Cosa hanno fatto alle consonanti ciociare? Il contrario di quello che hanno fatto alle consonanti fiorentine. Se le prime sembrano morire di asfissia, le seconde esagerano con l'ossigeno. Se l'idioma ciociaro con le sue rappresentative consonanti ricorda l'aramaico-samaritano, quello fiorentino riporta all'orecchio sonorità asiatico-cantonesi. Nell'opinione collettiva, questo ha determinato che la pronuncia spigolosa e segaligna dell'italiano parlato nel basso Lazio, assuma peculiarità strambe e grottesche; quella acciabattata e soffiata del sostrato della lingua italiana e cioè di quella parlata nella culla di arte, scienza, e cultura, detenga gli eccezionali pregi di piacevolezza, simpatia, e amabilità. MR, cicociara a Firenze, ha conservato pur non accorgendosene una certa integrità linguistica, perseverando nel suo accento d'origine, mantenendo pressoché inalterata l'inflessione, e contrapponendosi con forza a L, fiorentino a Firenze, dal verbo marcatamente locale. Reciprocamente attratti, oltre che da tante altre cose, anche dalla diversità idiomatica, quando sono insieme mettono volentieri le loro due differenti nature linguistiche a confronto. Con animo indagatore, per necessità di vicendevole comprensione, e per pura e divertita curiosità, chiosano su termini, fondono vocaboli, barattano modi di dire. In un vero e proprio processo di osmosi, l'uno rimarca, riformula, assorbe le identità lessicali dell'altra e viceversa.
"Voi dite 'trrrènta'? Noi diciamo 'trénta'... "
"Ah, e voi come dite 'cosa fai?'
"Icché tuffai... "
"..."
"Be', meglio di 'che vvvuoi'... "
"Mh, e allora 'hoahola'... ?"
"Anzi, no, 'ghe vvvuoi'... "
"Vogliamo parlare del 'guasi al posto di quasi?'... "
"Sempre meglio di 'Luga', diobonino!"
"Anche di 'he t'ha fatto, 'un thu aei d'andà, mi dei, mi lèa, l'ho comprào, lo voléa, non si pole, t'ha capìo'... "
"Neanche 'Gggea, go'tte, mi garrrba, m'arabbbio, meccanigo, e vaganze' sono male... "
"Però! Pronunci bene il ciociaro!"
"Sì, senti qua: 'puorc, non gi brova', non di brrroccupa', ghe ne so, ghi è', per gonto mio, comungue'... "
"Vabbe', vabbe', basta! Sei brrravo, non g'è dubbbio!"
"Icché laoro l'è i' ciociaro!? A me 'un tu me l'ha' a dire! Vu fàe ridere, ecco icché vu fàe!"
Sia il ciociaro, sia il fiorentino, credo siano due linguaggi dalle sonorità molto simpatiche e colorite al punto giusto...e secondo me si amalgamano pure benissimo insieme, cara EmRose :-)
RispondiEliminagilli, io adoro tutte le parlate italiane, di ogni regione. ognuna ha la sua peculiarità, e modi di dire simpatici. baci :)
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RispondiEliminahahahaha, molto carino il tuo post, "te tu vedrai!!!"
RispondiEliminaGrazie, mari.
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