro da uno stato d'animo all'altro. Spera in qualche sprazzo di sereno e di serenità.
Si affligge malinconica; si esalta con incoerenza maniacale; inciampa istericamente in attacchi di ansia depressiva; si aspetta da un momento all'altro - vista anche la rinnovata e carismatica spinta pontificia - di ritrovarsi  a recitare i salmi, le preghiere del mattino, della sera, dei fedeli, allo Spirito Santo; ride.
Sì, ride.
L'essere umano dispone di risorse infinite, nascoste e salvifiche; ha grande spirito di adattabilità; non ha in sé limiti se non quelli in cui vuole credere; riesce a ridere, salvo propositi suicidari.
Pertanto, e dato che che per pagare e per morire - anche suicidi - c'è sempre tempo, MR, fra l'altro, ride. Poi entra in questo blob, lo tartassa un po' e, per qualche momento, si rinfranca.
Stamattina si rinfranca riportando qualche stralcio di interlocuzione fra e di MR, amici-colleghi ed altro  negli ultimi giorni:  
"Verdi ha dovuto tagliare una parte dell'atto finale del Don Carlos edizione modenese perché l'ultimo treno partiva a mezzanotte!"
"C'è una cosa che proprio non riesco a spiegarmi... ci ho pensato molto, l'ho analizzata attentamente ma non c'è verso di capire come fate voi, artisti del coro, a parlare mentre ancora state cantando... e ad essere addirittura già a metà del discorso... "
"Ho come la sensazione di aver perso tanti, troppi treni..."
"Io sono uscito proprio dalla stazione!"
"Non troverai mai un uomo se te ne stai a casa ad accarezzare Thermos e Gea!"
"Tremor, si chiama Tremor!"
"Sì, vabbe', insomma, se te ne stai a casa ad accarezzare i gatti!"
"Avete presente quei film che sembrano accattivanti la cui trama ti avvince e ti mettono addosso tante aspettative specie per il finale e che invece finiscono senza una conclusione e tu rimani come un imbecille davanti al soufflé che si sgonfia inesorabilmente? Be', ne ho visto uno oggi, Oniegin."
"Avresti fatto meglio a leggere il poema Eugenio Oniegin di Puskin o ascoltare la meravigliosa opera omonima di Tchaikovski!"
"Il solito saccente... "
"E allora continua a guardare quei troiai!"
"Oggi è venerdì ma a me sembra sabato!"
"A me, invece, sembra giovedì!"
"Pronto!?"
"Non stavi dormendo, vero? Sono le 16.15, a quest'ora neanche gli anziani vanno a dormire!"
"Sì, stavo dormendo... vado a dormire con le galline!"
"Le galline in questo periodo vanno a dormire alle 18.00!"
"Io ho un forte e spiccato intuito! Devo rispettarlo, mi devo fidare di lui! Si può dubitare di tutto, della veridicità di un assioma geometrico, della validità di un postulato matematico, ma non del mio intuito!"
"A me non sembra, ma contenta tu!"
Ora MR, che da un momento all'altro se lo aspettava, va ad offrire la sua novena della supplica mattutina alla Madonna; se le rimane un po' di tempo, anche le Orazioni di Santa Brigida a Gesù.

