MR è sfortunata nel gioco (e non idonea, sconveniente, e squalificata in amore... ma questa è un'altra storia). La sua sfiga è inversamente proporzionale alla sfrontata fortuna di V ed E, genitori di MR, posseduti da un irriducibile ed invincibile demone del gioco, che nella trasmissione del proprio patrimonio genetico alla figlia hanno dimenticato un po' della loro buona sorte. Infallibilità nel gioco a carte e nella tombola - specialità paterne - riescono ad infondere nello sguardo di E guizzo e bagliore diabolici; i 3 al Super Enalotto e i Gratta e Vinci vincenti anche di dieci euro - competenze materne - conferiscono a V una sinistra freddezza nel momento della compilazione e del grattamento, e la compiaciuta soddisfazione di una ereditiera americana nelle sistematiche e relative vincite; V non tralascia mai i ringraziamenti alla volta di amici e parenti defunti che popolano i suoi sogni. Niente di tutto questo riguarda MR, che tempo fa lavorò anche nella ricevitoria lotto del suo ex fidanzato, e che stampando e distribuendo biglietti del Super Enalotto, e schedine del Totocalcio, assistendo incredula alla confusione mentale delle vittime dell' "oppio dei poveri" sempre pronte a rialzarsi dagli immensi scivoloni sui toto qua e toto là , non fu mai sfiorata dalla tentazione di giocare un numero. Ma la sfiga di MR riguarda anche il gioco degli scacchi, dove sfortuna e inettitudine si fondono diabolicamente, e dove si distingueva per gran culo l'altro suo ex fidanzato che con ghigno antipaticissimo riusciva a vincere anche contro un computer. Eterna seconda nel gioco della campana, pur essendo una discreta lanciatrice di pietre e un'agile saltatrice, veniva regolarmente scavalcata dalla cugina R che con lanci sbilenchi della pietra, e salti sbalestrati e traballanti riusciva sempre a centrare le caselle. Evidentemente solo per una serie di difficili e sfavorevoli circostanze a carico di MR, note anche come sculo.
Il disastroso ritmo che da sempre scandisce il gareggiare nel gioco di MR, però, una sera si interruppe clamorosamente.
C e B invitarono MR ad una Cena con delitto, ovvero alla rappresentazione teatrale di un giallo con cena abbinata. La fantastica ed eccellente Compagnia delle seggiole offrì al folto pubblico l'interpretazione del radiogiallo "L'avventura della grotta infestata" di Ellery Queen. Tra una portata e l'altra si consumò il delitto, e il compito di scoprire il colpevole, come da consuetudine in queste occasioni, fu affidato agli spettatori-commensali. Su un' apposita scheda dovettero scrivere il nome di chi ritenevano fosse l'assassino e il movente del delitto. La sfida prevedeva un vincitore finale. La fantasia degli astanti si scatenò in un turbinio di tesi, asserzioni, opinioni di grande slancio e simpatia, che gli attori si divertirono a riferire a tutto il pubblico, inscenando un allegro teatrino. Tra i papabili responsabili stravinceva la figlia della vittima - abbandonata dalla madre, risposatasi con il professore, ignaro del precedente matrimonio - che per alcuni avrebbe strozzato il padre da dietro perché a cavallo sulle spalle di lui, e si spiegavano così le impronte dei pollici sulla nuca e non sul collo, e la mancanza di impronte di piedi sul sentiero che portava alla grotta, che pare fosse infestata dai fantasmi, ai quali qualcuno imputò la colpa del reato, che non poteva essere stato commesso che dal boscaiolo, il quale si era lanciato da un albero nella grotta, ammazzando anche il maggiordomo che aveva scattato delle foto compromettenti, saltando, infine, tre o quattro volte sulla macchina fotografica per distruggerla, ed era l'unico a conoscere il tesoro di diamanti (inesistente) nascosto nella grotta. MR annullata da un tale dispiegamento di simpatica energia, e vergognandosi di aver scritto sulla scheda, banalmente e miseramente, "Il tedesco", senza uno straccio di motivazione, solo perché a naso - o più semplicemente a culo, concetto a lei sconosciuto - aveva trovato quel personaggio poco pulito, e soprattutto perché certa che non avrebbe mai vinto, si sentì scavalcata da tutto quel pubblico carico di creatività ed ironia; e si disse con disagio: "Scrivi anche su un blog?!?!"
