Sono sei, hanno un'età compresa fra i dodici e i diciassette anni, vivono temporaneamente in una casa famiglia.
Sono accomunate da occhi vispi e da uno spavaldo senso di sfida. Trascinano il peso di una maturità troppo precoce che stride fragorosamente con la voglia di una costante presenza materna e paterna che - se mai c'è stata - per ora non c'è e per un po' non ci sarà più. Sono belle di bellezze diverse. Bionde con sguardo verde trasparente, esotiche con occhi allungati, olivastre con chiome folte e corvine. Si muovono con l'audacia delle donne ribelli dentro corpi acerbi abbigliati alla moda. Sono le ragazze che MR vede ogni lunedì pomeriggio, quando escono da scuola e tornano alla casa famiglia. Insieme fanno i compiti. Fra un esercizio di geometria, una scomposizione in fattori primi, un capitolo di geografia, la parafrasi di un brano dall'Odissea, parlano un po' delle loro giovani vite. Orgogliose e consapevoli che un problema c'è. Insolenti e ironiche sul fatto che si potrà risolvere. Nonostante il limbo nel quale sono state parcheggiate e dal quale dovranno ripartire. Perché qualcuno o qualcosa aveva riservato loro pericolose derive. Perché qualcun altro o qualcos'altro ha deciso di sottrarle alle angustie delle battute d'arresto che si sono messe di traverso sul loro naturale percorso di crescita. Per il momento vivono insieme a tre suore, che improvvisano alla meglio un senso materno goffo ma connaturato, maldestro ma tenero. Spesso sottopongono MR a veri e propri interrogatori di terzo grado, scrutandola, analizzandola, valutandola attentamente con l'incontaminato e spietato metro di giudizio dei giovanissimi. Spesso MR non si sente all'altezza di rispondere a ciò che le viene chiesto. Spesso fa fatica a cavarsi d'impaccio.
Quando lunedì scorso, durante la pausa per la merenda, una delle sei ragazze le ha chiesto "A che serve?" riferendosi al suo lavoro, MR sarebbe voluta fuggire via lontano.
PS Ma è rimasta, tentando, con qualche difficoltà nel farsi capire, di rispondere alla domanda letale.
Purtroppo non è l'unica ad avere chiesto a cosa serve il tuo lavoro, lo hanno chiesto con mala fede fior fiore di politici dall'alto delle loro posizioni di comando con la loro dialettica cattiva e sferzante che si divertono a giocare con la vita altrui e che sanno bene a cosa serve.
RispondiEliminae i frutti si ricavano tutti. siamo un paese arretrato e calpestato nel suo orgoglio artistico.
EliminaNon serve.
RispondiEliminaE’ un dono, è dono della Bellezza, quella che abita noi e il creato.
E’ un annuncio.
Che siamo più buoni, più veri di quello che pensiamo, e che possiamo esserlo realmente.
Perché è questo che serve: bontà e giustizia.
Ma la Bellezza unendoli in sé li “serve” come ideali concreti.
In un saggio che ho letto recentemente fa ho trovato questa esperienza.
“Quando, recentemente, ho intervistato Mollie Stone, direttrice del coro di Hyde Park, le ho chiesto in che modo, secondo lei, il coro contribuisca alla vita di Chicago. Mi ha dato una risposta articolata e commovente. Primo - mi ha detto - il coro dà ai ragazzi l'opportunità di un'intensa esperienza fianco a fianco con altri ragazzi di differente razza ed estrazione sociale. L'esperienza di cantare con qualcuno, continua Stone, implica una grande disponibilità; bisogna mischiare la propria voce e il proprio corpo con quelli altrui, e i suoni devono venire dall'interno del tuo corpo, come non avviene nemmeno in un'orchestra. Quindi, l'esperienza musicale insegna ai bambini ad amare il proprio corpo (in un'età in cui invece è frequente che essi lo trovino sgradevole e odioso) ed essi sviluppano un forte senso di cura, disciplina e responsabilità.
Poi, visto che i cori eseguono musiche di varie culture, i ragazzi imparano a conoscerle e scoprono che esse sono alla loro portata; essi superano le barriere che il pregiudizio e la cultura locale frappongono, dimostrando di poter essere cittadini del mondo. Imparando a cantare la musica di un'altra epoca o di un altro luogo, essi hanno anche modo di dimostrare il rispetto per l'altro, di essere disposti ad investire il proprio tempo per considerarlo e imparare a conoscerlo.
In tutti questi modi, essi apprendono il loro ruolo nella comunità locale e nel mondo, e Stone sottolinea che questo ha una ricaduta su tante forme di interesse, e infatti gli allievi del coro si dedicano allo studio di scienze politiche, storia, lingue ed arti visive".
P.S. il saggio è "Non per profitto. Perchè le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica" di M. Nussbaum.