mercoledì 20 marzo 2013

UN PO' DI TUTTO

Nei dieci giorni che ha richiesto il passaggio dal vecchio gestore telefonico furbone, che per quattro mesi ha giocato a fare lo stronzo con MR, al nuovo, che le sta regalando da qualche ora l'uso massiccio, prolungato e gaudente della reimmersione e navigazione in rete, è successo un po' di tutto.
Dall'irrilevante all'inquietante, passando per l'imbarazzante.
Fra le cose irrilevanti, MR segnala l'ennesima affabile conoscenza con una persona di etnia rumena. Una operatrice telefonica che ha chiamato allarmata quando la fase di transizione ha cominciato a lanciare i primi segnali. "Buonasera, sono G e le sto rispondendo dalla Romania. Come posso aiutarla?", ha esordito scoppiettante. "Buonasera, sono MR... avrei bisogno di chiederle inform... da dove sta rispondendo???" "Dalla sede ... di Bucarest. Tranquilla, non ha sbagliato numero, mi dica pure." Gentile ed efficiente, in un impeccabile italiano, ha spiegato ciò che c'era da spiegare ad una MR attonita che ha ringraziato - "Bine, va multumesc foarte mult! La revedere." - naturalmente in lingua rumena, forte degli insegnamenti dei rumeni che si sono affacciati nella sua vita: il corteggiatore benzinaio, l'ex fidanzato M; e che si affacciano ancora: O la rumena.
Fra le cose inquietanti, una ha mandato MR in coma catatonico. L'imperativa urgenza, da parte del Commissario Straordinario della Fondazione Lirico-Sinfonica per cui lavora, di tagliare, con violente sforbiciate, stipendi ed eccessi, laddove il vocabolo eccessi si estende verso assurdi perché, inspiegabili percome, oscure direzioni. Quindi, ennesimi sforzi e sacrifici; in caso contrario,  plausibilmente, e mai come ora, con quel  doman di cui non v'è certezza, liquidazione finale. Di un Teatro Prestigioso, di lavoratori che ne hanno glorificato la tradizione, che ne onorano il presente, e che desiderano difenderne il futuro.
Fra le cose imbarazzanti, la conseguente chiusura di MR in se stessa e con se stessa, di forte carattere claustrale, senza neanche l'ottimale supporto del vortice internettiano; e le mille domande senza risposta, la condivisione un po' nevrotica e un po' no, a tratti isterica, assolutamente calorosa, con compagni-colleghi di sventura; nell'incredulità ribelle, nella ribellione dignitosa, nello sgomento generale. In questi dieci giorni è successo un po' di tutto. E' stato eletto finanche un Papa.  

lunedì 18 marzo 2013

ADSL NUOVA DI ZECCA

Tutto è iniziato circa quattro mesi fa. Quando MR è rimasta per molti, troppi, tre giorni senza adsl. Vittima di violente crisi di astinenza - perché la dipendenza da internet è peggio di qualsiasi vassallaggio, è più pervicace dell'assuefazione all'alcool, è più accanita della sottomissione al sesso sfrenato e bollente, è più tenace del vincolo con le droghe -, telefonò decine di volte al gestore telefonico. In preda allo smarrimento di se stessa - poiché subire il giogo della rete è più forte dei legami sentimentali, dei videogiochi, e dei pettegolezzi, è più potente della nutella, dello shopping, del parrucchiere, e dell'amore per i gatti -, costrinse, con protervia, i vari operatori, con i quali in quei giorni si intratteneva al telefono per la maggior parte del suo tempo, a sollecitare la riparazione della linea. Ostinata come un inesorabile martello - perché l'assoggettamento al web è invincibile, irrefrenabile, affascinante, inarrestabile, e convulso -, pretese spiegazioni "qui e subito" da alcuni dei tecnici con i quali socializzava senza sosta in quei giorni. Le scuole di pensiero della telecomunicazione in questione decretarono le più svariate e fantasiose possibilità: il modem non supportava i venti mega offerti in omaggio a MR per promozione, non supportava la navigazione durante il giorno ma solo nelle ore più cupe della notte, non supportava il cattivo tempo, non supportava se stesso; dopo una Caporetto di ventitré disconnessioni in una mattinata in cui MR entrò ed uscì dal raccapricciante tunnel dell'astinenza da internet come un folle flusso di corrente alternata, fissando scettica le spie del modem che se un momento prima erano immobili come colpite da paralisi, l'attimo seguente erano tutte lampeggiamenti multicolori e scintillii, questo morì. Il defunto modem-chincaglia, fu sostituito da un aggeggino, regalo prezioso di G, della configurazione del quale il gestore telefonico si appropriò indebitamente e fantomaticamente. L'ammollamento di 30 punto zero zero euro sull'ultima bolletta telefonica, per assistenza tecnica (e fantomatica) hardware/software è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la scintilla che ha fatto scoppiare l'incendio, insomma, il casus belli.
Dopo aver urlato per l'ennesima volta dentro la cornetta contro l'ennesimo operatore, MR ha chiuso con chi per troppo tempo non aveva voluto ascoltarla, con le diverse scuole di pensiero, con gli operatori ciarlieri, con chi le consigliava di navigare durante la notte, congedandosi con un sonoro e turbolento addio, ed ha chiamato un altro gestore telefonico. Richiesta della nuova adsl, firma del contratto, e attivazione hanno assorbito una decina di giorni. Dieci giorni in cui MR affranta e persa si è aggrappata alla navigazione a vista con il suo cellulare chiama, ricevi, messaggia e fuggi; dieci giorni in cui rapace ma incapace è stata tentata di chiedere sfacciatamente ad O la rumena la password del proprio router in cambio di qualche ora di intimità con la leonessa Gea; dieci giorni di disintossicazione forzata e decisamente fallita. Da questa mattina MR ha di nuovo l'adsl; da questa mattina MR è di nuovo una tossica a pieno regime.