L'intreccio investigativo si dipanò con l'ultima scena del radiogiallo in cui Ellery Queen annunciò come autore del delitto "il tedesco", proclamando, così, vincitrice assoluta MR. Che, sommersa da lodi, baci e applausi, raggiunse incredula, barcollando e vacillando per l'emozione, il palcoscenico - sentendolo, per l'ansia, come qualcosa di assolutamente estraneo - dove ricevette in premio una natalizia confezione di vini.
A proposito di gioco..
RispondiEliminaIl fatto è realmente accaduto al sottoscritto nel 2003.
Un giorno, il mio telefono comincia a squillare, vado a rispondere e scopro che era un fax in arrivo.
Guardo il computer e mi accorgo che non lo riceve, verifico il display del telefono e scopro che la chiamata arriva dagli USA.
Lo squillo si ripete tre volte ma il fax continua a non arrivare.
Finalmente smette.
Riguardo il numero e scopro che è di sei cifre.
Con la mia magica intuizione, decido di giocarmelo al Superenalotto.
Tre volte ha squillato e per tre volte scriverò la stessa colonna con gli stessi numeri.
Presa la decisione, devo ancora risolvere un problema, non ho molto culo (!) al gioco, porto fortuna agli altri ma non ho fortuna io.
Ci penso qualche secondo e la mia solita intuizione mi dice che dai FRATI è meglio non andare, devo quindi trovare una soluzione diversa.
Andrò a giocare la schedina da un barista che il culo lo usa spesso (per altre ragioni) e non gli manca affatto.
Faccio 4 Km e finalmente arrivo a destinazione.
Entro, mi guardo intorno e lo vedo arrivare tutto sculettante.
A quel punto, preso da un lampo di genio, decido che le colonne giocate (tre), non bastano.
Prendo una penna sul bancone e ne scrivo altre due uguali (il massimo consentito).
La sera controllo i risultati e scopro di avere azzeccato cinque tre.
Niente male.. vero..?
E allora, caro mago, e' proprio unicamente e materiallmente una questione di c... Ps con tutte le volte che si sta ripetendo questo termine in occasione di questo post, chissà cosa ci riserverà il futuro più prossimo? ;)
RispondiEliminaChiamalo pure con il nome.
RispondiEliminaNon è sconveniente e neanche brutto (vedi Lady Pippa).
Eh..! Eh..!
ok, culo!! ;)
EliminaNon conta l'istruzione.
RispondiEliminaNon contano le buone maniere.
Non conta neanche saper stare al mondo (qualunque cosa significhi).
Nella vita ci vuole CULO. E tu hai avuto finalmente il tuo momento di gloria. Meglio tardi che mai ;-)
mah, io non so se sia prorpio così, certo è che di culo ce ne vorrebbe, se non sempre, una discreta quantità di volte. baci
EliminaMaina, non posso darti torto. Ma la nostra povera M.R. 'sto gran culo proprio col "TEDESCO" doveva averlo?
RispondiEliminama dico io, strega! sei una peste1 ;)
EliminaChissà se ci sono davvero persone con tutto quel culo che si dice :-) personalmente, nelle storie, ho sempre parteggiato per chi non brilla troppo come figura vincente, ma si rifà alla grande in fatto di simpatia ed umanità :-) Molto divertente e ben raccontata, cara EmRose, questa tua avventura da detective :-)...e...un dubbio sul finale: osservo la bella foto che ti ritrae graziosissima, nel pieno del tuo fulgore properispomeno :-) siamo così sicuri che di culo non non ne hai proprio neanche un po'? :-)
RispondiEliminasono d'accordo con te, gilli, forse è solo una facciata, o una falsa ostentazione. però c'è chi ne ha sicuramente più di altri. e guarda tu dove sei andato a mettere gli occhi... quello è il mio eterno tormentone, e mi fermo qui ;))baci
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