P.P.S. spero di esserti stato d'aiuto.
grazie, nicola. mi sei stato utilissimo... integrerò la prossima volta, magari sollevando appositamente l'argomento, prendendo spunto da questa bella lettura che mi hai dato modo di fare. spiegare a degli adolescenti, che vivono il nostro povero paese in una fase difficile sotto ogni punto di vista e soprattutto quello artistico-culturale non è semplice. lo saprai meglio di me. da quando faccio questa magnifica esperienza di volontariato, ho potuto constatare con amarezza che la scuola è incredibilmente deficitaria. se l'alunno non è troppo volenteroso e in grado di andare avanti autonomamente la questa non interviene come dovrebbe. è una triste realtà, forse vecchia come il mondo (scolastico)? la famiglia, poi, sembra che abbia smarrito il senso del suo vero valore, e in situazioni come quelle di cui si sta parlando, credimi, le difficoltà sono davvero innumerevoli; ergo, educazione e sensibilizzazione a certe tematiche latitano profondamente. e, ad ogni modo, in generale, avere a che fare con i giovani è veramente un compito delicato. grazie del tuo passaggio da queste parti e del tuo commento.
RispondiEliminac'era mio nonno che alla veneranda età di 90 anni si vantava di non aver ancora capito quello che serve ...
RispondiEliminachiedersi a cosa serve qualcosa non è grave se questo può portare anche solo a tentare di darsi qualche risposta... a 15 come a 90 anni.
EliminaAvevi ragione, cara EmRose, il tuo scritto c'entra molto con l'ultimo mio...l'episodio che t'è capitato mi ha fatto tornare alla mente una vecchia cosetta che scrissi tempo fa:
RispondiEliminahttp://andarperpensieri.blogspot.it/2008/10/i-software-dellanima.html
ma se non hai tempo di andare a leggerla, che è lunghetta, posso dirti come avrei risposto io alla ragazzina: "...la musica è una cosa grande ed importante per la vita degli uomini, appunto perché non serve assolutamente a nulla. Qualcuno è mai riuscito a spiegare a cosa serve innamorarsi di una persona? Beh, lo stesso succede con la musica, la poesia, la letteratura, e insomma, l'arte in genere: sono tutte cose che non servono a nulla, ma senza di esse non possiamo vivere..." :-)
bellissimo post, gilli, e ancora più inerente alla discussione. ottime le tue considerazioni,che poi io tradurrei nella formazione che ad ognuno spetterebbe. serve a questa un'espressione di matematica, la coniugazione di un verbo, o il capitolo di filosofia sulla critica della ragion pura. serve ogni cosa, come preziosi alimenti per la mente, che poi può arrivare al cuore e all'anima associando l'intelletto all'emozione. io non condanno, però, la ragazzina che ha buttato lì la domanda anche con un certo interesse per la risposta - la cosa che forse mi ha messo in "allarme" - ma piuttosto questa società così disinteressata ad una adeguata preparazione per i giovani che invece dovrebbero poter allargare i loro orizzonti. grazie, gilli. baci
RispondiEliminaciao EM, stare a contatto con i ragazzi non e' semplice, sono brutali talvolta nelle loro domande, mettendoci in crisi, probabilmente essendo giovani hanno diverse priorita', piu' immediate e tangibili, crescendo potranno liberamente imparare ad amare anche la musica e le altre arti, sara' una piacevole scoperta capire a cosa serve tutto cio': a noi stessi, ciao grazie complimenti per la tua attivita' di volontariato, buona serata rosa a presto
RispondiEliminagrazie, rosa. è vero, spesso succede che con le loro domande ti spiazzino. ed è un po' quello che è successo a me. dipende anche dal fatto che la musica negli ultimi tempi sta vivendo una fase molto critica e se chi è stato ministro della repubblica, in quella veste affermò che "con la cultura non si mangia" credo riesca a mandare in crisi chi domanda e chi dovrebbe rispondere. buona serata a te.
RispondiEliminaIn bocca al lupo alle tue ragazze!
RispondiEliminaCrepi per loro, ne hanno bisogno!
RispondiEliminaE la vita? A che serve la vita? Solo chi la vive sa a cosa serve! Forse.
RispondiEliminaanche io sono volontaria di un doposcuola!
RispondiEliminami fanno spesso arrabbiare i bambini ma allo stesso tempo ormai voglio loro tanto bene
Mi unisco all'in bocca al lupo alle ragazze. Il periodo non è facile per nessuno, figuriamoci per chi ci deve crescere.
RispondiEliminaPenso proprio di capirle...
RispondiEliminaCiao EmRose...scusa se ti disturbo, so che se non scrivi ci saranno ovvi motivi...ti volevo solo fare un saluto e spero di leggere presto tue cose nuove...
RispondiEliminaBacini di saluto
ciao MR, anch'io volevo assicurarmi che andasse tutto bene, ciao a presto rosa baci.))
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