lunedì 11 marzo 2013

DUE ANNI FA

Ha cominciato prepotentemente a farsi strada nella sua mente ieri sera. E' stato l'ultimo pensiero prima che MR si addormentasse e il primo stamattina quando ha riaperto gli occhi. Avrebbe voluto postarlo ma è tornata sui propri passi. Poi si è detta che, in genere, immobilizzare i ricordi dentro la memoria è una trappola, che lasciarli correre è liberatorio, e che metterli per iscritto disincaglia da paure e dolori.
Questo è il ricordo di un viaggio, di un'esperienza, di un disastro.
Due anni fa MR si svegliò, di un risveglio brutale, dal letargo, nel quale cade durante l'inverno, a Tokyo. In quella speciale occasione, avrebbe voluto tornare a voi lasciandosi accarezzare dalla dolce brezza sotto i ciliegi in fiore nel parco di Ueno; si vedeva, già prima di partire, uscire dal buio invernale, gioiosa fra le immense folle di occhi a mandorla per le strade di Shibuya e Shinjuku; era certa sarebbe uscita dal lungo sonno, libera e leggera, alle panoramiche e vertiginose viste sul Mori Tower a Roppongi Hills. E invece dovette scendere a compromessi con un grandioso ed impietoso jet lag, che aveva decretato per MR il passaggio diretto dal letargo italiano all'insonnia giapponese senza troppe storie. Il risveglio forzoso da fuso orario portò MR a drogarsi indegnamente con il Depas e l' Armonia Retard melatonina, che sconfiggendo l'insonnia, la riadagiarono in un disordinato e pesante dormire. Prede della sonnolenza indotta e bersagli di episodi narcolettici sempre più frequenti e vistosi, corpo e mente di MR si abbandonarono comodamente in una indistinta con-fusione di fusi orari. Le 10.00 del mattino le sembravano le 2.00 di notte; alle 23.00 era insonne e alle 12.00 ronfava come un ippopotamo; alle 4.00 antelucane chattava con l'Italia serale emanando un senso di stordimento. Ma MR non si lasciò affliggere dai disordini del proprio bioritmo, non si lasciò sconvolgere dal ciclo sonno-veglia ormai compromesso. Era nel paese del sushi, del sashimi, della tempura, dello shabu shabu; era nel paese della creatività, della fantasia più sfrenata, dell'organizzazione perfettissima, delle adolescenti vestite da Lolite colorate, dei viaggiatori in metro dormienti (di cui si scoprì grande estimatrice); era nel paese dei wc intelligenti con ciambella riscaldata e bidet incorporato, delle candide mascherine indossate dai giapponesi raffreddati e allergopatici, per proteggere se stessi e gli altri da virus e batteri, e per non respirare i pollini dei ciliegi; era nel paese dei manga, che sanno essere anche erotici e perversi, di Naruto, dei pachinko, dell'elettronica, della tecnologia e dei telefonini multicolori con pupazzetti annessi. MR pensava che in quel paese si sentiva bene, come si era sentita bene le due volte precedenti in