lunedì 16 luglio 2012
SENZA PAROLE
La parola - quella che esce dalla bocca - a volte è un'arma potentissima; spesso è un funzionale mezzo di persuasione; raramente è un infruttuoso strumento di comunicazione; da sempre è un elemento essenziale di diffusione. Cionondimeno non è imprescindibile, né insostituibile, neanche per sogno indispensabile. Non lo è per Gea, che apprezza la loquela con moderazione, e neppure per Tremor, che gradisce estrinsecazioni verbali solo di prima scelta, tipo lamentazioni affettuose in falsetto. Entrambi rivoltano abilmente la frittata, si ostinano a capire SI in luogo di NO, preferiscono alla formula orale, forte, decisa, e confusa - grazie allo stato di rimbambimento che creano all'umana - quella dello scambio di sguardi. Tutto al fine di giocare su un terreno empatico, e ad armi pari. Senza parlare, i loro atteggiamenti, i loro comportamenti, le loro pensate hanno la stessa efficacia dell'espressione parlata. Così deve essere anche per MR, che, per altro, farebbe bene a limitare l'inutile dispendio di fiato. E' con i loro occhi che le due bestie di casa dicono a MR di non sforzarsi nel parlare e nell'urlare invano, anche a tutela delle sue corde vocali - strumento che dà da mangiare a tutti, in famiglia. Qualche gridolino di gioia nel rivedere i due capifamiglia al suo rientro a casa, è sufficiente, come i sussurrini nelle orecchie prima di mettersi tutti a dormire. Del risveglio si sono fatti carico loro, l'una con le chiocciate da vecchia gallina allegra, l'altro con respiro grosso e chiassoso, a sinistra e a destra della testa di MR stretta tra due guanciali. In questa muta condivisione, in questo vuoto di morfemi, MR si muove sbagliando, scivolando indegnamente su bucce di banane, inciampando sul tacito accordo. Chiede scusa se con lo sguardo verso il televisore allunga la mano afferrando la coda di Tremor al posto del telecomando; balbetta frasi scomposte nel tentativo di pronunciare reprimende contro Gea che dal balcone si lancia sul tavolo, dal quale si catapulta sul tiragraffi dove dà un saggio di volteggio al cavallo, per atterrare verticalmente sul muro dopo aver travolto tutto quello che si trovava sul suo percorso; biascica qualche scampolo di sillaba all'aprirsi delle erotico-lotte: Tremor sopra, Gea sotto, Gea che morde i testicoli di Tremor, Tremor che morde la passera di Gea, Gea che fa ballare le tette sotto il muso di Tremor. MR si pente tutte le volte che inavvertitamente ed istintivamente tenta l'approccio e la relazione tramite la parola. Si pente perché ogni tentativo è fallimentare, perché risulta approssimativa, goffa e balbuziente, perché le due fiere rispondono solo a sguardi duri e penetranti, perché teme che la sua bocca prima o poi possa emettere un miagolio.
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Non ti preoccupare. Non ti diranno mai che capiscono tutte le lingue ma capiscono perfettamente tutto quello che dici. Diciamo che per te parlare il gattese sarà un grande traguardo. Gli umani ormai non hanno più niente da comunicarsi.
RispondiEliminastrega, è vero, capiscono tutto e non amano che il padrone si perda in chiacchiere. come del resto sarebbe bello avvenisse anche fra umani. questo ciarlare a zero ;)
RispondiEliminagrazie anche di questa finestra sulla tua vita...
RispondiElimina:))
EliminaQuesta è una delle avventure di Gea e Tremor che più mi son piaciute, EmRose :-) c'è un tono onirico e psichedelico di fondo in tutto il racconto, unito alla consueta buffitudine felina e alla simpatia EmRosiana :-)
RispondiEliminaIl tema del "dialogo" con le bestiole è molto affascinante...a riguardo, lessi qualche tempo fa un romanzo strano ma coinvolgente, "La donna e la scimmia" di Peter Hoeg (anche autore di "Il Senso di Smilla per la neve"), una storia a metà tra fantascienza e fantaumanesimo :-)
Ciao, bacini micioglotti :-)
Sono fortunata ad avere con me una ricchezza felina tale. Felice di farti divertire, gialli. Baci.
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