cui ci era stata. Era elettrizzata all'idea che i giapponesi altro non aspettavano che ascoltare un po' di opera italiana eseguita da italiani. Sorrideva felice per questo, distesa sul suo letto ad ore improbabili. Una mattina le sembrò quasi di cadere da quel letto, ma non fu per l'intontimento da jet lag. Fu grazie ad una scossa di terremoto, pane quotidiano per i giapponesi, di magnitudo 5. MR emerse dalle lenzuola in mutande e scappò sul corridoio a chiedere aiuto. Urlò addosso alle signorine delle pulizie  che la guardarono sconcertate. I loro occhi parlavano da soli: (Ma chi è questa matta?Ah, sì, il gruppo dall'Italia... poverina, crede che le nostre costruzioni siano uguali alle capanne italiane.) Le loro bocche pronunciavano frasi che all'orecchio di MR parevano sconnesse: "When we came to clean the room?" ("A che ora possiamo venire per la pulizia della sua stanza - immonda che non possiamo mai rassettare perché lei dorme - ?")
MR, sospettando di aver forse esagerato, rientrò in sé, scusandosi e guadagnandosi una serie infinita di inchini, oggi non sa ancora bene se per la sua performance, se per essersi vergognata, o se per aver promesso di lasciar pulire la stanza.
Qualche giorno dopo, MR fu costretta ad aumentare le dosi di droghe, facendone un uso smodato in una sorta di cerimoniali anti stress e pro sonno, a causa di una scossa di terremoto che nulla aveva della precedente. Di magnitudo 8.9, sorprese MR e molti dei suoi colleghi nel seminterrato del teatro Bunka Kaikan, dove si stavano svolgendo le prove dell'opera La forza del destino di Giuseppe Verdi.
Una energia oscura e superiore spazzò via in un istante, insieme a tutto il resto, entusiasmo, allegria, calma e tranquillità. Tutto si trasformò in paura, tristezza, e affanno. Si toccarono con mano e si guardarono da vicino coraggio e fiducia, scoramento e sfiducia, comprensione e condivisione. Per infinite ore, per molti giorni.  Fino a quello della partenza per rientrare in Italia. MR, alle 4.00 di mattina, si recò alla reception per riconsegnare la chiave-tessera della stanza. Il receptionist giapponese esclamò qualcosa nella sua lingua.
"MR, aaahhh! Auasaaaaaa! Auasaaaaa!" spiegò (più o meno) lui, gesticolando vistosamente e guardandola dritto negli occhi storditi.
" I don't understand!" replicò lei sulla difensiva. 
"Finished, finished, finished!" la salutò lui, nel tentativo di tranquillizzarla, inchinandosi rispettosamente con un enorme carico emotivo dentro. Ricambiando gli inchini, MR uscì dall'albergo stralunata e fuori dal mondo.
Questo è il ricordo di una disavventura, e di una dura lezione di vita impartita da uno straordinario popolo che ha saputo reagire alla tragicità di un evento con dignità, orgoglio, forza e incredibile volontà, e con il quale sta ancora lottando. 

sabato 9 marzo 2013

MF

"Da qualche mese MR ha ripreso, diciamo così, a bloggare grazie a MF.
MF e MR si sono conosciute qualche anno fa proprio tramite i loro blog. 
Quest'estate MR è stata inghiottita da un avvilente gorgo, che fortunatamente l'ha risputata fuori prima di quanto lei potesse immaginare.
Quello sgradevole frangente ha creato delle piacevoli e appaganti opportunità, tra le altre una conoscenza più approfondita con MF.
Per ora solo tramite telefono, dove hanno trascorso e trascorrono svariate ore, parlando compulsivamente di sé, avide di informazioni su loro stesse, bramose di immettersi l'una sul binario dell'altra vicendevolmente.
MF ha la voce squillante, la dialettica di una politologa, i neuroni che vanno a trecento. E' di una simpatia dissacrante, pronuncia parole come merda e cazzo riuscendo a non risultare volgare (cosa che MR le invidia tantissimo, perché quando ci vuole, ci vuole, dire parolacce può pagare, e se se ne esce puliti, nella vita, aiuta sempre), adora i gatti smisuratamente, legge Shakespeare e non solo, ama le serie televisive poliziesche, imita divinamente ed impeccabilmente l'inflessione dialettale di MR."
Questo, ed altro scriveva  qualche mese fa MR sull'amica MF. Da allora ad oggi gli orizzonti di questa conoscenza si sono allargati, ed anche se le due amiche di blog, di Fb, di telefono, non si sono ancora incontrate di persona, l'occasione che le ha messe sulla stessa strada, da bella è diventata grandiosa; l'opportunità che le ha avvicinate, da timida è diventata smagliante; le circostanze che le hanno viste condividere desolazione umana, sotto forma di straripante e liberatoria ironia, e piccole, spesso piccolissime, e più rare gioie, troppe volte ferme, impigliate, nelle secche della difficoltà quotidiana di vivere, da appropriate sono diventate arricchenti.
MF è, oltretutto, il motore che alimenta la tentazione scrittoria di MR; è la spinta che le permette di regalarsi la velleitaria passione di buttar giù righe e righe di parole e - da quando i rapporti fra loro si sono intensificati - di parolacce; è l'audace impulso a nobilitare l'uso della sintassi e della grammatica. 
"Ho letto i tuoi ultimi due post..."  e seguono, bontà sua, elogi, plauso, e approvazione.
Ma l'elogio, il plauso e l'approvazione più sentiti,  MF li riserva alla MR ciociara a Firenze. Avendo questa conservato, pur non accorgendosene, una certa integrità linguistica, perseverando nel suo accento d'origine, mantenendo pressoché inalterata l'inflessione, e contrapponendosi con forza (senza intenzione) all'elevazione della pronuncia, scatena in MF una straordinaria, impenitente, irrefrenabile, divertita - e divertente - voglia di imitarla.
Qualche giorno fa, dopo una delle loro travolgenti telefonate in cui MR, con invettiva e insoddisfazione laziali,  informava MF di aver cambiato gestore telefonico, e di averne scelto uno più conveniente per se stessa a stravolgere le tariffe di chi da lì in avanti la chiamerà, compresa MF che immediatamente provvedeva a fornire una soluzione per le telefonate future.
"Questo è l'altro mio numero... Me raccomanno, segnetelo pe' bbbène che ppoi t'o dimentichi!"  scriveva MF via sms a MR per una ennesima imitazione e un'ulteriore condivisione.

mercoledì 6 marzo 2013

TENORI

Su questo blob..., blog (MR ormai sta meditando sull'idea di cambiare il titolo "Oceani Capovolti" in "Blob..., Blog") passano, bontà loro, alcuni colleghi di MR. Sono soprattutto tenori.
Sapete, no, cosa sono i tenori? Quei maschi che cantano, con voce acuta e stentorea, su vette impervie, come faceva Pavarotti; quelli che anche parlando hanno voci che entrano come razzi perforanti dentro i timpani; quelli ai quali Berlusconi restiuirebbe il cervello, perché pare che, per una strana e misteriosa legge naturale, sia stato conservato nella formalina; quelli che se parli con loro mostrano purezza, candore, e incanto; quelli che se cerchi su Google "tenori" ti viene fuori barzellette divertenti; quelli a cui, per capirci, Antonio Albanese fa cantare 'Nto culu.
Stamattina, uno di questi tenori ha chiesto a MR di scirvere un post su di loro.
Inutile negarlo, e stare a raccontarsi storie, i tenori costituiscono una categoria a sé. Sono identici a se stessi, si crogiolano consapevoli  nei loro buchi neri, devono sentirsi ripetere continuamente e compulsivamente le stesse cose perché le capiscano e se le capiscono, guai a cambiare parole, sono spesso felici e protagonisti come bambini, si aprono agli imprevisti della vita con invidiabile serenità, quando non sanno a quale santo votarsi si sfogano facendo acuti. Ma la loro specificità è l'essere irraggiungibili. Un tenore non lo freghi mai: non nella freschezza delle trovate né nella innocenza delle pensate. La loro è una casta, un ordine; si inventeranno presto un albo. Per loro sono state composte le romanze d'opera più belle, ma anche le più sfigate. Un tenore affronterà sempre ruoli di cornuto, di senza palle, di splendido che poi muore sgozzato, suicida, decapitato, incenerito; o che per fare l'eroe, se lo mette sotto sale, e non gli interessano più le varie Violette, Mimì, Carmen, Leonore, Adine, Dalile, salvo, dopo il rincretinimento, uscire dalla nebbia e tornare a strisciare ai piedini di queste spesso pronte a schiacciarli.
Il melodramma è assurdo per antonomasia, ma i tenori fanno la loro bella parte per rendere il tutto un gran bordello dove non si sa più che pesci prendere.
Per fare un esempio di tenore nell'opera, si potrebbe accennare a Federico lo strafigone. Cosa fa costui? "Ora mi innamoro di una certa boh di Arles (cioè questo perde la trebisonda per una che nell'opera neanche appare), e capoccione come un mulo decido di sposarmela. Se poi viene fuori che questa è una stramaiala e scostumata che la dà a un altro, entro in depressione. Male che vada, mi metterò a dormire, perché non vorrei che la depressione si acutizzasse, e perché non si può stare svegli avendo il dolce suo sembiante sempre davanti agli occhi, e dolori da tutte le parti. Ma se non prenderò il pasticcone, so già che non ci riuscirò. Ad ogni modo, come ogni uomo su questa terra, tenore o non tenore, mi consolerò subito con un'altra, meno sventola della sconosciuta, ma comunque me la sposeró. Se nel frattempo dovessi avere notizie di quella tr..., di quel dolce sembiante, che mi sconvolgeranno mi suiciderò, non so ancora se impiccandomi a questa trave sopra la mia testa o se bevendo dell'arsenico." Alla fine sceglie di buttarsi da una torre.


Per fare un esempio di tenore nella vita si potrebbe accennare ai seguenti detti:

Dov'è che risuona la voce di un tenore?
Dove ci dovrebbe essere il cervello.

Come ti accorgi che un tenore è morto?
La bottiglia del vino è ancora piena e il giornaletto a fumetti non è stato aperto.

Qual'è la definizione di un quartetto maschile?
Tre uomini e un tenore.

Quanti tenori occorrono per cambiare una lampadina?
Quattro. Uno cambia la lampadina e gli altri tre a lagnarsi che avrebbero potuto farlo se avessero avuto gli acuti.

Avete sentito di quel tenore che annunciò che nella stagione successiva avrebbe cantato solo tre ruoli-titolo: Otello, Sansone e Forza del Destino? (Storia vera)

Un neuropsichiatra, in cerca di materia prima per le sue ricerche, entra in un negozio di cervelli e si informa sui prezzi. "Abbiamo cervelli di laureati a dieci Euro l'etto - dice il proprietario - e cervelli della NASA a cento Euro l'etto. E proprio oggi sono arrivati dei cervelli freschi di tenore." A quanto?" "Mille Euro l'etto." "Ma andiamo, perché così cari?" "Beh - risponde il proprietario - sono nuovi, mai usati!"

Mirandosi in uno specchio magico, al quale dire solo la verità pena la sparizione, un baritono dice: io ho una voce che si estende per tre ottave! Puufff... e il baritono sparisce; è la volta del soprano che con voce modulante dichiara: io ho una voce da drammatico d'agilità! Puufff... e il soprano sparisce a sua volta; ed infine il tenore che con convinzione afferma: io pens.. Puufff e il tenore sparisce.

Che poi, MR i tenori li adora, e piacerebbe a lei stessa essere un tenore, anzi, sta lavorando sodo per entrare nel club ad honorem (è che ne deve combinare davvero tante!)